A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA…
A OTTANT’ANNI DALLA SHOAH, GLI EBREI SONO DI NUOVO NEL MIRINO – LA STRAGE ALLA FESTA DI HANUKKAH A SIDNEY È SOLO L’ULTIMO CASO DI ATTACCO ALLA COMUNITÀ EBRAICA NEL MONDO IN SEGUITO ALLA GUERRA DI ISRAELE A GAZA – IN EUROPA IL 96% DEGLI EBREI SOSTIENE DI ESSERE STATO VITTIMA DI INSULTI O MINACCE. E L'ITALIA ALZA L'ALLERTA SUGLI OBIETTIVI EBRAICI – IL RABBINO CAPO DI ROMA RICCARDO DI SEGNI: “PURTROPPO UNA PARTE DELLA POLITICA HA USATO LA CRISI CHE SI È APERTA IL 7 OTTOBRE DEL 2023 COME MEZZO PER CREARE CONSENSO…”
1. COSÌ L'ANTISEMITISMO DILAGA IN TUTTO IL MONDO
Estratto dell’articolo di Danio Ceccarelli per “la Stampa”
[...] La tragedia di Bondi Beach è solo l'ultimo di una lunga serie di attacchi. Dal dipendente dell'ambasciata israeliana in Cina accoltellato nell'ottobre 2023, all'incendio appiccato alla sinagoga di Rouen nel maggio successivo, passando per l'attacco con molotov avvenuto a giugno alla marcia in Colorado per la liberazione degli ostaggi di Hamas: una scia esplosa dopo il 7 ottobre.
La minaccia incombe sull'intera comunità ebraica, che secondo i dati dell'Ufficio statistiche di Israele citati dall'emittente i24news conta circa 15, 7 milioni di persone in tutto il mondo. Di questi, il 45% (7,1 milioni) vive in Israele, mentre il 40% (6,3 milioni) è negli Stati Uniti.
La cavalcata dell'antisemitismo in Occidente è stata registrata dal J7, la task force nata due anni fa che include Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Argentina e Australia. L'ente convocato dall'Anti-Defamation League (Adl), che include gli Stati con le comunità ebraiche più importanti dopo Israele, nel 2024 ha recensito un «drammatico aumento» degli «incidenti antisemiti» dopo l'attacco del 7 ottobre.
attentatore spara sulla folla a sydney 1
Stando ai dati diffusi a luglio, tra il 2021 e il 2023 c'è stata una impennata dei casi, con picchi del 227% negli Usa, del 185% in Francia e del 90% nel Regno Unito. Una piaga visibile in tutta Europa, come dimostra un'indagine del 2024 condotta dall'Agenzia dell'Ue per i diritti fondamentali, dalla quale emerge che il 96% degli ebrei intervistati ha subito episodi di antisemitismo nell'anno precedente all'aggressione di Hamas a Israele.
Il quadro è a fosco anche in Italia, dove vivono 30 mila ebrei. L'Osservatorio antisemitismo della Fondazione centro di documentazione ebraica ha osservato nel 2024 un aumento degli episodi, arrivati a 877, contro i 454 del 2023.
In questo clima, il dipartimento di Pubblica sicurezza ieri ha diramato una circolare che dichiara massima allerta sugli obiettivi ebraici in vista delle elezioni del Consiglio dell'Ucei, l'Unione delle Comunità ebraiche, in programma oggi a Roma, Milano e Livorno.
2. RICCARDO DI SEGNI: “È IL RISULTATO DI TROPPA PROPAGANDA”
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
riccardo di segni foto di bacco (2)
Ieri è iniziata Hanukkah, la festa delle luci che ricorda il miracolo della durata dell'olio nel Tempio di Gerusalemme. Il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha vissuto lo sgomento della sua comunità all'accensione della prima candela, scossa dall'attacco terroristico di Sidney.
È stata colpita la libertà di vivere l'ebraismo apertamente?
«Certamente. La festa di Hanukkah si festeggia accendendo ogni sera per otto sere una lampada, ed è essenzialmente un rito domestico. Da decenni, sotto la spinta del movimento Chabad, questa accensione si svolge anche nelle piazze più importanti delle città, per dare all'esterno un segno di vitalità e di luce. In questo senso è diventata una sorta di simbolo di ebraismo vissuto all'aperto.
Chi ha colpito in questo momento ha sfruttato l'occasione di una concentrazione di ebrei all'esterno, ma ha anche voluto colpire un simbolo: che sia chiaro, sono gli ebrei in quanto tali, non uno Stato, non un governo. Puro antiebraismo».
[...]
Si aspetta una reazione da parte della politica e della società civile?
«Oggi mi aspetto belle dichiarazioni di solidarietà, che non mancano mai quando ci sono ebrei morti, ma quello che ci vuole è un esame delle responsabilità. Non basta dire: "fermiamo l'antisemitismo"; qualcuno dovrebbe dire "fermiamoci"».
Pensa che la politica e i media non abbiano capito i pericoli – non solo che vivono gli ebrei – ma anche le democrazie?
«Purtroppo una parte della politica ha usato la crisi che si è aperta il 7 ottobre del 2023 come mezzo per creare consenso e aggregazione, ignorando o trascurando i rischi che una presentazione propagandistica e manichea della realtà comportavano per la tenuta stessa della vita democratica.
Belle dichiarazioni contro l'antisemitismo, magari distinto dall'antisionismo, non servono a molto. Di fatto è stato messo tutto nello stesso calderone. I media hanno fatto da cassa di risonanza accusatoria con ancora più gravi responsabilità. Ne cito una, per esempio: la mancanza di totale senso critico nel far passare le notizie».
Il presidente Victor Fadlun della comunità romana sostiene che l'attentato è una conseguenza della propaganda pro Pal, è d'accordo?
«Il mondo proPal è variegato con diversi gradi di estremismo. E bisogna distinguere tra chi in buona fede vuole difendere una causa politica che ritiene giusta e chi è animato di forti sentimenti e intenzioni antiebraiche mescolate nelle rivendicazioni palestinesi.
Certamente è grazie a una forte propaganda proPal che una parte del pubblico italiano si è convinto che non solo Netanyahu è cattivo ma che lo è tutto il governo di Israele, tutti i suoi cittadini e lo Stato stesso, e che lo sono anche gli ebrei di tutto il mondo. E che in definitiva la Shoah se la sono pure meritata, visto che sono tanto cattivi e genocidi. A questo si è arrivati. Quale è il motivo per cui se cammino per strada e qualcuno mi riconosce come ebreo e rabbino mi insulta? Chi l'ha caricato? E siamo alle parole. Poi qua e là qualcuno approfitta di questo clima e passa ai fatti».
[...]
Ieri si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane. Quali sono secondo lei i temi prioritari che i prossimi vertici delle Comunità ebraiche devono portare avanti nel discorso pubblico?
«L'ebraismo italiano si deve presentare all'esterno con la forza della sua storia e della sua cultura, per tutto quello che ha dato alla società e continua a dare.
Purtroppo, gli avvenimenti costringono la nostra dirigenza a impegnarsi nel difficile compito di rappresentare preoccupazioni in un quadro politico in cui solo una parte mostra di condividerle seriamente. Voglio solo sperare che si riesca a fare un discorso basato sui valori da difendere e promuovere, e che possa essere condiviso da tutte le forze politiche».
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