sangalli venturini rivolta

SANGALLI CEDRONI – NON FU UN'ESTORSIONE A COSTRINGERE IL PRESIDENTE DI CONFCOMMERCIO CARLO SANGALLI A DONARE 216 MILA EURO ALLA SUA EX SEGRETARIA GIOVANNA VENTURINI CHE L'AVEVA ACCUSATO DI MOLESTIE SESSUALI – AL PROCESSO ERANO IMPUTATI LA DONNA E L'EX DG FRANCESCO RIVOLTA PER I QUALI LA PROCURA DI ROMA AVEVA CHIESTO RISPETTIVAMENTE 4 E 5 ANNI - “L'ASSOLUZIONE DIMOSTRA CHE LE DICHIARAZIONI DELLA SIGNORA VENTURINI SONO STATE RITENUTE MOLTO PIÙ CREDIBILI DI QUELLE ACCUSATORIE DEL SIGNOR SANGALLI”

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

carlo sangalli 2

Non fu un'estorsione a costringere il 19 gennaio 2018 il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli a donare 216 mila euro alla sua ex segretaria Giovanna Venturini che l'aveva accusato di molestie sessuali.

 

Nato da una querela dello stesso Sangalli, finisce con un'assoluzione con la formula piena «perché il fatto non sussiste» il processo di primo grado in cui erano imputati la donna e Francesco Rivolta, ex direttore generale dell'organizzazione, per i quali la procura di Roma aveva chiesto il carcere: 4 anni e mezzo per la prima e 5 anni per il secondo.

 

giovanna venturini la donna che ha accusato carlo sangalli di averla molestata

«L'assoluzione dimostra che le dichiarazioni della signora Venturini sono state ritenute molto più credibili di quelle accusatorie del signor Sangalli», precisa l'avvocato Paolo Gallinelli, che difende Venturini da quando questa vicenda è esplosa. Quindi, nel processo con rito abbreviato, il giudice per l'udienza preliminare Alessandro Arturi ha ritenuto che non c'è stata alcuna minaccia e neppure violenza da parte dei due imputati nei confronti dello storico presidente di Confcommercio e che il denaro versato non era frutto di un reato, tant' è vero che ha dissequestrato i 216 mila euro che erano stati dati da Sangalli a Venturini con una donazione formale sottoscritta di fronte ad un notaio e che erano stati bloccati.

francesco rivolta ex dg confcommercio

 

Sangalli aveva querelato la Venturini e Rivolta tre giorni dopo che il Corriere della Sera , a novembre 2018, aveva pubblicato le accuse della signora. Episodi che, secondo la donna, risalivano alla fine del 2010 e che, però, non erano mai stati formalizzati con una denuncia alla magistratura. 

 

Non lo saranno nemmeno dopo, ma lei, sentendosi vittima di discriminazioni e di mobbing, decise di rivelare tutto ai familiari nel 2017 quando la vicenda aveva cominciato a circolare a mezza bocca nei corridoi delle sede centrale dell'associazione di categoria. La storia era emersa nella primavera 2018 quando tre vice presidenti di Confcommercio avevano chiesto a Sangalli di dimettersi perché temevano che il caso potesse travolgere l'intera organizzazione.

 

Sangalli, negando con decisione le avances di cui parlava la donna, querelò la stessa Venturini e Rivolta accusandoli di aver tramato insieme per costringerlo a versare il denaro dietro la «larvata minaccia» di far scoppiare uno «scandolo». Venturini, invece, ha affermato che fu «un'iniziativa di Sangalli» per «risarcire il danno» e che fu lei a pretendere che la donazione avvenisse di fronte ad un notaio, per «fare le cose con trasparenza».

 

carlo sangalli

Durante il processo, Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo fino al 2019, ha testimoniato che Sangalli gli chiese di intercedere presso Rivolta affinché questi mediasse con la Venturini alla quale voleva «corrispondere una somma». Il «contributo dato dalle dichiarazioni del dottor Guzzetti al procedimento è stato importante, ma lo è stata soprattutto la documentazione che abbiamo prodotto che dimostra che non c'è stata alcuna estorsione», afferma l'avvocato Gallinelli. 

 

Soddisfatti anche i difensori di Rivolta, gli avvocati Claudia Ferri e Salvatore Scuto. «La sentenza ristabilisce in modo radicale ed inconfutabile la verità storica e, affermando l'innocenza del dottor Rivolta, sottolinea i molteplici profili di responsabilità di chi ha inteso strumentalmente accusare l'allora direttore generale di Confcommercio pur di difendere sé stesso», dichiara Scuto. 

 

sangalli

In attesa delle motivazioni del primo grado per «valutare il da farsi», l'avvocato Domenico Aiello, che assiste la parte lesa Sangalli, si congratula con i colleghi delle difese ed invita a «non strumentalizzare o stravolgere il significato di questa pronuncia provvisoria, ricordando che il mio assistito è stato costretto a difendersi ed a querelare a seguito di iniziative mediatiche disinvolte». Aiello invita a non dimenticare che la procura, che aveva chiesto il rinvio a giudizio, «ha ottenuto un importante sequestro e ha ribadito anche oggi (ieri, ndr. ) le richieste di condanna per il reato di estorsione».

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