les grands voisins

A PARIGI ARTISTI, ARCHITETTI E IMMIGRATI HANNO TRASFORMATO L’ANTICO OSPEDALE DI SAINT-VINCENT-DE-PAUL IN UN VILLAGGIO CON 2000 ABITANTI E 300 ATTIVITÀ GIORNALIERE: SI CHIAMA “LES GRANDS VOISINS” - MURALES, IMPROVVISAZIONI RAP E CUCINA ETNICA: ECCO COME FUNZIONA QUESTO STRANO ESPERIMENTO DI INCLUSIONE SOCIALE

Testo di Francesca Ferri

 

Les Grands Voisins

Alice ha scoperto un nuovo paese delle meraviglie che stupirebbe anche Lewis Carroll. Nel cuore di Parigi, in pieno 14° arrondissement, si cela uno spazio-tempo folle che ha tutta l’aria di una normale cittadina. Artisti, inventori, architetti, immigrati e persone in situazione d’urgenza hanno trasformato l’antico ospedale Saint-Vincent-de-Paul in uno spazio urbano aperto a tutti e iperconnesso che offre a chiunque l’esperienza della città aperta.

Les Grands Voisins

 

Si chiama Les Grands Voisins questo luogo effimero che da qui a un anno scomparirà per lasciar spazio a un nuovo quartiere della città con 600 alloggi ecologici. Nel frattempo perché lasciarlo abbandonato? Per far fronte ai costi d’immobilizzazione di terreni e edifici vacanti sono sempre più numerosi i fenomeni di urbanismo transitorio legale e trasparente da non confondere con gli squat.

 

Così, l’associazione Aurora, specializzata in accoglienza d’urgenza di persone vulnerabili, l’associazione Plateau urbain, dedita alla coordinazione dell’occupazione di luoghi e l’equipe di Yes We Camp, conosciuta per progetti urbani effimeri, si sono uniti per dar luogo a un laboratorio umano, inedito e per molti finora ancora sconosciuto.

Les Grands Voisins

 

Oggi, i “vicini” sono circa 2000 ad abitare e a lavorare nell’antico ospedale del XVI secolo, tra cui migranti, associazioni e imprese, giovani artisti e creatori. Il melting pot di culture e un sistema monetario alternativo al denaro sono i principi di questa città dell’utopia costruita su logiche di inclusione, integrazione e confronto.

 

A Les Grands Voisins, però, si può andare anche solo per il tempo di un pranzo nell’antica lavanderia, un bagno turco, un workshop di fotografia, un’esposizione o un cinema. Tra le 300 attività proposte, la pagina Facebook può guidarvi nella fitta agenda.

Les Grands Voisins

 

Altrimenti perdersi tra i dedali di mattoncini, murales e improvvise creazioni d’arte come meteore cadute dal cielo può essere una buona alternativa per orientarsi nel labirinto. Seguire il flusso, il ritmo del rap riecheggiante tra i vicoli, i profumi della cucina dal mondo, lasciarsi portare dai colori, gli sguardi, i sorrisi.

 

E se proprio vi sentite persi chiedete la via ai “vicini”, ogni persona nasconde un’idea, ogni porta un mondo in cui avventurarsi senza timore. I “vicini” saranno ben lieti di accogliervi, guidarvi, raccontarvi perché ciò che conta è lo scambio, la condivisione senza limiti di etnie, religioni, visioni.

 

Les Grands Voisins

Dall’esterno, Les Grands Voisins potrebbe sembrare un posto come un altro di avenue Denfert-Rochereau. Ma basta osservare un attimo i murales esterni e il cartello “Modern Love” con freccia ad indicare di inoltrarsi. Allora metto da parte ogni esitazione ed entro. Dietro il banchetto del pane, trovo Jean-Philippe ad accogliermi, studente agricoltore che disquisisce di farine, semi e lieviti mentre mi fa assaggiare il suo pane speciale.

 

Les Grands Voisins

La mia aria da neofita, però, mi tradisce e lui con pazienza inizia ad elencarmi le centinaia di cose che potrei vedere e fare, ma in realtà è davvero difficile spiegarlo in due parole. Meglio scoprirlo da sé. Confusa, lascio il mio Virgilio e mi avventuro. Allora amletici bivi, eclettiche installazioni, cucine condivise, sgabelli colorati, terrazze, orti, capanne, boutiques, gente di ogni tipo che cammina per le strade di questa città senza metro e senza odio. Nella città strana tutti hanno un’aria perfettamente normale, rispondono con gentilezza e sono pronti a sorridere.

 

Les Grands Voisins

Tutto sta nell’entrare in contatto con i “vicini”. Basta un po’ di curiosità e qualche domanda, così subito Diop, giovane senegalese da poco arrivato a Parigi e accolto da Les Grands Voisins, si riscopre talentuoso artista e mi invita al suo vernissage l’indomani. Mi guida nel suo atelier che condivide con altri creatori, mi mostra passaggi e scorciatoie, mi racconta, entusiasta, della vita dai “vicini”: “Questa è davvero una boccata d’aria per Parigi!”.

 

Les Grands Voisins

La città è un fermento di idee, energie ed entusiasmo travolgenti per chiunque abbia voglia di scoprire l’altra Parigi. Lì potreste incontrare Lou, il parrucchiere nomade, Philemon che si dedica all’acquaponica e Cedric che fa girare i vinili grazie alla luce del sole. Come a Napoli se siete al verde c’è un caffe sospeso che vi aspetta alla Lingerie o se siete davvero stufi dei soldi, a Les Grands Voisins troverete un sistema di moneta locale, la moneta-tempo: dei biglietti di 15 minuti, 30 minuti, 1 ora, si vincono offrendo del tempo e si scambiano per un oggetto, un pasto o un servizio.

 

Per un’ora del proprio tempo in cucina, si può andare a fare shopping in boutique o offrirsi un pranzo a ristorante. Ma neanche quello è normale, il ristorante è solidale: i pasti sono preparati e serviti da persone in reinserimento sociale, formate in ristorazione e accoglienza.

 

Les Grands Voisins

Passeggiando in città, se non si hanno gli occhi incollati sul proprio smartphone come nella Parigi reale, ci si può imbattere in meraviglie di ogni sorta: dall’antica caldaia trasformata in banya, bagno turco russo, macchine costruite con materiali ospedalieri che soffiano bolle d’aria, capanne effimere costruite con materiali riciclati per sentirsi come in un villaggio di pescatori della Polinesia o per i più romantici che vogliono trascorrere la notte, la capanna di legno a forma di ferro da stiro con una piccola finestra sul soffitto per contemplare le stelle, o ancora una lavatrice-bicicletta che funziona solo pedalando.

Les Grands Voisins

 

E quando pensate di aver visto tutto, ecco la sentinella, un’installazione-opera d’arte-lampadario che durante il giorno assorbe energia solare e, appena tramonta il sole, brilla nel buio della notte. Dopo aver visitato Les Grands Voisins si impone una scelta: continuare a ignorare l’innovazione e la portata rivoluzionaria di questo laboratorio umano e sociale o rendersi conto che un’altra città è possibile.