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Monica Serra per “La Stampa”
La distanza tra la posizione del pm di Milano Paolo Storari e l' allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo è oramai segnata ed evidente. Emerge dalle parole del difensore di Storari, l' avvocato Paolo della Sala, al termine dell' interrogatorio andato avanti per quattro ore al quarto piano del palazzo di giustizia di Brescia.
E mentre Storari, accusato di rivelazione del segreto d' ufficio per aver consegnato a Davigo i verbali dell' ex avvocato Eni, Piero Amara, sulla presunta loggia Ungheria «ha chiarito la sua posizione», si prospetta un' altra possibile convocazione da parte del procuratore Francesco Prete: quella, appunto, di Davigo. A cui Storari avrebbe chiesto aiuto in buona fede, a suo dire «per autotutelarsi dall' inerzia» della procura di Milano.
nino di matteo a piazzapulita attacca davigo
Non una persona qualsiasi, ma un allora membro del Csm, «con la prospettiva - ha rimarcato l' avvocato Della Sala - di rivolgersi a una persona che aveva garantito che se ne sarebbe assunta la responsabilità». Rispetto a quel che poi è successo «prima ancora di un giudizio giuridico, c' è un tema di giudizio etico che va inquadrato e compreso».
È così che la difesa di Storari sottolinea la lontananza da Davigo e dalle tante cose che si sono dette in giorni interi di polemiche: «Da un punto di vista tecnico, è necessario analizzare i fatti secondo una prospettiva ex ante», cioè quella che Storari aveva davanti a sé ad aprile 2020, quando si è rivolto a Davigo, «non ex post, sulla base di quanto successo molto tempo dopo». Altrimenti il rischio è quello di «buttare fango su una persona che non lo merita», ha dichiarato, lapidario, Della Sala.
Anche perché, seppur senza le formalità necessarie, che ora fondano l' indagine bresciana, Storari si è sempre mosso nel perimetro del Csm, affidandosi a un consigliere, oltre che a una persona stimata.
Quando lo ha fatto - si legge tra le righe delle parole di Della Sala - difficilmente avrebbe potuto immaginare che quei delicati verbali, pieni di accuse nei confronti di importanti magistrati, avvocati, forze di polizia, di cui non si era neanche vagliata la veridicità, in qualche modo sarebbero arrivati ai giornali e al collega Nino Di Matteo, attraverso un misterioso "corvo" che la procura di Roma identifica nella ex segretaria di Davigo, Marcella Contraffatto.
PIERCAMILLO DAVIGO E SEBASTIANO ARDITAsebastiano ardita al csm con di matteo e davigoPAOLO STORARI CON IL SUO AVVOCATO
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