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“QUELLA DONNA MI HA FATTO DIVENTARE PARANOICA. NON C’È NULLA DI FEMMINISTA IN QUELLO CHE HA FATTO” – PARLA LA VITTIMA DELLA “VENDICATRICE” DI UOMINI INFEDELI, OVVERO LA 55ENNE DI PRATO CHE ADESCAVA UOMINI A CASO E SCAMBIAVA CON LORO MESSAGGI EROTICI E POI MANDAVA TUTTO IL MATERIALE ALLE IGNARE COMPAGNE DELLE SUE VITTIME, SPINTA DALLA VOLONTÀ DI “DIFENDERE LE DONNE”– “MI HA INVIATO IMMAGINI DEL MIO FIDANZATO NUDO. PRIMA L’HO LASCIATO, MA POI L’HO PERDONATO: UN TRADIMENTO FISICO NON C’ERA STATO. A QUEL PUNTO HA COMINCIATO A PEDINARE ME E LUI, VENENDO IN TOSCANA DALLA LOMBARDIA. NON SAPEVO CHI FOSSE, MA HA COMINCIATO A MANDARE LE NOSTRE FOTO SCATTATE PER STRADA AD AMICI E PARENTI" - DOPO IL CASO VAGNOLI-FONTE, UN'ALTRA SEDICENTE "FEMMINISTA" CHE IN NOME DI UNA AUTOPROCLAMATA "GIUSTIZIA" SI TRASFORMA IN CARNEFICE...

Estratto dell’articolo di Giorgio Bernardini per il “Corriere della Sera”
«Quella donna mi ha fatto diventare paranoica, dovevo farmi accompagnare da casa al lavoro ogni giorno. Ho fatto un lungo percorso per recuperare lucidità. Ora posso dire che ce l’ho fatta: la cosa più importante è denunciare». E il coraggio di farlo F. l’ha trovato dopo un anno passato in un incubo che non avrebbe mai potuto immaginare.
Era il 2020, lei aveva trent’anni e stava con l’uomo che amava, suo coetaneo. Grandi progetti, la convivenza. Poi viene raggiunta da un messaggio su Instagram. «Un profilo di donna, che mi inviava immagini del mio fidanzato nudo, di sue chat erotiche. “Guarda cosa fa nelle ore notturne mentre tu riposi”, c’era scritto».
Quella donna nei giorni scorsi è stata condannata dal tribunale di Prato dopo un lungo processo per revenge porn, diffamazione, stalking e sostituzione di persona, per una pena totale di due anni e sei mesi in primo grado. Adescava gli uomini online attraverso falsi profili social confezionati dal figlio — anche lui condannato a un anno e un mese come suo complice anche nello stalking — poi quando le chat e lo scambio di immagini diventavano espliciti inviava tutto a compagne e famiglie, una sorta di «vendicatrice» dei tradimenti online, residente in Lombardia ma che colpiva in tutta Italia.
[…] cos’ha fatto?
«Ho chiamato lui e ho chiesto spiegazioni girandogli le chat. Cercava di arrampicarsi su specchi insaponati, ma ha dovuto ammettere subito. Gli ho detto che era finita, me ne sono andata».
Ma non era finita.
«No, ci abbiamo riprovato. L’amore era grande, i progetti erano grandi, un tradimento fisico non c’era stato. Abbiamo fatto un viaggio, io sono tornata a casa e ho deciso di passare il lockdown insieme a lui».
Questo pare aver fatto infuriare la donna della chat.
«Lei ha continuato a scrivermi e mandarmi materiale, era diventata così insistente che ho detto basta. L’ho bloccata. Lei mi ha risposto con questo messaggio: “Solamente le montagne non s’incontrano nella vita, ricordatelo sempre”. Era un avviso, ma non potevo saperlo. Ha cominciato a pedinare me e lui, venendo in Toscana dalla Lombardia».
Cosa cercava secondo lei?
«Non saprei, ma per me era un incubo. Io non sapevo chi fosse, ma ha cominciato a mandare quel materiale e le nostre foto scattate per strada a amici, parenti, colleghi di lavoro. Con plichi fisici e sui social. Io cercavo di tutelare il mio compagno, agli amici dicevo che era una truffa, che lui non c’entrava nulla».
Una persecuzione durata un anno intero.
«Io ero diventata paranoica. Abbiamo denunciato i fatti alla polizia postale il giorno di San Valentino, ci siamo fatti questo regalo. Ho iniziato a vivere un periodo di terrore, chiunque aveva un telefono in mano mi faceva scattare, avevo paura, le persone amiche erano costrette ad accompagnarmi dal lavoro a casa».
Come ha fatto a capire chi fosse la vostra stalker, dato che non l’aveva mai vista?
«Un giorno ero al bar. Vedevo questa donna con occhiali neri e mascherina che scattava foto. Era con un ragazzo giovane, che ho scoperto poi essere il figlio: feci a mia volta una foto senza farmi vedere e la mandai all’ispettore. Quella stessa sera mi sono ritrovata questa donna che mi inseguiva con il telefono puntato in stazione, ho avuto il coraggio di filmare lei che mi puntava l’obiettivo addosso».
La sua persecutrice sostiene di essere una femminista che voleva aiutare le donne. L’ha rivista al processo?
«È venuta solo all’inizio, poi mai più. Colpisce tutti, fa male a tutti, alla mia famiglia e a quella del mio ex, non c’è nulla di femminista in quello che ha fatto».
Ex? Come mai non state più insieme, se posso?
«Alla fine quella donna ha ottenuto quello che voleva. L’ho lasciato da innamorata, perché non riuscivamo più ad andare avanti. Ma dopo un po’ lui stava già con un’altra, è andata bene così...». […]
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