
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
NETANYAHU HA FATTO “INGAZARE” TUTTO IL MONDO – L'ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE HA VOTATO A FAVORE DELLA CREAZIONE DI UNO STATO PALESTINESE SENZA IL COINVOLGIMENTO DI HAMAS – IL TESTO, PREPARATO DA FRANCIA E ARABIA SAUDITA, È STATO APPROVATO CON 142 VOTI (COMPRESO QUELLO DELL’ITALIA) E CONDANNA ANCHE GLI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO I CIVILI A GAZA, L'ASSEDIO E LA FAME “CHE HANNO PROVOCATO UNA DEVASTANTE CATASTROFE UMANITARIA" – MA DI QUESTO PASSO, CI SARÀ POCO DA RICONOSCERE, VISTO CHE "BIBI" CONTINUA CON I BOMBARDAMENTI E L’EVACUAZIONE DI MASSA DEL POPOLO DI GAZA…
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “la Stampa”
l'assemblea onu vota a favore della dichiarazione di new york 1
A New York una schiacciante maggioranza delle Nazioni Unite – Italia inclusa – inizia a delineare un «cammino irreversibile» verso la creazione di uno Stato palestinese. Automatica, la reazione dell'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, che all'Assemblea generale rimprovera di «cercare di forzare dalla porta sul retro ciò che non può essere accettato al tavolo delle trattative».
Il premier israeliano Netanyahu, invece, non commenta. Non serve, perché l'ha già chiarita il giorno prima, la posizione sua e del suo governo: «Non ci sarà nessuno Stato palestinese», ha promesso giovedì. Una promessa siglata a Maale Adumim, città-insediamento a Est di Gerusalemme, con la firma sul documento che dà il via alla costruzione di nuovi lotti residenziali nell'area E1 in Cisgiordania, interrompendo di fatto la contiguità territoriale per i palestinesi. […]
l'assemblea onu vota a favore della dichiarazione di new york 2
Il testo della dichiarazione di New York, redatto da Francia e Arabia Saudita – ma limato anche con il contributo dell'Italia, ci tiene a precisare la Farnesina –, è stato approvato con 142 voti a favore (tutta l'Europa tranne l'Ungheria e tutti gli Stati arabi del Golfo), 10 contrari (ovviamente Israele e Stati Uniti ma anche l'Ungheria di Orban e l'Argentina di Milei) e 12 astenuti.
Il presidente francese Emmanuel Macron – che con il premier Benjamin Netanyahu è ai ferri corti ma non con le famiglie di ostaggi israeliani, che ha ospitato mercoledì all'Eliseo – si è intestato il risultato e ha sottolineato i principi che guideranno il processo di pace: un cessate il fuoco a Gaza, il rilascio dei rapiti e la creazione di uno Stato sovrano di Palestina, senza Hamas nella Striscia.
[…] Ma il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, obietta che non si specifica che la fazione è «unica responsabile della prosecuzione della guerra». La dichiarazione – sette pagine che saranno la base del vertice del 22 settembre, in occasione del quale Macron ha promesso il riconoscimento dello Stato palestinese – condanna anche gli attacchi di Israele contro i civili a Gaza, l'assedio e la fame «che hanno provocato una devastante catastrofe umanitaria». Una clausola richiede la revisione dei programmi scolastici, nei territori palestinesi ma anche in Israele, riconoscendo il ruolo centrale che l'ideologia gioca nel motivare i nemici. […]
Sotto ordini di evacuazione che hanno raggiunto quasi tutta la Striscia, dal Nord di Gaza City al Sud di Khan Yunis, almeno 50 persone sono rimaste uccise ieri nei bombardamenti israeliani secondo le fonti mediche locali controllate dalla fazione palestinese.
benjamin netanyahu con la mappa della striscia di gaza
Almeno 33 erano nell'area della City, da dove, secondo l'esercito israeliano, circa 250 mila gazawi – su un milione che si trovavano lì – sono stati evacuati, alcuni per l'ennesima volta dall'inizio della guerra. Molti rimangono bloccati nel capoluogo della Striscia. Israele accusa Hamas di impedire la fuga a chi vorrebbe. Ma altri scelgono di restare perché un posto sicuro dove andare non ce l'hanno. Ci prova, l'esercito, a creare condizioni migliori. Sta ampliando – dice – il valico 147, quello centrale, all'altezza di Kissufim, per consentire un maggiore transito di aiuti umanitari.
Oggi il segretario di Stato Usa, Marc Rubio è in arrivo in Israele per assicurare a Netanyahu il sostegno degli Stati Uniti in vista del prossimo riconoscimento dello Stato palestinese. Ma prima, a Washington, ha incontrato il primo ministro del Qatar, Muhammad Al Thani, per tentare di ricucire i rapporti dopo la crisi seguita al raid israeliano su Doha per eliminare la leadership di Hamas lì rifugiata. Una missione dal dubbio successo. Il gruppo ha confermato che il capo negoziatore, Khalil al-Hayya, è sopravvissuto.
benjamin netanyahu - offensiva militare su Gaza City
SFOLLATI A VENEZIA - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
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