DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
«Mi ha chiamato una dottoressa infettivologa di Milano. Mi dice: come sta? Come si sente? Io le dico che sto bene, e lei: mi dispiace, è risultato positivo al test».
Reazione?
«Sono rimasto basito per qualche secondo e ho guardato l' orologio. Forse volevo fissare nella memoria un momento così importante, erano le 11.53 di domenica mattina.
Ho fatto un respirone e mi sono detto: stai tranquillo e cerca di essere razionale. E così ho cominciato a convivere con lui». «Lui» è il Covid-19. L' uomo che parla, ha 37 anni, vive in uno dei Comuni della zona rossa e chiede di scrivere soltanto le sue iniziali, A.F.
Come ha contratto il virus?
«Sono un giocatore del Picchio Calcio Somaglia, la stessa squadra di calcio di Mattia, il "Paziente Uno" ricoverato all' ospedale Sacco in condizioni gravi. Sabato 15 ha giocato con me, sono stato seduto accanto a lui. Quando si è saputo che era in ospedale, venerdì, tutti quanti ci siamo messi volontariamente in isolamento e sabato ci hanno fatto i tamponi».
Che esiti hanno avuto?
«Alcuni ancora devono arrivare. Per adesso siamo risultati positivi in sei, più Mattia.
Siamo tutti in quarantena nelle nostre case. Nessuno di noi per ora è stato così male da essere ricoverato. Qualche sintomo, qualche linea di febbre, ma niente di serio. Io sono sposato, ero convinto di aver contagiato mia moglie e invece, con mia grande sorpresa, il suo tampone è negativo».
Quali sono le precauzioni che le hanno suggerito di prendere?
«Rimanere in casa, non avere contatti ravvicinati con altre persone, a partire da mia moglie che come me è in quarantena. E poi niente sudate, tachipirina all' occorrenza, chiamare subito il 112 se i sintomi si aggravano e misurare la febbre più volte. Io esagero un po': la misuro ogni ora».
Ed è stabile?
«Per adesso varia fra i 37.1 e i 37.8. Non ho difficoltà respiratorie e ogni tanto mi viene un colpo di tosse, ma niente di che».
È in contatto con gli altri compagni di squadra contagiati?
«Si, certo. Abbiamo creato un gruppo WhatsApp fantastico. Ci scriviamo difficoltà, dettagli che preoccupano o divertono. È diventato un passatempo».
A proposito. Come scorre il tempo in quarantena?
«Ascolto musica, parlo al telefono, mando messaggi, e poi non so più quanto calcio e documentari ho visto. Me ne sto a guardare il cane che gioca con mia moglie in giardino. Vorrei tanto abbracciarla ma non si può».
Riuscite a rimanere a distanza di sicurezza?
«Dormiamo in stanze separate e usiamo bagni diversi. Io disinfetto il mio ogni volta che lo uso. Stiamo rigorosamente a più di due metri di distanza. Mangiamo e parliamo in lontananza».
Avete chi vi porta il cibo?
«Fino a ieri (domenica, ndr ) i miei suoceri, lasciavano i sacchetti davanti a casa. Poi è arrivato il risultato del mio test e sono finiti anche loro in isolamento quindi per adesso saccheggiamo le scorte del freezer, poi si vedrà».
Quante persone saranno controllate per essere state a contatto con lei?
«Una settantina. Ma ho saputo dall' infettivologa una cosa surreale: pur di farsi fare il tampone qualcuno che mi conosce si è inventato contatti recenti con me mai avvenuti».
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