DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S…
OGNI OCCASIONE È BUONA PER IL GOVERNO PER ATTACCARE LE TOGHE – LA STORIA DELLA COPPIA A CUI SONO STATI TOLTI I TRE FIGLI PERCHÉ VIVE NEI BOSCHI DI CHIETI DIVENTA UN CASO POLITICO. MELONI DICE DI ESSERE “COLPITA E ALLARMATA”, ANNUNCIA DI VOLER VEDERE IL PADRE E HA PARLATO CON NORDIO PER MANDARE AL TRIBUNALE GLI ISPETTORI DEL MINISTERO. E SALVINI PARLA DI “DECISIONE VERGOGNOSA” DEL TRIBUNALE. IMMEDIATA LA REAZIONE DELLA GIUNTA ANM DELL’AQUILA: “INOPPORTUNA STRUMENTALIZZAZIONE” – IN MEZZO IL DRAMMA DI UNA FAMIGLIA, DOPO CHE I SERVIZI SOCIALI HANNO RITENUTO LE CONDIZIONI IGIENICHE DEL CASOLARE NEL BOSCO COME NON ADATTE AI BAMBINI. IL DOLORE DEL PADRE: “È STATA LA NOTTE PIÙ TRISTE DELLA MIA VITA. MI SONO RITROVATO SOLO, ALL’IMPROVVISO SENZA LA MIA FAMIGLIA. MIA MOGLIE È CON I PICCOLI, MA NON HA POTUTO DORMIRE CON LORO. SE IL RICORSO PER RIAVERE I NOSTRI FIGLI NON ANDRÀ BENE CE NE ANDREMO DALL’ITALIA…”
1. TOLTI I FIGLI ALLA FAMIGLIA NEL BOSCO IL GOVERNO PENSA AGLI ISPETTORI
SALVINI: POTREI ANDARE A CHIETI. MELONI SENTE NORDIO E NON ESCLUDE DI INCONTRARE IL PAPÀ
Estratto dell’articolo di Valentina Baldisserri per il “Corriere della Sera”
Nathan e Catherine Trevallion - la famiglia nel bosco
Dopo la decisione del tribunale per i minorenni de L’Aquila di spostare in una comunità protetta la mamma e i tre figli, il caso della famiglia che vive nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti, esplode a livello nazionale, tanto da arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi. La premier Giorgia Meloni «colpita e allarmata», tanto che potrebbe incontrare il padre, avrebbe avuto un colloquio con il ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere chiarimenti e valutare l’ipotesi di inviare a L’Aquila gli ispettori del ministero.
Un’ipotesi che trova d’accordo Matteo Salvini che ha criticato duramente, sin dalle prime ore, la decisione del tribunale dell’Aquila: «Ritengo vergognoso — ha detto — che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un Paese ospitale e che invece gli ruba i bambini».
Parole che hanno suscitato l’immediata reazione della Giunta Anm dell’Aquila che giudica: «Inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media».
Nathan e Catherine Trevallion - la famiglia nel bosco
Lo scontro è politico. Ma al centro resta sempre una storia che tocca i cuori. Nathan , Catherine e i loro tre figli hanno vissuto ore di grande sofferenza nel casolare di Palmoli, in Abruzzo, dove hanno scelto di vivere in armonia totale con la natura. L’arrivo improvviso e scioccante degli assistenti sociali insieme con i carabinieri in borghese, i bimbi portati via in una comunità protetta di Vasto con mamma Catherine. Tutto in poche ore e papà Nathan si è ritrovato solo con i suoi pensieri nella casa improvvisamente toppo grande. Il decreto del Tribunale dell’Aquila ha stabilito l’allontanamento dei tre figli (uno di 8 e due gemelli di 6 anni) e la sospensione della potestà genitoriale.
Un provvedimento che arriva dopo mesi di ispezioni e di relazioni dei servizi social. I fari accesi su questa famiglia dopo un’intossicazione alimentare, la segnalazione dei carabinieri che si accorgono che i tre minori non sono stati vaccinati e non vanno a scuola. I servizi sociali scrivono che le condizioni igienico sanitarie del casolare non sono adatte ai minori.
