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Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Le tariffe del traffico illegale di migranti organizzato sotto i tendoni dei circhi l'ha svelato un calabrese di 56 anni trapiantato a Torino, Tommaso Fernandez detto «Tommy», o «l' avvocato», parlando al telefono con un certo Eusanio Matino, titolare del circo Martin.
«La questione è abbastanza semplice - dice Fernandez, intercettato dalla polizia -. Ci sono due formule. Una è quella che tu hai bisogno di... faccio dei numeri a caso, otto; otto li prendi, li assumi, lavorano per te. E quello è 3 (che per gli investigatori significa 3.000 euro intascati, ndr ). Invece l' altra formula è 2 (cioè 2.000 euro ndr ), però praticamente manco li vedi, ecco. Di solito si cerca di fare metà e metà», conclude l' intermediario.
Vale a dire metà migranti presi a servizio tra clown, leoni ed elefanti - in teoria come trapezisti, prestigiatori o domatori; in realtà uomini di fatica, al massimo stallieri - e metà ai quali si fornisce solo la copertura legale per farli entrare in Italia con timbri e carte in regola, ma poi spariscono. Liberi di andare dove vogliono.
In questo modo gli extra-comunitari - provenienti soprattutto da India, Pakistan e Bangladesh - sono sbarcati in Italia, pagando tra i 15.000 e 20.000 euro in totale al momento della partenza; i trafficanti intascano gran parte di quei soldi e i circensi che forniscono la copertura fittizia guadagnano, per l' appunto, tra i 2.000 e i 3.000 euro a persona, «Trovando, in una situazione di particolare difficoltà economica, una fonte di reddito sicuro e inesauribile - scrivono gli inquirenti -, tant' è che durante il corso dell' indagine sono stati censiti più di trenta circhi che hanno chiesto di assumere in maniera fraudolenta centinaia di cittadini stranieri».
È il sistema svelato dall' inchiesta della Procura di Palermo che ieri ha portato all' arresto di quarantuno persone, al termine di tre anni di verifiche svolte dalla Squadra mobile e dal Servizio centrale operativo della polizia.
Un giro di affari accertato per almeno 600 migranti, cha hanno fruttato all' incirca 7 milioni di euro. Costruito sfruttando un codicillo della legge sull' immigrazione che prevede una deroga al «numero chiuso» degli extra-comunitari per «lavoratori occupati presso circhi o spettacoli viaggianti all' estero», oltre che ballerini, teatranti e artisti vari. Inoltre la Sicilia ha una deroga alla deroga, grazie allo statuto speciale che rende più agevoli le pratiche per l' assunzione.
Di qui il coinvolgimento di un impiegato della Regione, addetto alle Politiche sociali e del lavoro, che si occupava della parte amministrativa: Vito Gambino, secondo l' accusa, garantiva il disbrigo delle pratiche in tempi rapidi, facendosi pagare e coinvolgendo nel traffico moglie e figli. Indiani e bengalesi lo chiamavano per comunicargli gli estremi dei circhi da coinvolgere per le assunzioni fittizie, e lui pensava alle autorizzazioni.
Il compenso per il suo lavoro «extra» avveniva tramite ricariche di carte PostePay o PayPal, centinaia di euro a ogni pagamento. Nel giugno 2013, per le nozze della figlia, le spese aumentarono e parallelamente le sue richieste ai mediatori stranieri che organizzavano il traffico da India e Bangladesh. «Sto un pochino così...Oggi si sposa mia figlia, lo sai! - spiegava al bengalese Avtar Chand che stava recuperando i contanti per i versamenti -. Prima che puoi mandare, meglio è, perché devo fare delle spese...
Ora devo pagare il parrucchiere, la macchina... Se mi mandi prima possibile mi aiuti», insisteva.
Requisito indispensabile era il trasferimento della sede legale dei circhi in Sicilia, come spiegava Fernandez a Lino Orfei, titolare di uno dei vari esercizi che portano quello storico nome. «Allora - chiese un giorno Orfei - qualche operaio... fra quanto mi arriverà, di quelli là?». «Ci vorrà un mesetto, mesetto e mezzo» rispose l' altro.
Orfei attendeva già da quattro mesi, ma Fernandez si giustificò: «Lo so, però si è dovuto aspettare parecchio per il discorso della sede».
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