DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Michela Allegri per “Il Messaggero”
Ecco l'altra faccia della medaglia di lockdown, restrizioni alla libertà di movimento e zone rosse causa pandemia: sono calate le percentuali relative a incidenti stradali, furti e rapine, addirittura sono scesi i numeri dei reati in generale, compresi quelli che si riferiscono ad aggressioni e violenze.
Ma un triste dato è rimasto in crescita costante: quello degli incidenti che riguardano i ciclisti. Sono 44 gli appassionati di due ruote morti in strada solamente nel primo trimestre del 2021. Tradotto: si conta un morto ogni 48 ore.
Un dettaglio che stupisce, visto che si tratta di un periodo che è stato contraddistinto da parecchie limitazioni alla circolazione a causa della pandemia da coronavirus, con chiusure mirate, divieti e molte regioni colorate di rosso.
I decessi sono stati 14 nel mese di gennaio, 17 in febbraio, 13 in marzo. E si tratta di un numero più elevato rispetto agli stessi periodi del 2019 - quando gli incidenti mortali erano stati 37 - e anche del 2018 - quando si erano contati 33 decessi -. I casi di pirateria sono stati sei in tutto.
LA PERCENTUALE
I numeri sono stati diffusi dall'Osservatorio ciclisti dell'Asaps, l'Associazione sostenitori della Polizia stradale.
L’aumento degli incidenti mortali rispetto a due anni fa, quando ancora non c'erano limitazioni agli spostamenti, lockdown, zone rosse, è stato del 19 per cento. Una percentuale che spinge a fare una riflessione sulle carenze di sicurezza nelle nostre strade.
La regione nella quale si sono registrati più incidenti mortali, 11 in tutto, cioè il 25 per cento del totale, è l'Emilia-Romagna, dove la bicicletta è il mezzo più utilizzato dalla popolazione negli spostamenti quotidiani.
A seguire ci sono la Lombardia con 6 incidenti, il Piemonte con 5, la Puglia con 4, e poi la Campania, il Lazio, l'Abruzzo e la Sicilia con 3 morti.
GLI INCIDENTI
Le situazioni di pericolo riguardano soprattutto i viaggi in strada e gli incroci con gli altri veicoli. Le vittime sono state travolte da un'automobile in 29 casi. In altri 9 si sono scontrate con un autocarro e in un solo caso con una moto.
Le uscite di strada autonome sono invece state cinque. Un altro dettaglio deve essere sottolineato: gli over 60 si confermano la categoria più a rischio incidente. Le vittime in questa fascia di età sono infatti state ben 21, quasi la metà del totale.
LA SICUREZZA
«Un ciclista morto ogni due giorni, con le restrizioni alla mobilità, è un dato preoccupante - commenta il presidente dell' Asaps, Giordano Biserni -. Un aumento del 19 per cento rispetto al 2019, ultimo anno di vera libertà di movimento, deve far scattare un campanello d'allarme generale».
Adesso il timore è per i mesi estivi, con meno restrizioni e più uscite, e un ritorno del traffico a livelli quasi normali. «Cosa accadrà nei mesi estivi, quando, si spera, saremo più liberi di circolare, se oggi piangiamo già 44 morti? - aggiunge Biserni -. Le norme che dovrebbero tutelare maggiormente i ciclisti ci sono, ma, forse, è proprio la cultura di ogni utente della strada, automobilista e ciclista, che deve cambiare prima che si sia troppo tardi».
Una delle cause principali di incidenti è un'abitudine diffusa e pericolosa: l'utilizzo del cellulare alla giuda. «Quanti incidenti ed investimenti di ciclisti sono causa ad esempio della distrazione da cellulare? - si domanda il presidente del Asaps -. Come sempre serve anche una maggiore presenza di divise sulla strada, ogni giorno».
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