RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Questa tizia è fuori di testa! Anch’io sono stata rapinata, ma mai mi è venuto in mente di uccidere qualcuno per recuperare la refurtiva.
— Sabrina®?? (@SabrySocial) September 11, 2024
Vedo che molti qui la difendono e giustificano.
Ripigliatevi! La vita ha un valore immenso, il denaro no.#Viareggio #CinziaDalPino pic.twitter.com/xlOzqu1PLE
1. «VOLEVO LA BORSA, NON UCCIDERLO» DOMICILIARI PER LA DONNA DEL SUV
Estratto dell'articolo di Antonella Mollica per il “Corriere della Sera”
È tornata a casa, dopo due notti e un giorno trascorsi in carcere. Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice di 65 anni accusata di avere investito e ucciso volontariamente con il suo Suv un algerino di 47 anni che domenica sera le aveva rubato la borsa alla Darsena di Viareggio, da ieri pomeriggio si trova agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Il gip ha disposto la misura cautelare per omicidio volontario per la donna che è incensurata. La pm Sara Polino della Procura di Lucca aveva chiesto la misura cautelare anche per il pericolo di fuga ma il gip ritiene che l’unico vero rischio sia la reiterazione del reato. […]
«Per noi non ci sono esigenze cautelari — le parole del difensore — capisco la reazione emotiva di fronte a quanto accaduto ma il codice va al di là del sentire comune. E prevede il carcere solo a fronte di una pericolosità estrema». L’avvocato spiega che la signora Dal Pino sta soffrendo per quanto accaduto. […]
«Non volevo uccidere, volevo solo recuperare la mia borsa che conteneva le chiavi di casa e i documenti, avevo paura che quell’uomo potesse arrivare alla mia abitazione», così la donna ieri mattina ha raccontato al giudice quello che è accaduto domenica sera. Lei era stata a cena con un gruppo di sei amici in un ristorante in via Coppino, non distante da casa sua. Alle 23, dopo cena, è andata da sola al parcheggio vicino dove aveva lasciato la Mercedes Gla. Appena salita in auto nel buio si è palesato quell’uomo che ha tentato di portarle via la pochette dal sedile. Quando lei ha provato a resistere lui l’ha minacciata: «Attenta ho un coltello». Così si è arresa.
donna insegue e investe con l'auto ladro
Mentre lui scappava a piedi lei si è lanciata all’inseguimento, arrivando poi a investirlo più volte.
«Volevo fermarlo e riprendere la mia borsa», ha ripetuto. Perché l’ha colpito più volte? «Perché lui all’inizio è rimasto in piedi e quando è caduto si è poi rialzato. Volevo colpirlo alle gambe». Solo quando ha avuto la certezza che lui non potesse più reagire si è fermata ed è scesa a riprendere la borsa. E perché non ha chiamato la polizia? «Non avevo il cellulare». E dopo? Nessuna spiegazione.
L’unico suo pensiero, dopo aver lasciato l’uomo per terra, è stato riportare l’ombrello preso in prestito al ristorante. Said Malkoun è stato soccorso solo dopo mezzanotte. Quando è arrivato all’ospedale era già in arresto cardiaco[…]
2. OMICIDIO DI VIAREGGIO, LA SORELLA DELLA VITTIMA: “VOGLIAMO GIUSTIZIA, INTERVENGA IL RE DEL MAROCCO”
Estratto da www.lanazione.it
"Vogliamo giustizia per la morte di mio fratello”. Dal Marocco, all’emittente Chouf Tv, parla la sorella di Said Malkoun, 47 anni, l’uomo investito più volte e ucciso da Cinzia Dal Pino, 65 anni, l’imprenditrice balneare che era stata rapinata della borsa dal 47enne fuori dal suo stabilimento.
Donna che poi ha cercato con l’auto, trovato e quindi travolto l’uomo, di nazionalità marocchina, uccidendolo. La sorella di Malkoun parla da Casablanca, di cui è originaria la famiglia della vittima. Nell’intervista in diretta su Facebook, andata online nel pomeriggio di mercoledì, la donna chiede l’intervento delle autorità marocchine: “Cinzia Dal Pino deve rimanere in carcere”, dice.
[…]. “Temiamo – dice – che questo caso finisca nel dimenticatoio. Mio fratello era una persona comune, come tante. Abbiamo paura che proprio per questo non ci sia giustizia. Chiediamo l’intervento delle massime autorità marocchine, compreso il re, affinché vigilino sulla situazione”.
[…]. La donna racconta: “Mio fratello era in Italia da 24 anni. Era una persona conosciuta per essere rispettosa di tutti. Quella donna lo ha investito per quattro volte nonostante avesse visto le sue condizioni. E’ andata via senza pietà, senza chiedere aiuto. Per favore, rispettate il nostro sentimento di tristezza, perché ci aspettavamo di vederlo vivo davanti a noi, ma oggi apprendiamo la notizia della sua uccisione in modo barbaro”. […].
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