In quel casolare in pietra manca l’acqua corrente, non c’è gas per il riscaldamento, c’è però una stufa a legna. Il bagno è di quelli a secco e si trova all’esterno della casa.
[…]
nathan e catherine trevallion 1
«Amiamo vivere così, a contatto con la natura e senza tecnologia. E vogliamo che i nostri figli crescano nella bellezza», ripetono Nathan e Catherine, lui inglese e lei australiana. Filosofia di vita che non include la scuola istituzionale. I tre bimbi non frequentano le scuole del posto: «Studiano con noi a casa, un unschooling — spiegano i genitori —, un metodo legale in Italia».
Per il tribunale dei minori dell’Aquila invece: «C’è una grave negligenza genitoriale conseguente alla mancata frequentazione di istituti scolastici e all’isolamento». Così arriva il decreto di allontanamento […]
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2. «VOGLIAMO VIVERE CON I PICCOLI QUI LA LEGGE È CON NOI»
Estratto dell’articolo di V.BAL. per il "Corriere della Sera"
«Noi vogliamo vivere qui, in questa casa, con i nostri figli, i nostri animali e le nostre abitudini.
L’Italia ci ha accolti a braccia aperte, amiamo l’Abruzzo e la sua gente di cuore.
Ma se non c’è altra opzione, se i giudici confermeranno la loro decisione, prenderemo i nostri passaporti e andremo via». Nathan Trevallion si fa forza, ma la voce trema all’eventualità di lasciare tutto.
«È stata la notte più triste della mia vita — racconta —. Mi sono ritrovato solo nel casolare, all’improvviso senza la mia famiglia. È stato uno choc ma devo reagire perché la mia famiglia torni a casa».
nathan e catherine trevallion 2
Ha rivisto ieri i suoi figli?
«Sono andato a trovarli nella casa famiglia di Vasto dove sono stati collocati dal Tribunale dei minori dell’Aquila».
Gli son bastati quei dieci minuti concessi dalle assistenti sociali per tornare a sorridere.
«Li ho trovati bene, sereni. Sanno tutto, la verità. Non hanno potuto dormire con la mamma ma fa niente. L’importante è che lei sia con loro».
Come andrà a finire, Nathan?
«Usciremo da questa situazione ne sono certo. La legge è dalla nostra parte. Ieri ero molto arrabbiato con i giudici, oggi no. Con l’avvocato stiamo preparando il ricorso in appello. Ho fiducia. Tra 3-4 giorni Catherine e i bimbi torneranno».
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Ma se invece il ricorso dovesse fallire?
«Mia moglie ha il passaporto australiano. Potrebbe tornare nel suo Paese con i bimbi. Li raggiungerei dopo aver sistemato i nostri animali. Ma sarebbe una sconfitta […]».
3. «QUEI BAMBINI NON POSSONO RESTARE SENZA SCUOLA E AMICI»
Estratto dell’articolo di Agostino Gramigna per il "Corriere della Sera"
Patria potestà sospesa e ordine di spostare i bambini in una struttura protetta. Decisione troppo drastica?
«Se i giudici hanno individuato una situazione di pregiudizio significa che ci sono rischi per la violazione dei diritti tali da richiedere un intervento estremo, come il collocamento in una comunità. Rispetto l’autonomia della magistratura ma spero che il trauma venga giustificato».
Riccardo Bettiga è il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Lombardia. Quotidianamente si occupa di contenziosi sui figli tra famiglie e autorità giudiziaria. Tra le motivazioni del provvedimento del Tribunale ci sono igiene, mancanza di elettricità e acqua corrente in casa.
«Non ci sono standard normativi di riferimento. Da nessuna parte c’è scritto che una famiglia deve avere l’elettricità in casa. Le condizioni igieniche sono invece legate alla salute».
Ci sarebbe anche il diritto leso alla socialità e alla scuola.
«Questo mi sembra il punto sostenibile. Va tutelato il diritto ad avere un’istruzione e relazioni sociali attraverso la scuola pubblica […]».
Le decisioni dei tribunali si basano sui rapporti degli assistenti sociali?
«Sì. Ma senza nulla togliere al lavoro degli assistenti, ci sarebbe bisogno di altri elementi di garanzia, magari di rapporti di consulenti di parte, come nei processi».
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