DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Enrico Mingori per www.tpi.it
Prima l’università Luiss che prende le distanze dalle sue posizioni sulla guerra in Ucraina. Poi la Rai che gli cancella il contratto già firmato con il programma Cartabianca. E adesso anche l’Eni, pronta a tagliare i fondi al suo Osservatorio sulla Sicurezza internazionale. Un’altra mazzata in arrivo, per il professor Alessandro Orsini, il sociologo del terrorismo diventato il personaggio più discusso dei salotti tv che parlano di guerra in Ucraina.
Una fonte qualificata interna a Eni ha riferito a TPI che l’azienda non ha intenzione di rinnovare il finanziamento che eroga dal 2016 all’Osservatorio interno alla Luiss diretto da Orsini, cifra il cui ammontare è coperto da riservatezza. Interpellata dal nostro giornale, la società ci fa sapere in via ufficiale che “non commenta l’indiscrezione”. Ma la decisione sembra ormai presa.
Non sono note le motivazioni all’origine della scelta, ma è logico pensare che abbiano avuto un peso le polemiche scaturite per le posizioni assunte dal professore sull’invasione russa dell’Ucraina e sulla strategia dell’Occidente rispetto al conflitto in corso. Interpellato da TPI, Orsini non ha voluto commentare la notizia.
L’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, fondato dal docente sei anni fa, si occupa di ricerca, consulenza, organizzazione di eventi pubblici: la sua missione – si legge sul sito – è “creare ponti tra il mondo accademico e il pubblico, con l’obiettivo di consentire un processo decisionale informato sulle questioni di sicurezza internazionale”. L’osservatorio edita anche il quotidiano online Sicurezza Internazionale, diretto dallo stesso professor Orsini e a cui lavorano una decina di giovani analisti.
Il finanziamento di Eni ha ad oggetto in particolare la realizzazione di un progetto intitolato “Geopolitica dell’energia”, dedicato – come viene spiegato in un vecchio comunicato stampa – alla “analisi dei fenomeni di natura sociale, politica e culturale che caratterizzano i Paesi dell’area Mediterranea e del Medio Oriente e del loro impatto sul business dell’energia”. Eni specifica che il finanziamento non è erogato direttamente all’osservatorio di Orsini, bensì alla Luiss, che lo ha poi affidato al professore.
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