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MIGRANTI, MA TANTI TANTI - DUECENTO SIRIANI PRONTI A PERCORRERE A PIEDI I 200 CHILOMETRI NECESSARI PER LASCIARE L’UNGHERIA E ARRIVARE IN AUSTRIA - ORBAN: “SE LA GERMANIA LI VUOLE, RILASCI DEI VISTI PER I MIGRANTI” - CAMERON: “NE ACCOGLIEREMO MIGLIAIA” - IL PENTAGONO: “E’ UNA CRISI CHE DURERÀ VENTI ANNI”

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Da www.corriere.it

 

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Il premier britannico David Cameron venerdì ha confermato che il Regno Unito accoglierà «migliaia di rifugiati in più» con un piano i cui dettagli saranno resi pubblici la prossima settimana. I rifugiati, ha precisato il primo ministro nel corso di una conferenza stampa in Portogallo, arriveranno dai campi profughi in Medio Oriente.

 

Parlando a Lisbona dopo l’incontro con il collega portoghese, Pedro Passos Coelho, il titolare di Downing Street ha confermato l’apertura che era già trapelata sui media d’Oltremanica dopo le crescenti pressioni sulla spinta emotiva della foto di Aylan, il bimbo siriano annegato davanti alle coste della Turchia.

 

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«Date le dimensioni della crisi e della sofferenza delle persone, posso annunciare che faremo di più per dare sistemazione ad altre migliaia di rifugiati siriani», ha detto Cameron, ricordando peraltro i 5.000 profughi siriani già accolti. Il premier conservatore ha spiegato che Londra agirà con la testa ma anche con il cuore per far fronte a quella che ha definito come «la maggiore sfida» che ha di fronte l’Europa. Cameron ha spiegato che fornirà maggiori dettagli la prossima settimana, ma secondo i media inglesi i rifugiati arriveranno dai campi gestiti dall’Unhcr nei Paesi confinanti con la Siria e non da Calais o da altre zone vicine alla Gran Bretagna.

 

CENTINAIA DI MIGRANTI A PIEDI VERSO L’AUSTRIA

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Intanto, in Ungheria nelle ultime 24 ore si è registrato l’arrivo di 3.313 migranti e profughi, nuovo record per flusso migratorio in una sola giornata. Si tratta di circa mille arrivi in più rispetto alla giornata precedente. Provengono per lo più da Siria, Afghanistan, Pakistan. Fuori dalla stazione Keleti di Budapest ci sono ancora circa 3mila profughi accampati da giorni in attesa di prendere i treni verso Austria e Germania che però sono stati bloccati dalle autorità ungheresi.

 

Centinaia di loro hanno lasciato la zona di transito per tentare di raggiungere a piedi il confine austriaco, a circa 200 km di distanza. Altre 400 persone sono fuggite dai campi d’accoglienza di Bickse e Roszke (si sono allontanate rispettivamente 64 e 300 persone), ha segnalato l’agenzia di stampa ungherese Mti.

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IL TRENO DEI PROFUGHI FERMO A BICSKE: SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE

Mentre l’unico treno partito giovedì mattina da Budapest (e preso d’assalto dai migranti che credevano li portasse oltre confine), è ancora fermo a Bicske: circa in 500 - molti bambini - hanno trascorso la notte sul treno. Il convoglio si è fermato vicino a Budapest perché le autorità in realtà volevano portare i profughi nel vicino campo di accoglienza per registrarli. Ma molte delle persone a bordo si sono rifiutate di scendere: l’obiettivo di questi profughi è raggiungere la Germania e hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete.

 

LA RICHIESTA D’ASILO E IL REGOLAMENTO DI DUBLINO

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Il regolamento di Dublino, che regola in Ue la procedura per la richiesta di asilo, impedisce di presentare la domanda di asilo in più di uno stato membro e prevede che i richiedenti presentino la richiesta nel Paese in cui hanno fatto l’ingresso nell’Unione o dove sono stati individuati. Quindi in questo caso in Ungheria. Il premier ungherese Viktor Orban ha detto che l’Ungheria deve proteggere le proprie frontiere e applicare le regole dell’Unione Europea sui migranti anche tra coloro che sono accampati all’esterno della stazione ferroviaria di Budapest.

 

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«Noi ungheresi, se vogliamo continuare a poter muoverci liberamente in Europa, dobbiamo proteggere i nostri confini e anche applicare le regole Ue alla stazione orientale di Budapest», ha detto Orban parlando ai microfoni della radio pubblica ungherese. Il premier ha confermato che la maggior parte dei migranti che si trovano attorno alla stazione, che non intendono essere registrati in Ungheria, vogliono andare in Germania, ma ha spiegato che l’Ungheria non può lasciarli passare dato che c’è il rischio che poi l’Austria chiuda le sue frontiere. «Se la Germania rilascia visti per loro, possiamo farli uscire», ha detto Orban.

 

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IL PENTAGONO: «UNA CRISI CHE DURERÀ 20 ANNI»

L’esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l’Europa è «una emergenza enorme, una crisi reale». Lo afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa. In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si è quindi detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente che con gli alleati», considerando ciò che sta avvenendo «come un problema generazionale» e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni.

 

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A proposito della drammatica fotografia di Aylan, il bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha auspicato che quella immagine «abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l’intervento della Nato in Bosnia», cioè spinse la comunità internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica emergenza.

 

PUTIN: «CRISI CONSEGUENZA POLITICHE DELL’OCCIDENTE»

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Sul tema emergenza immigrazione interviene anche il presidente russo Vladimir Putin. La Russia ha spesso messo in guardia contro i principali problemi che l’Europa si sarebbe trovata ad affrontare in conseguenza delle politiche occidentali in Medio Oriente e Nord Africa e del terrorismo jihadista, così che la crisi dei migranti in Ue non è una sorpresa. Ha detto Putin, citato dall’emittente Russia Today.

 

«Penso che la crisi fosse assolutamente prevista - ha detto il numero uno del Cremlino ai giornalisti a margine dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok - Noi in Russia, e io personalmente qualche anno fa, abbiamo detto chiaramente che sarebbero emersi tali gravi problemi sei i nostri cosiddetti partner occidentali continuano a mantenere la loro politica estera sbagliata, soprattutto nelle regioni del mondo musulmano, Medio Oriente, Nord Africa».

 

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Secondo il presidente russo, il difetto principale della politica estera occidentale è l’imposizione di proprie norme in tutto il mondo, senza tener conto delle caratteristiche storiche, religiose, nazionali e culturali di particolari regioni. «L’unico modo per invertire il flusso di rifugiati in Europa è quello di aiutare le persone a risolvere i problemi a casa loro e il primo passo dovrebbe essere la creazione di un fronte comune e unito contro i gruppi jihadisti come l’Isis», ha aggiunto Putin.