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Laura Anello per “La Stampa”
Rosalia Manosperti e Antonio Mirabile
Per giorni hanno cercato di capire che cosa abbia mai mangiato il piccolo Andrea Mirabile, sei anni, per morire a Sharm el-Sheik nell'arco di trentasei ore, in preda a dolori allo stomaco e sempre più debole.
Adesso gli inquirenti della procura di Palermo - che indagano parallelamente a quelli egiziani - ipotizzano che non di intossicazione alimentare si sia trattato, ma di una forma di avvelenamento, forse «da contatto».
Il cuore del giallo non sarebbe più che cosa ha mangiato Andrea (e con lui suo padre Antonio, finito in rianimazione e adesso fuori pericolo, e limitatamente la madre Rosalia Manosperti, che ha avuto lievi sintomi) ma che cosa abbia potuto toccare o inalare. E dove lo abbia potuto fare, in una vacanza organizzata, dove i tempi sono contingentati e le esperienze comunque standardizzate a misura di famiglia.
Ancora solo ipotesi, nell'attesa di ascoltare i genitori lunedì e di passare in rassegna con loro tutti gli spostamenti che hanno fatto durante la vacanza nel resort cinque stelle «Sultan Garden», una vacanza cominciata il 26 giugno in salute e conclusa il 2 luglio con la morte di Andrea e il ricovero del padre.
Sono ancora solo supposizioni, perché le prime vere risposte arriveranno con l'autopsia, fatta sia in Egitto che a Palermo, i cui risultati arriveranno non prima di un mese, probabilmente due. Supposizioni che si basano su alcuni elementi. Primo: padre e figlio non avrebbero avuto dissenteria (tipica manifestazione di intossicazione alimentare), come si era detto nei primi giorni. Il padre, al momento del ricovero, non aveva danni a carico dell'intestino, ma insufficienza renale e un'infezione alle vie urinarie.
Secondo: nessun altro ospite del resort ha avuto sintomi di alcun tipo, pur avendo mangiato negli stessi ristoranti dove ha mangiato la famigliola palermitana. I Mirabile hanno raccontato di avere mangiato à la carte e non al buffet, ma non sarebbero stati i soli.
Dall'Egitto trapelano dubbi sul fatto che la famiglia sia stata male ben prima di rivolgersi alla guardia medica, contro cui i legali hanno sporto denuncia. Sono state 36 le ore di malessere o sono stati tre lunghi giorni? E su questo probabilmente sarà battaglia. Per questo gli avvocati dello studio Giambrone & partners, incaricati di seguire il caso in tutti i suoi aspetti penali e civili, chiederanno d acquisire le immagini delle telecamere interne del resort per acquisire - oltre che prova di ogni spostamento - indicazioni sulle condizioni di salute di Andrea e dei genitori.
Ma anche uno stato di apparente benessere potrebbe essere opinabile: ci sono infezioni, intossicazioni, avvelenamenti che scatenano i loro effetti in modo non immediato. Solo gli esami tossicologici sul cadavere potranno parlare. Mentre è da chiarire anche la voce di una gita in barca che la famiglia avrebbe fatto allontanandosi dal resort, ma si tratterebbe sempre di gite organizzate e strettamente controllate.
Che cosa avrà mai potuto incontrare Andrea sul suo cammino o nelle acque del Mar Rosso? Gli inquirenti si aspettano di dipanare molti dubbi ascoltando i genitori, nonostante i legali abbiano fatto sapere che la madre - incinta al quarto mese di una bambina - non riesce neanche a parlare con i familiari.
La donna è passata in pochi giorni dalla gioia di una vacanza, con il suo bambino che si divertiva tra le piscine dell'albergo e i giochi, al peggiore dei lutti e all'angoscia per il marito, anche lui nei primi giorni in pericolo di vita.
È stata lei a lanciare un appello alle autorità italiane perché consentissero il rientro in Italia del coniuge con un aereo-ambulanza attrezzata per il trasporto di malati gravi. Il cadavere di Andrea è tornato invece con un aereo di linea da solo, tragico contrappasso a quel gioioso decollo fatto in tre alla volta dell'Egitto.
i genitori di andrea mirabile 2SHARM EL SHEIKH 1SHARM EL SHEIKH 3spiaggia a sharm el sheikhSHARM EL SHEIKH 2
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