sandokan cattura messina denaro

LE NOTTI IN BIANCO, I PEDINAMENTI, LA CLINICA CIRCONDATA: COME E' STATO CATTURATO MESSINA DENARO - PARLA SANDOKAN, IL MILITARE DEL ROS DEI CARABINIERI CHE FA PARTE DELLA SQUADRA ENTRATA IN AZIONE A PALERMO IL 16 GENNAIO - "SONO STATO UN UOMO OMBRA. HO TRASCORSO INTERE GIORNATE E INTERE NOTTI IN AUTO, ACCANTO ALLE BOTTIGLIE VUOTE CHE SI UTILIZZANO SE SCAPPA UN BISOGNO. SUL CRUSCOTTO PANINI E ACQUA, SOTTO AI SEDILI I VESTITI PER CAMBIARMI. PER TUTTI NOI DELLA CRIMOR LA MACCHINA DIVENTA LA TUA SECONDA CASA” - VIDEO

 

Romina Marceca per repubblica.it

 

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L’immagine che vede chiudendo gli occhi, l’unica parte del viso che il passamontagna lascia libera, è questa: “Noi che accerchiamo, uno stretto all’altro, l’obiettivo che da due anni era la mia ossessione e da trenta dell’intero Paese. Il latitante più ricercato d’Italia era in mezzo a sette di noi. Poi sono arrivati gli altri. Ce l’avevamo fatta. Il nostro cerchio si chiudeva attorno a Matteo Messina Denaro”. Chi parla e nasconde l’identità sotto il mephisto è l’investigatore della Crimor del Ros che la mattina del 16 gennaio ha catturato U’ Siccu. Il suo nome di battaglia è Sandokan. Indole da pirata e animo gentile, dà appuntamento in un luogo appartato. Discrezione è la sua parola d’ordine.

 

La mattina del blitz era con la sua squadra vicino la clinica La Maddalena.

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“Non dormivo da tre notti. La zona attorno alla struttura era sotto monitoraggio continuo, era ripresa dalle telecamere. Pedinamenti e intercettazioni avevano scandito la vita della squadra. All’alba di quel giorno eravamo già tutti schierati e ben mimetizzati, oltre trenta uomini. Tutta la Crimor era lì, e non solo. Sapevamo che il signor Andrea Bonafede sarebbe arrivato in mattinata alla clinica La Maddalena. Noi eravamo certi che fosse la falsa identità di Matteo Messina Denaro”

 

matteo messina denaro

Poi è scattata l’operazione.

“Alle 9,15 sulle nostre radio, collegate tra loro, è arrivato il segnale. Quell’uomo col montone e il cappellino in testa era l’uomo che si presentava col nome di Andrea Bonafede, accanto a lui un accompagnatore. Erano in una stradina senza uscita. Gli abbiamo urlato: “Fermo, fermo, carabinieri”. Lui si è bloccato, lo abbiamo circondato coi nostri corpi mentre gli dicevamo: “Lo sappiamo che sei Matteo Messina Denaro” e lui ha risposto “Sì”. Era fatta, la caccia era finita”.

 

Lei è stato assegnato alla Crimor due anni fa.

“Sono stato un uomo ombra, restare nel buio è un’esigenza per chi deve braccare un latitante. Ho trascorso intere giornate e intere notti in auto, accanto alle bottiglie vuote che si utilizzano se scappa un bisogno. Sul cruscotto panini e acqua, sotto ai sedili i vestiti per cambiarmi. Per tutti noi della Crimor la vita viene scandita dai tempi di chi pedini e la macchina diventa la tua seconda casa”.

 

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MATTEO MESSINA DENAROMATTEO MESSINA DENARO ENTRA NELLA CLINICA LA MADDALENA 1