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'STO PADRE È UNO STINCO DI...SINTI - A TORINO, UN BAMBINO DI 11 ANNI È STATO AGGREDITO DAL PADRE, 40ENNE ROM CHE, IN MEZZO ALLA STRADA, LO HA COLPITO CON UN CALCIO, UN PUGNO E GLI HA PIÙ VOLTE SPUTATO IN FACCIA. L'UOMO AVEVA PERSO LE STAFFE PERCHÉ IL SUO FURGONE ERA IN PANNE - UN PASSANTE SI È FERMATO E IL RAGAZZINO, SENZA FARSI SENTIRE DA SUO PAPA', HA CHIESTO AIUTO: "CHIAMA LA POLIZIA E RESTA QUI" - AGLI AGENTI, L'11ENNE HA RACCONTATO LE VIOLENZE SUBITE: "MIO PADRE (SENZA FISSA DIMORA) SI UBRIACA SPESSO. MIA MADRE NON LA VEDO DA MESI..."

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Elisa Sola per www.lastampa.it

 

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Undici anni. Sta appoggiato in silenzio sulla fiancata di un Transit bianco in mezzo a un parcheggio. Via Osasco. Sono le 23. Piange in silenzio mentre suo padre ubriaco colpisce il furgone e urla: «Vi ammazzo tutti». Prima ha colpito anche lui. Un calcio sul fianco. Un pugno in mezzo all’addome. Sputi in faccia. E degli insulti che fanno molo male. Per una volta, si avvicina un passante.

 

[...] Si ferma. Ed è a lui, che questo bambino, composto e rassegnato, sussurra: «Chiama la polizia e resta con me finché non arriva». Si appoggia di nuovo sulla portiera. «Ti chiedo scusa se mio padre è ubriaco». Guarda in basso. Piange in silenzio. Aspetta che qualcuno lo salvi. [...]

VIOLENZE DOMESTICHE1

 

Il passante trova uno stratagemma per distrarre il padre e chiamare il 112: «Vado a prendere i cavi così facciamo ripartire il furgone». Quando arrivano i carabinieri, dopo che ammanettano il padre che sbraita e si dimena e promette di uccidere anche i militari, il bambino confida al maresciallo: «Mi ha picchiato lui. Con un calcio. Poi un pugno. Lo ha fatto altre volte. Questa sera è arrabbiato perché il furgone non andava più avanti. Si è rotto. E lui ha picchiato me. La mia mamma? Non la vedo da tanti mesi. Vive in un’altra città».

 

È il 13 novembre. Di sera via Osasco è buia e deserta. Si sentono delle grida. C’è un uomo, di 40 anni, di etnia rom, che urla vicino a un furgone in panne. Suo figlio non reagisce. Viene colpito con violenza. Apostrofato con frasi terribili. Continua a ricevere sputi. Questa è la scena che il primo di tre testimoni descrive ai carabinieri: «Urlava a me e al bambino di spingere il furgone. Quell’uomo era arrabbiato, non so con chi. Era molto arrabbiato con questo bambino.

 

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Così tanto che davanti a me, di lui ha detto: “Mio figlio è ritardato”. Lo insultava. Tirava calci al furgone. Era indemoniato. All’improvviso si è avvicinato al figlio e gli ha tirato un calcio sul fianco. Non era una pedata di rimprovero. Era una violenza gratuita. Non saprei come altro definirla. Se lo avesse preso più in alto, non so come sarebbe finita. Non sono riuscito a impedire quello che ho appena visto. E sono molto scosso per questo. [...]».

 

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A un certo punto il padre si allontana un attimo. Sale sul mezzo. Ed è in quell’istante che il bambino trova la forza per salvarsi. «Si è avvicinato a me e sottovoce, senza farsi sentire dal padre, mi ha detto: “Chiama la polizia e resta qui finché non arriva”. Allora ho trovato una scusa per telefonare. Ho fatto finta di prendere i cavi. Sottovoce ho detto al bambino di stare tranquillo, che stavano per arrivare i carabinieri. Facevo anche finta di aiutare il padre mentre il piccolo piangeva. Ma lui a un tratto è sbottato.

 

Ha gridato al bambino: “Figlio di puttana, mi ha rovinato la vita”. Lui restava vicino al papà. Non diceva niente». I carabinieri arrivano. Arrestano l’uomo, 40 anni, pregiudicato, senza fissa dimora. Portano il bambino al Regina Margherita. Qui lui si confida: «Mio padre si ubriaca spesso. Sono stato a una festa stasera e bevevano tutti». [...]

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