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Roberta Polese per il "Corriere della Sera"
Rapina una donna, le ruba l'auto, esce di strada, ne ruba un'altra, investe un ciclista che morirà, sgomma, fugge, carambola fra un camion e altre vetture, sale su una terza auto, sperona la gazzella dei carabinieri che si ribalta, tenta infine di scappare a piedi.
Veloce e insanguinato. E quando lo prendono si mette a piangere: «Chiedo scusa».
Ieri mattina la pedemontana veneta si è svegliata in un film d'azione americano, tragico, pauroso e grottesco al tempo stesso, con un finale degno dei fratelli Coen. Protagonista Steve Quintino, diciannovenne con precedenti per furti e danneggiamenti e pure senza patente. Lui è di Riese Pio X e da lì, da questo paesone ai piedi del monte Grappa, è partito per la sua mattinata di straordinaria follia.
Teatro delle vicende il reticolo di strade e stradine che si snoda fra le province di Treviso e Vicenza, nel profondo Veneto del traffico infinito, dove Quintino ha fatto le sue gimkane fra un incidente e l'altro inseguito da polizia e carabinieri. A Vallà ha rapinato la prima donna, ad Altivole si è schiantato, a San Zenone ha travolto e ucciso Mario Piva, a Onè di Fonte ha fatto cappottare la macchina dei carabinieri e chiudendo la sua fuga.
Un'ora e mezza di panico. Dopo le scuse Quintino ha preso a delirare: «Non avrete più notizie di me. Quando non avrete più notizie di me capirete che il mondo sta finendo». E mentre farneticava montava la rabbia della gente.
A un passante che l'ha insultato ha risposto con una risatina: «Ammazzatelo questo».
Aggiungendo follia a follia: «Volevo salvare il mondo, mi stanno facendo una puntura per ammazzarmi».
È stato sedato, portato all'ospedale e piantonato in stato di arresto per omicidio stradale, tentato omicidio e rapina. Domanda: era ubriaco? Drogato? In cura? Nulla di tutto ciò, dice chi lo conosce: «Ma era introverso, aveva manie di persecuzione e vedeva complotti ovunque, soprattutto nell'ultimo periodo».
Operaio turnista, due fratelli, il padre, che se n'è andato tempo fa, ieri era in piazza a Onè: «Non c'entra niente con me». Steve è una testa calda.
«Delinquente, assassino, giornata nera per il nostro paese», non ha usato mezzi termini il sindaco di San Zenone, Fabio Marin. La sua follia è costata la vita a Mario Piva, sessantasettenne di Loria che precedeva la moglie in sella alla sua bicicletta. L'impatto violentissimo con l'Audi rubata non gli ha lasciato scampo. La moglie è riuscita a evitare l'automobile ma le è toccato in sorte di veder morire il marito sotto i suoi occhi: «Ha investito in pieno Mario ed è scappato, l'ha fatto apposta».
Quintino nega. «Non possiamo liquidare il tutto come un semplice atto di follia, sarebbe riduttivo», ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia. In tanta angoscia, il gesto coraggioso dei due carabinieri che, usciti dalla gazzella rovesciata, hanno inseguito il giovane. L'hanno raggiunto, immobilizzato e protetto dalla rabbia della gente.
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