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Estratto dell’articolo di Carlo Macrì per il “Corriere della Sera”
ROSARINO PROCOPIO - PRIMARIO OSPEDALE DI LAMEZIA TERME
«Sono deluso, stanco, amareggiato. Ho avuto paura che finisse male. Diventa impossibile fare il medico quando a vessarci sono i pazienti, mentre i loro parenti ci aggrediscono». Ventiquattro ore dopo aver subito violenza fisica da parte di un parente di una anziana degente Rosarino Procopio, 65 anni, primario facente funzione del pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme, si sfoga ponendo l’accento sulle difficoltà ormai quotidiane cui sono sottoposti i medici del pronto soccorso, «vittime di continui soprusi, come se lavorassimo in trincea».
Lunedì sera il primario è stato assalito dal nipote di una donna che voleva dimettere perché «il suo iter diagnostico era stato completato e quindi non era più il caso che restasse in osservazione». La decisione del primario era stata dettata dal fatto che la paziente «poteva ritornare a casa e iniziare la cura terapeutica che gli avevamo prescritto, liberando così un posto letto per chi aveva necessità di essere ricoverato», spiega Procopio.
Una decisione che Carlo Sacco non ha condiviso: quando il primario gli ha annunciato la decisione di fare uscire la nonna, ha estratto da sotto il giubbotto un manganello e ha colpito più volte alla schiena il dottor Procopio. «D’istinto mi sono girato — dice il primario — dando le spalle al mio aggressore. Ho evitato così che le manganellate mi raggiungessero alla testa». Sacco è stato arrestato in flagranza differita dagli agenti del commissariato di Lamezia guidato da Antonio Turi con l’accusa di lesioni aggravate e porto di oggetti atti a offendere.
[...] L’aggressore è un nome già conosciuto dalle forze di polizia: era stato arrestato e condannato a due anni e due mesi nell’ambito dell’operazione «Crisalide 3», nel 2020, contro le cosche Cerra-Torcasio-Gualtieri, un gruppo criminale che opera nel settore degli stupefacenti. Un anno fa era stato nuovamente arrestato per porto abusivo di pistola.
POLIZIA ALL OSPEDALE DI LAMEZIA TERME
Il medico si dice turbato da queste vicende, anche se è la prima volta che accade, perché dopo 42 anni di servizio nei reparti di emergenza, «subire sulla propria pelle queste aggressioni oltre alle ferite, lascia una confusione a livello mentale, che potrebbe nel tempo avere ripercussioni sul nostro lavoro. Viene meno la serenità.
C’è chi — aggiunge — arrivando al pronto soccorso mistifica sul suo stato di salute e pretende di essere visitato per primo. Quando gli si impone di rispettare il turno, iniziano le ingiurie, le offese, per poi arrivare alla violenza fisica». [...]
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