chloe ayling

“ERO DESTINATA A FACOLTOSI UOMINI ARABI” - PARLA LA MODELLA RAPITA E MESSA IN VENDITA NEL DARK WEB: "MI HANNO TENUTO DENTRO UNA VALIGIA, TEMEVO DI MORIRE..." – IN MANETTE UN TRENTENNE POLACCO CHE AVREBBE AGITO ASSIEME A TRE O QUATTRO COMPLICI

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Paola De Carolis per il Corriere della Sera

 

Scossa e provata, Chloe Ayling, 20 anni, è tornata a casa. Mancava dall' 11 luglio, quando credendo di essere stata scritturata per un servizio di moda, aveva lasciato l' abitazione di Coulsden, nel Surrey, alla volta di Milano, finendo nel mezzo di un complotto losco e violento le cui dinamiche sono ancora da appurare.

 

Chiaro è che questa giovane modella, che in passato ha posato per il Sun ed altri tabloid britannici e che ieri nonostante il pallore ha trovato qualche sorriso, ha creduto di morire. «Ho temuto per la mia vita secondo per secondo, minuto per minuto, ora per ora», ha detto ai giornalisti che aspettavano il suo rientro.

 

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Per un racconto più dettagliato bisognerà attendere sino a dopo l' incontro con la polizia di Londra, che sta seguendo il filone britannico dell' inchiesta e che ha perquisito il 18 luglio l' appartamento di Sampson Close, a Oldbury, dove apparentemente viveva il polacco Lukasz Pawel Herba, 30 anni, arrestato a Milano. L' uomo avrebbe agito assieme a tre o quattro complici, che gli inquirenti stanno cercando.

 

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«Mi hanno tenuto dentro una valigia, riuscivo a respirare solo attraverso un piccolo foro», ha sottolineato Chloe in pantaloncini e maglietta prima di aggiungere di non poter dire altro per ora, se non un grazie di cuore alle autorità italiane e britanniche che hanno reso possibile la sua liberazione e il suo rientro.

 

Per Chloe il calvario è durato sei interminabili giorni. Dopo essere stata sedata, la modella era stata chiusa in una valigia e trasportata nel bagagliaio di un' auto sino a Lemie, frazione Borgial, in Piemonte, dove era stata tenuta incatenata e bendata. I sequestratori avevano intenzione di venderla attraverso il dark web, la Rete oscura, ed è sulle tracce di questa tratta di donne verso Paesi orientali che si snodano le inchieste.

 

Stando alle ricostruzioni della stampa britannica, la modella aveva già vissuto momenti di paura lo scorso aprile, quando si era trovata sugli Champs Élysées proprio durante la sparatoria in cui era rimasto ucciso un agente della polizia di Parigi. Era tornata sconcertata in albergo. Allora Phil Green, l' agente della Supermodel Agency che le aveva procurato l' ingaggio francese, aveva telefonato alla madre immediatamente per rassicurarla che la figlia stava bene.

 

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Per l' episodio italiano, invece, le buone notizie si sono fatte attendere. «Siamo rimasti in contatto con la famiglia - ha detto un portavoce dell' agenzia -. La priorità è sempre stata riportare Chloe a casa sana e salva». Un conoscente ha sottolineato però che la famiglia, che ha subito dato l' allarme quando non è stata più in grado di contattare la donna, ha temuto di non rivederla viva. «Per Chloe è stato un inferno. Le ci vorrà tempo per riprendersi completamente».

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