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Francesco Musolino per “Il Messaggero”
jennifer doudna emmanuelle charpentier 1
Il punto di confine fra scienza e fantascienza, lì dove si spingono le menti che sognano di oltrepassare ogni limite, è la comprensione del codice della vita, la scintilla della creazione. E ovviamente, la possibilità di editarlo, sradicando le malattie genetiche e un giorno, poterlo scrivere, partendo da zero.
Oggi siamo più vicini a questo traguardo, come testimonia l' assegnazione da parte dell' Accademia Reale di Svezia del Premio Nobel 2020 per la Chimica, equamente diviso fra la 51enne biochimica francese, Emmanuelle Charpentier e la 56enne chimica americana, Jennifer A. Doudna, per lo sviluppo di un metodo di editing del genoma. Charpentier e Doudna hanno sviluppato la Crispr/Cas9, le cosiddette forbici genetiche ovvero la tecnica che taglia&incolla il Dna, uno degli strumenti più potenti dell' ingegneria genetica che permette di riscrivere il codice vitale, aprendo la strada a molte terapie per curare tumori e sviluppare di nuove cure contro l' anemia falciforme e la cecità ereditaria.
crisp cas9 il metodo taglia e incolla per il dna
LE PRECEDENTI
La Crispr/Cas9, in pratica, consente ai ricercatori di alterare il dna di animali, piante e microrganismi con estrema precisione, non a caso questa procedura è già stata ribattezzata l' antibiotico 2.0, l' arma del futuro per sconfiggere i virus e i batteri più resistenti.
Per la prima volta nella sua storia che parte nel 1901 spetta a due donne dividersi questo riconoscimento che fino ad oggi era stato assegnato solo a cinque donne. La prima fu la celebre Marie Curie nel 1911 cui dobbiamo la scoperta e gli studi sugli elementi del radio e del polonio, poi Irene Joliot-Curie nel 1935, seguita da Dorothy Crowfoot Hodgkin (1964), Ada Yonath (2009) e infine, Frances Arnold (2008) per il suo studio sull' evoluzione diretta degli enzimi.
premeio nobel per la chimica 2020 emmanuelle charpentier jennifer doudna
E come spesso accade, anche stavolta il caso ha giocato il suo ruolo. La Charpentier inizialmente stava studiando il batterio Streptococcus pyogenes, responsabile di infiammazioni nell' uomo, scoprendo così un frammento del patrimonio genetico utilizzato dal batterio come arma per combattere i virus.
Nel 2011 le due chimiche hanno unito gli sforzi e, in un anno appena, sono riuscite nell' intento di ricostruire in laboratorio l' arma del batterio, editandola, ottenendo una sorta di forbici molecolari in grado di intervenire, con altissima precisione, sul dna. E oggi hanno dato vita a un team di lavoro giovane, dinamico e a prevalenza femminile.
L' INCORAGGIAMENTO
Un Nobel per la chimica diviso fra due donne è un altro importante tassello verso la parità di diritti che avviene nel migliore dei modi ovvero mediante il riconoscimento più autorevole in ambito scientifico. «Le donne - ha dichiarato Emmanuelle Charpentier, in collegamento con la sede dell' Accademia Svedese delle Scienze, a Stoccolma - possono lasciare un segno importante nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che vogliono lavorare nella ricerca.
Spero che questo riconoscimento sia un messaggio positivo per le ragazze che vogliano seguire la strada della ricerca. La speranza - ha aggiunto la biochimica che ha completato gli studi in patria all' Istituto Pasteur e oggi dirige a Berlino l' Istituto Max Planck Unit per le Scienze dei patogeni è che questo Nobel dimostri che le donne possono avere un impatto attraverso le ricerche che svolgono».
IL FUTURO
Oggi viviamo un momento storico importante sotto vari aspetti. È vero, siamo impauriti per il nostro futuro e talvolta insofferenti per le restrizioni imposte dalle autorità sanitarie eppure, nel giro di pochi giorni, l' Accademia Reale di Stoccolma ha reso noti al grande pubblico gli studi degli scienziati che hanno esplorato l' universo e i buchi neri sicuramente il concetto scientifico più vicino alla fantascienza ideata da Asimov e Lem e intanto, l' assegnazione del Nobel alla chimica alla biochimica francese Emmanuelle Charpentier e alla chimica americana Jennifer A.
emmanuelle charpentier jennifer doudna
Doudna, ci ricordano insieme al Nobel per la Medicina per la scoperta del virus dell' epatite C - quanta strada abbiamo ancora da compiere riguardo la comprensione del corpo umano, le sue fragilità e le sue potenzialità. Oggi più che mai, superare i limiti e colorare gli spazi vuoti della mappa della conoscenza è fondamentale. Dobbiamo avere il coraggio di rimettere al centro del discorso la preparazione scientifica per costruire il nostro domani. Senza smettere di sognare le stelle.
crispr cas9emmanuelle charpentier jennifer doudna 1jennifer doudna emmanuelle charpentier crispr cas9 2
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