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Marco Neirotti per “la Stampa”
Fu un delitto sociale la passione tra Fausto Coppi e Giulia Occhini. Dispensario di sofferenze la dedizione a Pablo Picasso. Questione di partito il legame fra Palmiro Togliatti e Nilde Jotti. Nelle love story dei personaggi dell’arte, finanza, sport, spettacolo, politica biografie e cronaca, gossip e fantasia gustano una superficie ondosa, talora spumeggiante talora di sangue, ma l’anima di quei romanzi resta celata fra correnti e detriti lasciati sul fondale da un intrico di passione e sofferenza e per liberarla occorre un occhio inconsueto, letterario e «del mestiere».
A questi e altri personaggi lo dedica Laura Gaetini, avvocato matrimonialista e della famiglia (patrocinante alla Sacra Rota) con “Desiderare la donna d’altri” (in libreria fra pochi giorni per arabAFenice), storie di «coppie celebri e matrimoni troppo affollati» che - scrive Vittorio Feltri nella prefazione - «pensavamo di conoscere dalla A alla Z» e «in balia di altre penne e cervelli risulterebbero patetiche e avvilenti».
Laura Gaetini li percorre nelle emozioni, ma anche nelle gabbie delle convenzioni, dei costumi, della morale mutevole nei tempi, rendendoli ancor più unici e insieme corali in questi giorni di legge sul divorzio breve.
Vincitori e perdenti
Vincitrice fu Rosa Vercellana, la Bela Rosin, giovane e un po’ rozza amante di Vittorio Emanuele II, senza che la legittima consorte, la Regina Maria Adelaide, grazie all’armatura della dignità, fosse una perdente. Più preoccupato di lei pareva Cavour, che pagava il re perché troncasse quella storia. Il sovrano prese i soldi, tenne l’amante la fece contessa e alla fine la sposò, in una storia un poco da gran Corte e un poco da sagra paesana.
Trionfa l’amarezza nelle pagine di Maria Callas e Aristotele Onassis (per altro ben dotato di corna dalla prima consorte) in un vortice di volubilità che suggerisce a un cronista la definizione di «viaggio dei dannati» per una vacanza in yacht.
Problemi legali (l’adulterio è reato), esuberanze ardite (il patriarca benedice pubblicamente i concubini), egoismi volgari (la Callas cacciata dalla barca perché arriva Jacqueline Kennedy), culminano in un matrimonio Onassis-Kennedy che è la festa degli avvocati, oceano di clausole che non trascurano i «doveri» sessuali.
norman mailer e jacqueline kennedy onassis
La pittrice Frida Kahlo risponde ai tradimenti di Diego Rivera consolandosi con donne. Ed è amore profondo quello di Eleanor Roosvelt, moglie del presidente Usa, per la giornalista Lorena Hickok. La vera storia di Eleanor è solitudine d’emozioni in un cammino doppio: nella puritana America la paladina dei diritti civili sconta di nascosto il suo diritto di cuore. Più di tutti la solitudine colpirà la povera Lorena, che ha lasciato una splendida carriera per amore ed è tradita non da un’altra passione ma dal ruolo pubblico dell’amata. E la scrittrice lascia entrare nel racconto l’avvocato con un quesito: c’è una scala di gravità per i gusti amorosi del traditore? Se il fedifrago si rivolge al suo stesso sesso reca maggior «offesa»?
Danno esistenziale
Davanti ai giudici l’autrice accompagna Pablo Picasso e la sua ferrea convinzione per cui «le donne sono zerbini o dee» (facendo di tutto per mutare in zerbini anche le dee). Amori innaffiati e buttati via, croci di innamorate suicide. Oggi si chiama «danno esistenziale» e può costare parecchio.
Kennedy - o, sarebbe meglio, i Kennedy - è per Marilyn Monroe il cinismo del potere che vessa la fragilità emotiva. E’ la logica moralistica del partito a vessare - e fallisce - l’amore tra Palmiro Togliatti e Nilde Jotti. La Dama bianca Giulia Occhini paga il suo amore segreto per Fausto Coppi (svelato casualmente da una foto di cronaca e non di paparazzo) con quattro notti preventive in cella prima del processo.
E i tifosi di ciclismo, anziché intenerirsi, attaccano il loro campione con scritte sui muri durante il percorso.
L’apogeo dell’intreccio fra poteri e amore è quello di Carlo e Diana, storia scellerata fin dalla sera prima del matrimonio, quando Carlo ha pronto un monile per Camilla. Oltre a chi la consolerà - fino alla morte nel tunnel di Parigi - Diana troverà il riscatto maggiore nel rubare la scena dei media al marito, riabilitando se stessa e mettendo in imbarazzo lui.
Ma poi, come quando vien buio e le porte dei tribunali sono serrate sulle storie di vita, pian piano si dimentica, si bevono avventure nuove, se ne gusta la superficie, mentre da quelle chiuse in cancelleria esce l’anima profonda che le altre accomuna nelle giravolte dell’amore, «punizione per non sapere stare soli».
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