DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Antonella Viola per “la Stampa”
In queste settimane molti giornali e programmi televisivi hanno parlato, spesso impropriamente, di digiuno intermittente. Poiché pare che tutto sia nato da una frase del mio ultimo libro in cui racconto che pratico una forma di digiuno con regolarità, credo sia necessario a questo punto che io approfondisca l'argomento e fornisca le basi scientifiche di questa pratica che riscuote così tanti consensi e dissensi.
Il digiuno è presente da sempre nella vita degli esseri umani, per necessità o per scelta.
In tempi recenti, per le persone che hanno la fortuna di avere sempre cibo a disposizione, il digiuno è stato spesso associato a pratiche religiose, come per i monaci tibetani o come fanno i popoli islamici durante il Ramadan.
Ma, in tempi molto più recenti, anche la scienza ha iniziato ad avvicinarsi al digiuno, come strategia per prevenire le patologie tipiche dell'invecchiamento, tra cui la sindrome metabolica, l'aumento di grasso viscerale o il cancro. Forse è stato il prof. Umberto Veronesi il primo medico famoso a parlare di digiuno agli italiani. […]
Veniamo quindi al digiuno intermittente: ci sono solide basi scientifiche per dire che può rappresentare uno strumento di prevenzione delle malattie tipiche dell'invecchiamento? Sì, ma dipende da cosa si intende per digiuno intermittente e da come lo si intraprende. […]
La forma di digiuno che va più di moda parte invece dai nostri ritmi naturali e in inglese si chiama "time-restricted eating". Questa forma di alimentazione prevede di inserire nell'arco della giornata almeno 12 ore di digiuno consecutive corrispondenti alle ore serali e notturne.
E qui la scienza di supporto è molto solida e si basa sui nostri ritmi circadiani. I ritmi circadiani sono dei cambiamenti di tipo fisico e comportamentale che seguono uno schema ripetuto nelle 24 ore (da cui il termine "circadiano" che significa appunto "di circa un giorno"). Questi cambiamenti, che si ripetono con una ciclicità abbastanza costante, rispondono infatti principalmente all'alternanza di luce e buio e sono regolati da una sorta di orologio biologico interno.
Ogni cellula del nostro corpo possiede il proprio orologio biologico ma esiste un meccanismo di sincronizzazione, una sorta di "master clock" che è l'orologio biologico principale del cervello, il quale regola il ritmo di tutti gli altri, riceve informazioni direttamente dagli occhi ed è quindi regolato sulla base dell'alternanza di luce e buio. […]
Che succede dunque se si mangia nelle ore dedicate al riposo, per esempio di sera tardi davanti alla televisione? Accade che gli orologi periferici, sensibili ai nutrienti, cambiano il loro ritmo e segnano un'ora diversa da quella segnata dal master clock. Questo disallineamento dei ritmi circadiani è spesso causa di insonnia ma provoca anche stress metabolico e immunologico e può favorire lo sviluppo di moltissime malattie, da quelle cardiocircolatorie ai tumori.
ANTONELLA VIOLA CON IL BICCHIERE IN MANO
Diversi studi hanno dimostrato che il digiuno circadiano ha effetti molto positivi sulla salute mentre, d'altro canto, è noto che l'abitudine di mangiare durante le ore che dovrebbero essere dedicate al riposo ha effetti deleteri su tutto il nostro corpo. Un'estensione di questa forma di digiuno circadiano allunga un po' le ore in cui non si mangia e le porta fino a 14 o 16, per fare in modo di attivare quelle vie metaboliche favorevoli che difficilmente partono prima delle 12 ore. Questo è quello che, sbagliando, chiamiamo digiuno intermittente. […]
Usare il digiuno circadiano senza una guida può quindi essere completamente inutile o addirittura dannoso, laddove non si introducano nell'arco della giornata calorie o nutrienti adeguati. Tuttavia, per le persone di mezza età (tra i 40 e i 60 anni), se sane e se guidate da esperti della nutrizione, questo approccio sembra essere molto interessante, poco faticoso e certamente meno punitivo della restrizione calorica per prevenire le patologie dell'invecchiamento e puntare ad una longevità sostenibile.
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