DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Claudia Fusani per http://notizie.tiscali.it
La sera del 2 giugno, festa della Repubblica, Luca Lanzalone, l’avvocato lobbista e grand commis del nuovo ceto politico pentastellato, parla al telefono con il socio e collega Luciano Costantini. C’è grande soddisfazione per il governo appena nato, i due fanno programmi per il futuro e immaginano ruoli e incarichi di livello. Non sanno che procura e carabinieri stanno prendendo nota, da mesi dei loro progetti e delle loro relazioni.
LA STRETTA DI MANO
“Luca (Lanzalone, ndr) - si legge nell’informativa del 6 giugno - racconta a Luciano (Costantini, ndr) la cerimonia del 2 giugno, la parata militare lungo i Fori Imperiali a Roma. Luca dice che gli hanno presentato Conte (Giuseppe, il premier, ndr) da cui una volta insediato avrò bisogno della firma sui fanghi”.
La “firma sui fanghi” dovrebbe essere qualche permesso relativo alla costruzione del nuovo stadio della Roma, partita in cui Lanzalone, arrivato a Roma nel gennaio 2017 è stato regista e attore principale insieme con il costruttore Parnasi. E per cui entrambi sono finiti agli arresti, con altre sette persone per associazione a delinquere, corruzione, traffico illecito di influenze e finanziamento illecito.
Quello che qui conta è che poche ore dopo il giuramento il governo del cambiamento era già circondato da lobbisti e faccendieri e imprenditori disposti a tutto pur di fare affari con le proprie aziende e piazzare i propri uomini nelle poltrone chiave dell’amministrazione dello Stato.
LANZALONE - ROCCO CASALINO - LUIGI DI MAIO
Poche ore dopo il giuramento Luca Lanzalone, ancora presidente di Acea uomo di punta della new age 5 Stelle, era già nella Tribuna autorità lungo i Fori Imperiali a tu per tu con il potere nuovo. Quante volte, in quante intercettazioni, nei tre mesi del lungo stallo politico, Lanzalone e Parnasi avevano vagheggiato di quel governo amico, Lega e 5 Stelle. “Il governo lo sto a fare io” diceva Parnasi che immaginando una figura terza, tecnica, nei panni del premier, aveva gigioneggiato con l’amico e ormai socio Lanzalone, “potresti farlo tu il premier”.
L’INFORMATIVA DATATA 6 GIUGNO
L’incontro Lanzalone-Conte è inserito nell’ultima informativa (6 giugno) prodotta dai carabinieri coordinati dal colonnello Lorenzo D’Aloia prima degli arresti scattati il 13 giugno. Gli “ultimi sviluppi investigativi” sono dedicati appunto a stringere gli indizi sull’ipotesi di corruzione che sarà poi contestata a Parnasi, Lanzalone e soci.
Abbiamo visto come il costruttore Luca Parnasi, secondo il vecchio adagio “io pago tutti i partiti così poi posso alzare il telefono quando voglio” (450 mila euro alla Lega, 150 mila euro a EYU, cioè il Pd e una pioggia di altri versamenti leciti e registrati a una dozzina di parlamentari e candidati locali ), abbia stretto un rapporto assolutamente privilegiato con Lanzalone diventato il dominus, lato Campidoglio, per il via libera al nuovo stadio della Roma.
In cambio Lanzalone è stato ripagato da Parnasi con consulenze per oltre 100 mila euro in un anno. Ma era solo l’inizio. In realtà dalle carte è chiaro come i due, e i loro mondi di riferimento, grazie ad una fitta trama di relazioni fossero ben oltre lo stadio di Tor di Valle fossero già seduti al grande banchetto delle nomine eccellenti e degli incarichi pubblici che contano. A un passo da mettere radici dentro la macchina dello stato.
“ALFONSO MI PORTEREBBE OVUNQUE”
Nei brogliacci dei carabinieri restano alcune frasi scambiate tra Lanzalone a Costantini. Quest’ultimo, ad esempio, “chiede notizie dei loro amici e Luca dice che stamattina alla cerimonia del 2 giugno c’era solo Luigi e questo è sbagliato”.
Lanzalone descrive la situazione nei ministeri e Costantini afferma che “Alfonso (Bonafede, ndr) gli ha detto che vorrebbe portarlo ovunque ed aspetterà che Luciano (Costantini, ndr) gli indichi la posizione che vuole assumere. Luciano gli ha chiesto cosa serve ed Alfonso gli ha risposto che non ha ancora capito come funziona il ministero. Discutono dell'argomento e dell'eventuale incarico”.
I due parlano della “nomina a commissario in qualche amministrazione straordinaria piuttosto che in Cassa depositi e prestiti”, di “altri incarichi e relativi rischi”, della “situazione politica, dei rischi connessi e della responsabilità che adesso dovranno prendersi”. Parlano di arbitrati, di commissioni, di “ricavi da ripartirsi”, citano Laghi (un loro collega) che “fattura 700 mila euro al mese”.
