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BERGOGLIO, DOPO LE PAROLE PASSIAMO AI FATTI? - IL PAPA CHIUDE IL VERTICE MONDIALE CONTRO LA PEDOFILIA PREPARANDO UN "MOTU PROPRIO" SULLA PROTEZIONE DEI MINORI E PER RAFFORZARE IL CONTRASTO DEGLI ABUSI NELLA CHIESA: CI SARANNO ANCHE UNA NUOVA LEGGE E LINEE GUIDA PER IL VICARIATO DEL VATICANO - LE ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME: “FINORA SOLO CHIACCHIERE”
Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
Dice che bisogna «proteggere i piccoli dai lupi voraci», evoca «i sacrifici pagani», parla di «crimini abominevoli che vanno cancellati dalla faccia della terra», ripete che «la Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti», spiega che «nella rabbia, giustificata, della gente, la Chiesa vede il riflesso dell' ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati».
Parla a lungo, Francesco, dopo la Messa nella Sala Regia che conclude l' incontro sulla «protezione dei minori» e gli abusi commessi dal clero, fino a sillabare che la pedofilia è «la manifestazione attuale dello spirito del male» e il prete che abusa di bambini diventa «uno strumento di Satana».
Ma nell' evocazione della «rabbia» è come se ci fosse la percezione di ciò che sta accadendo fuori, davanti a piazza San Pietro, la «grande delusione» delle vittime che dal Papa si aspettavano un elenco di «misure concrete» e adesso, come l' americano Peter Isely e l' italiano Francesco Zanardi, dell' associazione «Ending of Clergy Abuse», stropicciano desolati il testo papale: «Siamo stufi, qui ci sono solo chiacchiere. Dice pure che la Chiesa si sta interrogando su cosa fare. Sono vent' anni che si interrogano. Invece della tolleranza zero, siamo alla credibilità zero».
In realtà le prime, nuove misure sono in arrivo. Padre Federico Lombardi, moderatore dell'incontro, ha spiegato che è pronto un «Motu proprio» di Francesco «sulla protezione dei minori e le persone vulnerabili» per «rafforzare la prevenzione e il contrasto contro gli abusi nella Curia romana e nella Città del Vaticano».
Ci saranno anche «una nuova legge dello Stato» e delle «linee guida per il Vicariato del Vaticano sullo stesso argomento». Norme e procedure più severe che valgono per lo Stato - ad esempio per nunzi e diplomatici sotto processo, come è già accaduto - e non per la Chiesa universale, ma saranno «esemplari» per le conferenze episcopali.
Il Papa ha convocato cardinali e vescovi delle chiese mondiali perché emergessero proposte.
Già ieri pomeriggio il comitato organizzatore - i cardinali Blase Cupich e Oswald Gracias, l'arcivescovo e segretario dell' ex Sant' Uffizio Charles Scicluna e il padre gesuita Hans Zollner - si è riunito per iniziare a fare sintesi, «seguiranno presto iniziative concrete», e stamattina incontrerà i capi dicastero vaticani «per dare seguito ai propositi e alle idee maturate nei giorni scorsi», chiarisce padre Lombardi. Nelle prossime settimane l'ex Sant'Uffizio pubblicherà un «Vade-mecum» con le regole di comportamento in caso di denunce, rivolto a vescovi e fedeli.
Il Papa vuole che si formino «task force di persone competenti» per aiutare chiese e diocesi carenti di esperti. E poi ci sono le «idee» condivise, dalla creazione di «nuove strutture legali» di controllo dei vescovi composte anche da laici all' istituzione di «centri di ascolto» nelle diocesi per raccogliere denunce. Soprattutto è significativo che Scicluna, come il cardinale Marx, dica che il segreto pontificio nei casi di abusi sessuali «è controproducente e non necessario».
L'arcivescovo Mark Coleridge, nell' omelia, ha parlato di una «rivoluzione copernicana» nella Chiesa: «Non possiamo permetterci di fallire». Francesco avverte che «è giunta l'ora» di «affrontare con decisione il fenomeno sia all' interno sia all' esterno della Chiesa», perché tale crimine è «universale e trasversale». Anche se «dobbiamo essere chiari», precisa: «L' universalità di tale piaga non diminuisce la sua mostruosità all' interno della Chiesa».
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