proteste studenti sorbona

“NÉ CON MACRON, NÉ CON LE PEN”. E ALLORA CHE VOLETE? – LA SGANGHERATA PROTESTA DEGLI STUDENTI FRANCESI CHE METTONO NELLO STESSO CALDERONE IL PRESIDENTE USCENTE E LA RIVALE SOVRANISTA: LA PROTESTA, PARTITA DALLA SORBONA, SI È ESTESA A SCIENCES PO CHE È LA GRANDE SCUOLA DELLE ÉLITE, DOVE CIRCA 150 RAGAZZI HANNO BLOCCATO L'ACCESSO (POI RIAPERTO) CON L'INTERVENTO VIOLENTO DI MILITANTI LEPENISTI – MA I VENTENNI PROTESTANO ANCHE CONTRO “IL PRESIDENTE DEI RICCHI” E…

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

 

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«Siamo tutti antifascisti!», gridano a ritmo - e in un italiano internazionalista- gli studenti riuniti in assemblea nella Sorbona occupata. Una manifestazione che fino a qualche tempo fa sarebbe stato diretta solo contro Le Pen, come dopo il 21 aprile 2002 quando Jean-Marie sconfisse il premier socialista Jospin al primo turno e su boulevard Saint Michel riapparvero le barricate. Anche alle scorse presidenziali del 2017 la mobilitazione antifascista riguardava l'estrema destra di Marine Le Pen, ma stavolta è diverso: «né Macron né Marine Le Pen» è lo slogan, e il presidente della Repubblica in carica - che certo ha deluso l'ala sinistra di chi lo votò nel 2017 ma non è un dittatore - viene accomunato a Marine Le Pen come bersaglio della lotta in difesa dei valori democratici.

marine le pen emmanuel macron

 

«Saint-Germain va a fuoco, contro Macron e contro Le Pen» si legge negli striscioni, e sui muri delle aule ecco il definitivo «contro le elezioni». La protesta partita dall'università pubblica della Sorbona si è estesa a Sciences Po che è la grande scuola delle élite, dove circa 150 ragazzi hanno bloccato l'accesso poi riaperto con l'intervento violento di militanti lepenisti. Il clima di insurrezione nelle università è rivolto anche contro Macron - insultato come servo del capitale, affamatore del popolo e complice della catastrofe climatica - e in generale contro il sistema istituzionale francese, che impone un ballottaggio dove si è chiamati a votare soprattutto contro chi si odia, più che a favore di chi si ama. È così che Chirac nel 2002 vinse con l'82% dei suffragi contro Jean-Marie Le Pen, e in virtù dello stesso meccanismo nel 2017 Macron è diventato presidente della Repubblica con il 66% dei voti, espressi in parte solo per sbarrare la strada a Marine Le Pen.

 

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Oggi, nel 2022, molti denunciano «il ricatto morale» e dicono basta. Per tanti studenti di estrema sinistra, i primi cinque anni di Macron hanno dato alla Francia un «presidente dei ricchi» che non si è occupato a sufficienza delle classi popolari e dell'ecologia, e la voglia di punire lui va di pari passo con l'esigenza di fermare Marine Le Pen.

«Non un solo voto deve andare a Marine Le Pen», ha detto la sera del primo turno Jean-Luc Mélenchon, l'eroe della sinistra radicale che ha mancato di un soffio la qualificazione al secondo turno.

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Invita i suoi a non votare per l'estrema destra, certo, ma non si spinge a chiedere il voto per Macron, che è adorato dai suoi elettori ma detestato da gran parte degli altri. Il presidente lo sa e continua a ripetere che «il fronte repubblicano», il voto automatico per l'avversario di Le Pen, ormai non esiste più. Mentre Macron oggi parlerà in un grande comizio a Marsiglia, a Parigi è annunciata in piazza una manifestazione degli studenti e militanti «antifascisti, anti-Le Pen e anti-Macron». La nuova equidistanza di tanti elettori di sinistra radicale è rotta però da alcuni nomi illustri, come la scrittrice Annie Ernaux: «Detesto Macron molto più di quanto non detestassi Sarkozy - ha detto all'Express -. Non gli perdono il disprezzo e l'arroganza. Ma vivo a Cercy, nuova città multietnica e multiculturale, e non posso lasciare passare Marine Le Pen, so quanto i giovani soffrirebbero con lei al potere».

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Di fronte al pericolo del «né né», prendono posizione anche molti artisti che finora si erano tenuti alla larga dalla campagna elettorale. Un «appello dei 500» è stato lanciato ieri da Juliette Binoche, Jane Birkin, Charlotte Gainsbpourg, Yannick Noah, Fabrice Luchini e tanti altri, che chiedono di votare Macron «senza illusioni e senza esitazioni».

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