COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Adriano Logroscino per il "Corriere della Sera"
Il consueto monitoraggio sull'andamento della pandemia, questa settimana coincide con il giorno in cui cade l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto. E i numeri, come peraltro atteso, giustificano gli allentamenti avviati. Un dato su tutti: l'incidenza, che solo tre settimane fa era al valore record di 2.011 contagiati su centomila abitanti, si è dimezzata ed è scesa sotto mille.
Omicron più che predominante, ormai è esclusiva: presente nel 99,1% dei campioni esaminati, ha fatto scomparire la Delta. La sua contagiosità eccezionale ha fatto impennare i numeri: sono più di 10 milioni gli italiani guariti dal Covid, uno su sei. Ora, però, e questo è il punto, sembra arrestare la sua corsa.
Gli indicatori L'inversione di tendenza è attestata da tutti gli indicatori raccolti dall'Istituto superiore di sanità nel suo monitoraggio settimanale. Oltre all'incidenza scesa a 962, c'è l'indice di trasmissibilità Rt, già sotto la soglia epidemica dalla settimana scorsa, calato a 0,89. Si attenua la pressione sugli ospedali: nelle terapie intensive il tasso di occupazione è sceso dal 14,8% di sette giorni fa al 13,4%, negli altri reparti dal 29,5 al 26,5%.
La «decongestione» è lenta. Infatti una sola regione, la Sicilia, passerà lunedì dalla zona arancione a gialla. Mentre il Molise, al contrario, approderà alla gialla dalla bianca. «Siamo in una fase di chiara decrescita ormai da alcune settimane, in quasi tutte le regioni - commenta il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro - e in tutte le fasce d'età. Una maggiore circolazione del virus si nota tra i più giovani».
Nei bambini sotto i 9 anni, l'incidenza è infatti doppia rispetto a quella media: 1.966. C'è inoltre una lenta diminuzione dei non vaccinati, «che restano tuttavia milioni», avverte Brusaferro. «La tendenza al miglioramento, nonostante il numero elevato di infezioni - nota Giovanni Rezza, direttore Prevenzione del ministero - è anche conseguenza del successo della campagna vaccinale».
Piemonte, fuga in avanti Il Piemonte ieri avrebbe voluto dare il via alla chiamata dei 58 mila immunodepressi residenti in regione per somministrare loro la quarta dose. Ma è stato stoppato dal ministero della Salute: «La quarta dose per gli immunocompromessi potrà eventualmente essere autorizzata solo dopo il pronunciamento dell'Aifa». Con una circolare, poi, il ministero ha aggiornato le indicazioni per la cura in casa del Covid: oltre a paracetamolo e antinfiammatori, ora la terapia suggerita prevede monoclonali e antivirali.
Tanti morti Ieri i nuovi positivi sono stati 67.152, circa ottomila in meno del giorno prima, in linea con l'andamento della curva. Tuttavia tanto più nel confronto con i nuovi contagiati, che sono sempre meno, i 334 morti comunicati in 24 ore risultano ancora tanti. Gli esperti continuano a sollecitare una revisione del sistema di calcolo dei decessi, distinguendo tra morti «per» Covid e morti «con» Covid.
«La pandemia finirà quando tollereremo una quota di extra mortalità, che ci trascineremo nel tempo, questa è la triste realtà», sostiene il virologo Fabrizio Pregliasco. Che la «fase acuta» della pandemia stia per finire, è la previsione anche dell'Organizzazione mondiale della sanità. «La fase acuta finirà quest'anno, ma a una condizione: che il 70% della popolazione mondiale sia vaccinato entro metà 2022», ha riferito il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
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