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Massimo Massenzio per www.corriere.it
«Erano allegri, abbiamo chiacchierato un po’ e mi hanno detto che sarebbero tornati indietro lungo la strada dei Cannoni. Forse se non avessero deciso di cambiare itinerario si sarebbero potuti salvare». Renzo Baccarani, titolare del rifugio Casa Assietta, è stato una delle ultime persone a parlare con Alberto Balocco e Davide Vigo. Venerdì mattina i due amici erano partiti da Sauze d’Oulx e avevano raggiunto la cima del col dell’Assietta, che divide la Val di Susa dalla Val Chisone.
Dopo aver scollinato si erano fermati a mangiare al rifugio, a 2527 metri di quota: «Io non li conoscevo, magari erano già venuti qui da noi, ma non ci eravamo mai fermati a parlare — racconta il ristoratore —. Mi hanno detto di aver organizzato da parecchio tempo il giro dell’Assietta in mountain bike e che uno dei due era arrivato apposta dal Lussemburgo. Il rifugio era pieno, c’erano tanti motociclisti e quando è arrivato il maltempo sono rimasti tutti al coperto.
Loro invece si sono voluti muovere subito. Da quello che ho capito dovevano tornare a prendere l’auto parcheggiata a Sauze d’Oulx, ai piedi delle piste da sci e così, dopo un pranzo leggero, si sono rimessi in sella».
Erano da poco passate le 13, ma i due ciclisti non si sono diretti verso la strada dei Cannoni: «Quando sono partiti qui non pioveva ancora. Si vedevano però le nuvole in lontananza e c’era molto vento — continua Baccarani —. Il punto dove è successo l’incidente si trova a 4 chilometri di distanza, sul sentiero dell’Assietta, quello che avevano percorso all’andata per venire qui. Probabilmente hanno preferito evitare il bosco e scelto la strada sterrata. Però su questo versante il temporale non è stato poi così violento, solo un po’ di pioggia, mentre di là ha addirittura grandinato. I nuvoloni erano tutti sopra il Sestriere e loro per tornare a Sportinia dovevano passare proprio dal col Basset.
Quando mi hanno detto quello che era successo è stato uno choc. Mi dispiace davvero molto». In tanti anni passati a vivere e lavorare in montagna Baccarani non ricorda un incidente del genere: «Almeno non da queste parti e non negli ultimi anni. Sono stati davvero sfortunati, ma non riesco a smettere di pensare che se fossero passati dai boschi sarebbero potuti essere ancora vivi. Lì è uno sterrato, non c’è una pianta nel raggio di chilometri. Il posto peggiore quando ci sono i fulmini».
In base alle ultimi accertamenti eseguiti dai carabinieri della compagnia di Pinerolo, che anche ieri mattina sono ritornati in cima all’Assietta, Balocco e Vigo erano fermi a pochi centimetri l’uno dall’altro, con i piedi a terra. Forse, se fossero stati colpiti dal fulmine mentre pedalavano le conseguenze sarebbero state meno gravi. Invece i loro corpi sono stati attraversati da una potentissima scarica elettrica e non hanno avuto scampo. Secondo il medico legale che ha esaminato le salme nelle camere mortuarie di Pomaretto non ci sono dubbi sul fatto che i due biker siano stati folgorati e il pm della Procura di Torino, Francesco La Rosa, che coordina le indagini dei carabinieri, ha deciso di non disporre l’autopsia.
Ieri mattina i corpi di Balocco e Vigo sono stati — di fatto — restituiti alle rispettive famiglie, ma per l’agente di commercio torinese non è stata ancora stabilita la data dei funerali. Davide Vigo, infatti, a differenza del suo amico di vecchia data, aveva espresso il desiderio di essere cremato. In questi casi la procedura burocratica è più complessa, ma dovrebbe sbloccarsi nelle prossime ore.
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