Più in generale discutono “dell’attività relazionale che ha portato vantaggi sia professionali che personali”. E poi quella stretta di mano tra Lanzalone e il neo premier Giuseppe Conte alla sua prima uscita publica ai Fori Imperiali. Un stretta di mano che doveva portare lontano.
A OGNUNO IL PROPRIO GIGLIO MAGICO
Le carte dell’inchiesta sono piene di passaggi come questo, promesse, ingaggi, promozioni, incarichi. Il nuovo mondo di relazioni del governo Lega-5Stelle. Segno che anche il governo del cambiamento riparte dalla più antica delle prassi: una propria rete di relazioni, spesso al di là del merito e delle competenze.
Ognuno ha il suo giglio magico. Avrebbe qualcosa da spiegare anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che, oltre ad essere lo sponsor di Lanzalone (è lui che lo ha portato in Campidoglio), risulta essere molto vicino a questi personaggi tanto da immaginare qualcuno di loro anche nel suo ministero. Bonafede però ritiene di non aver nulla da spiegare. E al Pd che gli ha chiesto di andare in aula, ieri sera il ministro ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo” ha detto chiaramente che non ci pensa proprio: “Non saprei su cosa riferire, nè come parlamentare, nè come ministro”.
LA VERSIONE DI BONAFEDE
GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKEL
Il Guardasigilli ha preso le distanze anche dalla sindaca Virginia Raggi che, nuovamente sentita ieri sera in procura, ha detto e ripetuto che “sono stati Fraccaro e Bonafede ad imporre la presenza di Lanzalone come consulente in Campidoglio e nello specifico sul dossier stadio”. Bonafede ieri ha seccamente smentito la sindaca, segnando una nuova frattura all’interno del Movimento. “Luca Lanzalone è stato scelto da Virginia Raggi, alla quale lo abbiamo presentato io e Fraccaro” ha spiegato il ministro.
“Ero con Fraccaro nella squadra di coordinamento e supporto dei comuni governati dal Movimento 5 stelle: in quel momento - ha ricordato - vi era un'oggettiva situazione di difficoltà, la Capitale è una città difficile e abbiamo ritenuto opportuno presentare alla sindaca Lanzalone che si era dimostrato un avvocato di grande valore e professionalità a Livorno per risanare una società (la municipalizzata dei rifiuti, ndr)”.
LORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTE
Tutto “regolare e in trasparenza” anche sulla nomina di Lanzalone al vertice di Acea. “Probabilmente Raggi, nel selezionare i curricola, ha preso in considerazione l'esperienza che Lanzalone aveva fatto nel suo percorso professionale”. Caso chiuso, insomma, secondo Bonafede. Non è escluso che la procura decida invece di sentirlo come persona informatasi fatti circa le promesse di incarichi e nomine per la squadra di collaboratori al ministero che si percepiscono nelle intercettazioni. Magari sono solo millanterie dei due avvocati, Lanzalone e Costantini. Una verifica può essere utile.
LA RAGGI NUOVAMENTE DAVANTI AI PM
Come quella che ieri sera l’aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin hanno deciso di fare con la sindaca Raggi convocata nuovamente in procura, a 60 ore dal primo verbale, “per fatti nuovi emersi nelle ultime ore”. E che hanno sempre al centro Luca Lanzalone, il suo ruolo, la suaattività per il Campidoglio, il contratto di consulenza gratuita e il percorso che lo ha portato ai vertici di Acea, “una ricompensa” ha ammesso Luigi di Maio. Valore: 240 mila euro.
“I fatti nuovi emersi nelle ultime ore” potrebbero essere legati all’interrogatorio di tre ore che Lanzalone ha reso venerdì al gip nell’interrogatorio di garanzia. Il superconsulente scelto dall'amministrazione pentastellata per seguire il dossier stadio in pochi mesi, da gennaio a aprile 2017, non solo aveva convinto la giunta a cambiare idea sullo stadio a Tor di Valle ma aveva allargato il suo campo d'azione anche ad altri ambiti. “Era diventato lui il vero assessore” ha detto ai pm il 31 maggio l'allora titolare dell'urbanistica Paolo Berdini che lasciò l’incarico nel febbraio 2017 proprio perchè in rotta di collisione sul progetto stadio.
LA RICOMPENSA DA 240 MILA EURO
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini
Ai pm interessa poco sapere chi ha presentato chi, quando e perchè. Lanzalone è arrivato e ha avuto in breve tempo campo libero su quasi tutto. Il sindaco ha dovuto spiegare nuovamente questo passaggio. E anche perchè tutto questo passò da una consulenza gratuita e neppure trascritta, mai formalizzata, sulle apposite liste previste dall’amministrazione capitolina.
E perchè, nell’aprile 2017 Raggi decise di “premiare” Lanzalone con l’incarico da 240 mila euro. Da qui, poi, in pochi mesi, l’avvocato ha potuto tessere la sua rete di relazioni utili a avere incarichi e nomine di rilievo. Oltre che entrare nel giro delle commissioni degli arbitrati. E diventare cliente del costruttore Parnasi che ha iniziato subito a ricompensarlo con altri incarichi e progetti.
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