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Guido Guerrera per “Libero Quotidiano”
«Sì lo conosco per averlo incontrato alcune volte, ma l'impatto immediato non è stato gradevole. Il suo aspetto trasandato, quello di una persona che alla pulizia tiene poco mi ha subito impressione». Anna, nome convenzionale che useremo per tutelare la sua privacy, parla così di don Paolo, il sacerdote della parrocchia di Sommaia, località di Calenzano non distante da Firenze, indagato per atti di pedofilia.
«Ci sono andata in compagnia di un' amica che ritengo fosse soggiogata dal religioso. Quando me lo presentò era come in estasi, "uomo eccezionale, di grande carisma. Ed è così vicino a Dio". Io invece ero rimasta perplessa perché avevo notato dei particolari che mal si addicevano a un uomo di chiesa, idee che nel tempo si sarebbero rafforzate».
Don Paolo Glaentzer - L auto su cui ha molestato una bambina di dieci anni
In questi giorni il sacerdote si difende invocando nientemeno che la presenza del Maligno: il diavolo in persona lo avrebbe indotto in tentazione trascinandolo sulla strada dell' abiezione. Sembra di essere nel bel mezzo di quelle fosche atmosfere in odor di medioevo evocate dalla penna di Eco o dal cinema di Avati in cui l' odore di zolfo aleggia attorno a delitti atroci le cui matrici vanno cercate solo negli angoli più perversi del cuore degli uomini.
LA CHIESA SAPEVA?
«A proposito del diavolo - prosegue Anna - so che don Paolo era solito riunire delle persone su cui praticava esorcismi. Non so se fosse abilitato dalla Chiesa a farlo, ho visto invece che intascava dei soldi e una volta mi capitò di assistere a un episodio involontariamente comico: mentre con una mano stava benedicendo gli astanti, con l' altra si era messo a contare delle banconote che gli avevano lasciato in offerta, impappinandosi».
Anna, ricorda qualche episodio in particolare? «Sì, uno in particolare che ha gettato un' ombra assai pesante sul giudizio riguardo quell' uomo. Io e questa mia amica, una donna piuttosto attraente, stavamo discutendo con il prete, quando ho sorpreso il suo sguardo tuffato nella scollatura della camicetta che si era un po' aperta. Poi si era avvicinato con fare molto suadente a lei e sfiorandole la spalla con la mano si era lanciato in apprezzamenti che ho giudicato sinceramente inopportuni e un tantino audaci: "ma che bella camicetta che indossa, come le sta bene molto femminile". Il tono della voce vibrante di sottile desiderio era evidente, era quello di un uomo qualsiasi».
Esorcismi, a pagamento, e sempre a detta di Anna, fonte attendibile, anche la presenza di un sedicente "guaritore" vicino al sacerdote. «Ha nei suoi confronti una ammirazione sconfinata. Per lui don Paolo è Dio in terra, perché gli ha permesso di avvicinarsi alla fede e di scoprire in sé doti paranormali. L' ho visto diverse volte "operare" vicino alla chiesa che frequenta assai spesso».
Insomma Anna è una voce tra le tante utili a tracciare un identikit dell' oscura figura del sacerdote di Sommaia, è la voce di una donna intelligente e attenta che forse rappresenta l' estrema, ideale sintesi di tutte le donne che proprio in questo momento esigono che venga fatta chiarezza in nome della piccola vera vittima di questa turpe faccenda.
INDIGNAZIONE
Intanto don Paolo Glaentzer si trova ai domiciliari in una casa del fratello nel piccolo centro di Fabbriche di Casabasciana, una frazione di Bagni di Lucca, cosa che ha suscitato l' indignazione dei cittadini entrati in rivolta. Con una raccolta di firme si chiede l' immediata espulsione del religioso settantenne che, ricordiamolo, davanti al magistrato ha confessato la sua relazione con la minorenne. A quanto pare tutto il comprensorio lucchese è orientato a rifiutare la permanenza del pedofilo, «preoccupazione tanto più giustificata», viene detto, «a causa della presenza di alcune scuole primarie nella zona».
La voce dei cittadini dell' area lucchese suona perciò alta: «La Curia si occupi subito di una sistemazione idonea al prete pedofilo, in attesa di una sentenza definitiva. Qui non può stare». Una volta terminata la raccolta, le firme verranno recapitate al vescovo di Lucca e al sindaco di Bagni di Lucca. Gli abitanti non demordono e sono pronti perfino a scendere in piazza per far valere i loro propositi. Intanto la ragazzina e i fratelli sono stati tolti alla famiglia.
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