stephen paddock strage di las vegas

PALLOTTOLE PER LA GLORIA - STEPHEN PADDOCK, IL KILLER DI LAS VEGAS CHE UCCISE 58 PERSONE E NE FERÌ 800, AGÌ CON L’OBIETTIVO DI DIVENTARE FAMOSO - NEL LORO RAPPORTO, GLI INVESTIGATORI DELL’FBI NON ESCLUDONO CHE L’UOMO ABBIA SUBITO IL “FASCINO” E IL PASSATO CRIMINALE DEL PADRE, BENJAMIN PADDOCK, CHE ERA STATO UNO DEI “MOST WANTED” D’AMERICA…

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STEPHEN PADDOCK CON MARILOU DANLEY

Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Le stragi dei terroristi sono ricordate, quelle compiute dai killer di massa statunitensi meno. Perché manca l' elemento ideologico e spesso è difficile trovarne la causa primaria. Regola che vale per quanto è avvenuto il 1° ottobre 2017 al Mandalay Hotel di Las Vegas durante un concerto di musica country. L' Fbi ha diffuso un suo rapporto dove ammette di non aver trovato un movente chiaro dietro un gesto costato la vita a 58 persone, con più di 800 i feriti.

 

Per gli esperti l' autore dell' eccidio, il giocatore incallito Stephen Paddock, voleva conquistare una fama sinistra ammazzando un alto numero di innocenti. Era la ricerca di un primato lugubre e nero. Nel report il comitato di specialisti specificano di non aver scoperto alcun legame con fazioni o gruppi, non c' è un ispiratore occulto, non esiste una causa politica. Il killer ha agito da solo, con una preparazione meticolosa documentandosi sulle tattiche della polizia, equipaggiamenti delle teste di cuoio, tempi di intervento.

 

il mitragliatore usato da stephen paddock

L'uomo, 64 anni, non ha lasciato testi, proclami, video che possano aiutare a comprendere il suo odio. Un modus operandi diverso da quello apparso in altri episodi. Un assassino solitario che si è però comportato - è la mia valutazione - da vero terrorista mosso da ragioni personali. È l' aspetto più inquietante dello studio. Gli investigatori non escludono che Stephen abbia subito il «fascino» e il passato del padre, Benjamin Paddock.

 

il padre di stephen paddock

L' uomo è stato protagonista di un' esistenza segnata dal crimine. Furti d' auto, rapine in banca, infine la detenzione in un penitenziario, dal quale riuscirà ad evadere nel 1968. Resterà latitante per un decennio, finendo anche nella lista dei super ricercati dell' Fbi, un most wanted. Il figlio voleva imitarlo?

 

Intendeva superarlo con qualcosa di ancora più terribile? È come se si fosse impegnato in una gara a chi è più cattivo, tendenza comune ad altri. Da Adam Lanza, il giovane che ha trucidato i bimbi a Newtown, a «mostri» meno noti ma animati da questa volontà distruttiva. Studiano i precedenti per battere il record di vittime, sanno che in questo modo saranno ricordati come i più letali, otterranno grandi titoli (per poco).

 

la stanza del mandalay bay da cui ha sparato stephen paddock

L'omicida era depresso, le sue condizioni sono peggiorate con il passare del tempo e pensava che le cure non fossero efficaci. Ma è sempre stato un grande manipolatore, capace di mimetizzare il suo stato. Narciso, aveva una grande considerazione di se stesso e lo ostentava: quando giocava al casinò era convinto di poter «controllare» i numeri.

la strage di las vegas

 

Era anche crudele sotto il profilo psicologico, ambiguo, apatico. Un profilo confermato dal fratello e che, per chi ha indagato, ha reso possibile il tiro a segno implacabile contro gli spettatori dello show. Paddock, nei mesi precedenti all' attentato, non si è per nulla isolato, cosa che invece fanno non pochi responsabili di massacri. Ha vissuto normalmente, interagendo con il prossimo, spostandosi tra le sue case e le sale da gioco del Nevada.

stephen paddock

 

Aveva disponibilità finanziarie, grande intuito per gli affari (in passato), un successo che tuttavia pareva in calo. Vinceva, perdeva, cercava di ricevere il miglior trattamento possibile negli alberghi e spesso lo otteneva in quanto buon cliente. Infatti ha sfruttato questa condizione particolare per impilare una montagna di fucili nella stanza al 32esimo piano del Mandalay. Arsenale completato da una grande quantità di proiettili e dall' installazione di due microtelecamere per spiare i movimenti nei corridoi.

strage di las vegas

 

Contrariamente alle prime informazioni Stephen non aveva un piano di fuga, aveva previsto di morire e, infatti, si è tolto la vita poco prima che gli agenti facessero irruzione nella sua camera. Anche questa scelta - sottolineano nel report - era un modo per ribadire come fosse lui a orientare il destino. Si era preoccupato di mandare la compagna nelle Filippine dopo averle garantito il denaro per comprare un' abitazione. Aveva chiuso con tutto, era pronto al sacrificio finale, prevedeva di portarsi dietro tanti esseri umani.

strage di las vegas stephen paddock

Purtroppo è riuscito nel suo obiettivo e gli sono bastati dieci minuti per farlo.

foto della stanza di stephen paddock a las vegasstrage di las vegasfoto della stanza di stephen paddock a las vegasfoto della stanza di stephen paddock a las vegasfoto della stanza di stephen paddock a las vegas