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UOMINI CHE ODIANO LE DONNE – UN OPERAIO 37ENNE DELLA PROVINCIA DI NOVARA HA UCCISO LA COMPAGNA DI 49 ANNI CON DUE COLTELLATE ALLA GOLA PRIMA DI SUICIDARSI LANCIANDOSI DA UN PONTE – A TROVARE IL CADAVERE IN CASA È STATA LA MADRE DELLA DONNA CHE NON RIUSCIVA A CONTATTARLA – I DUE STAVANO INSIEME DA QUINDICI ANNI TRA ALTI E BASSI...

Marco Benvenuti e Valentina Sarmenghi per "La Stampa"

 

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Uccide la compagna con due coltellate alla gola e poi si suicida gettandosi da un ponte. Un omicidio-suicidio che ha sconvolto Dormelletto, paese del Novarese in riva al lago Maggiore, quello di ieri all'alba. Nella casa della coppia in via Vittorio Veneto, Sonia Solinas, 49 anni, barista ad Arona, viene trovata in un lago di sangue. Le ricerche del compagno Filippo Ferrari, operaio di 37 anni, portano poi a parecchi chilometri di distanza, a Rovegro, nel Verbano, dove il suo corpo viene ritrovato sotto il ponte del San Bernardino.

 

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La coppia era assieme da una quindicina d'anni, fra tira e molla. C'era qualche problema ma nulla che facesse pensare al tragico epilogo. Non risultano denunce né particolari segnalazioni di tensione. «Tutto questo non era immaginabile - conferma il sindaco Lorena Vedovato -. È una tragedia che colpisce tutti, due famiglie distrutte».

 

Due coltellate alla gola Del caso si stanno occupando i carabinieri di Arona e Novara, coordinati dal sostituto procuratore di Verbania Laura Carrera. L'allarme ieri alle 10. La mamma della vittima, Bruna, non riesce a parlare al telefono con la figlia. Va a casa, è lei che scoprirà la tragedia. Anche il datore di lavoro di Sonia, il titolare del «Marconi Beach» sul lungolago di Arona, l'aveva cercata, preoccupato del ritardo. Il corpo di Sonia è in soggiorno. È in pigiama. Uccisa con due coltellate alla gola: «Ho provato a toccarla, ma non si muoveva», dice disperata la madre ai carabinieri.

 

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In casa non ci sono segni di colluttazione, tutto è in ordine. Nemmeno gli abitanti della zona hanno sentito rumori o grida. L'omicidio potrebbe essere avvenuto fra le 6 e le 8 del mattino. Rimane il «giallo» sui motivi, su ciò che ha spinto Filippo Ferrari ad alzare quel coltello, poi scappare e percorrere diversi chilometri in auto per arrivare infine a buttarsi nel San Bernardino da Ponte Casletto, alle porte della Val Grande. Sulla sua Polo nessun biglietto.

 

Solo il cellulare, sequestrato dai carabinieri. Sono alcuni operai, che lavorano a una vicina cabina elettrica, a dare l'allarme dopo aver sentito un forte rumore. Il corpo viene recuperato dai vigili del fuoco di Verbania con la collaborazione del Soccorso Alpino.

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Intanto davanti a casa della coppia a Dormelletto arrivano famigliari, conoscenti, e il figlio ventiduenne della vittima, Alessandro Paletti, avuto da una precedente relazione.

 

Tutti sono increduli, sotto choc. «Poteva ammazzarsi lui, e basta - dice Giuseppe Lisina, compagno della madre di Sonia -. Per me era come una figlia, l'ho vista crescere. Ci siamo visti per l'ultima volta sabato. Era un po' di tempo che non ci incontravamo e lei mi ha abbracciato con molto affetto, come non faceva forse da quando era piccola. Non scorderò mai quell'ultimo abbraccio». «Sonia era sorridente e serena», ricorda Danilo Iovine, titolare del Marconi Beach. Un sorriso spento dall'ennesimo femminicidio.

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