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LUPUS IN...FIBULA - NON SOLO IN AFRICA: IN ITALIA SI STIMA CHE CIRCA 88.500 DONNE DI ETÀ SUPERIORE AI 15 ANNI HANNO SUBITO MUTILAZIONI GENITALI - IL 98% DI CHI HA SUBITO LA PRATICA ATROCE È NATO ALL’ESTERO: IL MAGGIOR NUMERO SI REGISTRA TRA LE DONNE OVER 50 E SI RIDUCE AL DIMINUIRE DELL'ETÀ - LE BAMBINE SOTTO I 15 ANNI A RISCHIO SONO CIRCA 16MILA - LE COMUNITÀ CON NUMERI ASSOLUTI PIÙ ALTI SONO EGIZIANE, NIGERIANE ED ETIOPI...
(ANSA) - Secondo uno studio condotto dall'Università di Milano Bicocca e Università di Bologna viene stimato che in Italia sono presenti circa 88.500 donne di età superiore ai 15 anni che hanno subito mutilazioni genitali (mgf). I dati - riferiti al 1 gennaio 2023 - vedono un aumento del 1% rispetto alle stime pubblicate nel 2019, sempre da uno studio condotto dalla Bicocca che rappresenta l'ultimo dato disponibile.
Il maggior numero si registra tra le donne over 50 e si riduce al diminuire dell'età. La grande maggioranza, il 98%,sono nate all'estero. Le bambine sotto i 15 anni potenzialmente a rischio di mgf in Italia sono circa 16mila.
Sono alcuni dei dati presentati nella Sala Consiglio della Città Metropolitana di Milano in un evento promosso dai due atenei, in collaborazione con Amref Health Africa.
Le comunità con numeri assoluti più alti sono egiziane, nigeriane ed etiopi. L'incidenza più alta si registra tra le donne somale (97,8%), sudanesi (90,8%) e guineane (91,5%), secondo l'indagine. Le mgf sono una violazione dei diritti umani che colpisce almeno 230 milioni di donne, nel mondo.
"In diversi Paesi si registrano riduzioni significative: le giovani subiscono le mgf meno frequentemente rispetto alle adulte" affermano Patrizia Farina dell'Università Milano-Bicocca e Livia Ortensi dell'Università di Bologna, che hanno curato la ricerca, insieme ad Alessio Menonna di Fondazione Ismu, all'interno del Progetto Dora.
"La sola strada che conosciamo, insegnataci dall'Africa - afferma Paola Crestani, presidente di Amref Italia - è il dialogo con le comunità e con tutti gli operatori coinvolti. Una sfida che, date le stime della ricerca, deve essere rafforzata, a tutti i livelli, ma che ci dà speranza, guardando alla diminuzione della pratica tra le nuove generazioni".
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