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“HO UCCISO I DUE AGENTI, DOVEVO SDRAIARLI” - NELL’INTERROGATORIO DAL CARCERE DI SARAGOZZA, IGOR IL RUSSO SOSTIENE DI AVER UCCISO IL BARISTA DAVIDE FABBRI E LA GUARDIA VOLONTARIA VALERIO VERRI SOLO PER AUTODIFESA - MA NON HA FORNITO INDICAZIONI SUI FIANCHEGGIATORI DELLA SUA LATITANZA: “NON TRADIRO’ MAI GLI AMICI…”

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IGOR IL RUSSO

R.I. per “il Messaggero”

 

Freddo, spietato, crudele. Igor ha risposto a due ore di interrogatorio in videoconferenza dal carcere di Saragozza. Risposte in linea col personaggio e rafforzano l' immagine che fin qui il killer serbo, al secolo Norbert Feher, ha dato di sé. Sprezzante e lucido a conferma della decisione del tribunale di Bologna di negare la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa. Igor non ha fornito appigli che potessero portare la conversazione su binari a lui sgraditi.

 

igor il russo

Di fatto Feher ha ammesso i due omicidi, dicendo però di aver sparato solo perché messo alle strette e di aver agito per autodifesa, come prevede il suo personalissimo codice d' onore. Lo stesso codice che gli impedisce di fare i nomi di chi lo ha aiutato a fuggire e nascondersi per otto mesi.

 

igor il russo

Così come non ha fornito indicazioni sui fiancheggiatori della sua latitanza, conclusasi a dicembre 2017 in Aragona dopo altri tre delitti, allo stesso modo non ha rivolto parole di pentimento per le sue vittime, il barista Davide Fabbri e la guardia volontaria Valerio Verri. Nella sua logica erano ostacoli da abbattere: «Dovevo schiacciare tutto quello che avevo davanti. Mi sono sentito minacciato, allora ho tirato fuori la seconda arma e l' ho seccato», ha detto in perfetto italiano, tornando alla sera del primo aprile 2017, quando entrò nel bar di Riccardina di Budrio col fucile in mano, il bavero del giaccone alzato e il cappello calcato in testa a mostrare solo gli occhi. «Dammi i soldi», disse entrando e provocando la reazione di Fabbri che gli strappò il fucile e poi venne ucciso durante un colluttazione.

IGOR VACLAVIC NORBERT FEHER

 

Per Igor non si trattò di una rapina, ma di una spedizione per riscuotere un credito di circa 10mila euro per conto di una persona di cui non ha rivelato l'identità e che a lui sarebbe fruttato il 10% più alcune armi. Una versione che non convince inquirenti e avvocati di parte civile: «Bugiardo spaventoso, contraddittorio, a tratti infantile», ha tagliato corto Giorgio Bacchelli, difensore della vedova Fabbri.

 

igor vaclavic prima dell arresto

Una settimana dopo l'omicidio del barista, ci fu l'agguato nelle campagne del Mezzano con l'uccisione del volontario Verri e il ferimento dell'agente di polizia provinciale Marco Ravaglia, impegnati insieme in un servizio antibracconaggio. «Ho sparato a Ravaglia perché aveva una pistola in mano. Poi ho sparato a Verri senza guardare se era armato perché per me era un poliziotto pure lui e dovevo sdraiare tutti e due», ha detto. Dimostrando, per l' avvocato della famiglia Verri, Fabio Anselmo, «una freddezza allucinante».

 

IGOR VACLAVIC

Feher poi ha raccontato della fuga dall'Italia, lasciata attorno al 25 maggio, in bici, a piedi e con altri mezzi. Anche qui sono emerse le contraddizioni. Sarebbe passato per Alessandria per prendere un computer da un amico, e poi per la Francia meridionale, attraversando infine i Pirenei diretto in Spagna, dove in passato era stato e poteva contare su alcune amicizie. Il pm Marco Forte si prepara alla requisitoria del 25 marzo.

A breve tirerà le fila del fascicolo sui complici. A cui non hanno contribuito le parole dell' imputato: «Non tradirò mai gli amici».