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NON DITE AL PAPA CHE L'INDIA, CON CUI FACCIAMO MOLTI AFFARI, DISCRIMINA I CRISTIANI - I GIUDICI DELL'ALTA CORTE DI BANGALORE HANNO NEGATO IL DIRITTO AGLI ALIMENTI A UNA DONNA CHE AVEVA DIVORZIATO DAL MARITO DOPO ESSERSI CONVERTITA AL CRISTIANESIMO - PER I MAGISTRATI, LA CONVERSIONE A UNA RELIGIONE DIVERSA DALL'INDUISMO CANCELLA IL DIRITTO RICEVERE L'ASSEGNO DI MANTENIMENTO...
(ANSA) - Un collegio di giudici dell'Alta Corte di Bangalore, la capitale dello stato del Karnataka, ha negato il diritto agli alimenti a una moglie che ha divorziato dopo essersi convertita al cristianesimo. I magistrati hanno sostenuto che la conversione a una religione diversa dall'induismo cancella il diritto della moglie a ricevere l'assegno di mantenimento. La donna, che si era sposata nel 2000 e si è convertita al cristianesimo dopo la morte di una delle due figlie, ha lottato per dieci anni chiedendo gli alimenti, che sono previsti dal codice che regola i matrimoni tra induisti.
La decisione dei magistrati riapre il dibattito sul codice civile unificato: in questo momento in India le problematiche legate al diritto di famiglia sono regolate da codici civili diversi a seconda della religione cui appartengono le famiglie. Il governo di Modi ha ripetutamente annunciato l'intenzione di approvare un codice unificato, ma la proposta ha incontrato nel paese forti contrarietà, soprattutto da parte della minoranza musulmana.
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