NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Undici persone, tra le quali un sacerdote. Sono state arrestate tra Lombardia ed Emilia con l'accusa di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con minorenni nell'ambito dell'operazione dei carabinieri di Brescia che ha interessato, oltre alla provincia di Brescia, quelle di Bergamo, Milano, Pavia, Monza e Brianza, Parma. L'inchiesta è quella che ha portato all'arresto nelle scorse settimane anche di un uomo malato di Hiv che chiedeva rapporti non protetti ai ragazzini.
In manette sono finiti, tra gli altri, anche un allenatore di squadre di calcio giovanili e un agente di polizia locale. Per tutti l'accusa è prostituzione minorile continuata. Il sacerdote e gli ultimi due sono residenti nella Bergamasca e non si conoscevano tra loro, ma frequentavano gli stessi ragazzini conosciuti in Rete.
Le indagini sono partite dalla denuncia di una madre bresciana, che ha trovato sul cellulare del figlio 16enne alcuni sms sui rapporti sessuali che il giovane consumava con persone maggiorenni. Lo stesso 16enne ha poi ammesso, e fatto il nome di alcuni amici che come lui avevano intrapreso relazioni con adulti conosciuti in chat.
Nell'inchiesta del sostituto procuratore Ambrogio Cassiani contro il giro di prostituzione minorile coordinata dalla Procura di Brescia figura come detto anche Claudio Tonoli, sieropositivo 56enne, arrestato già nelle scorse settimane dalla Polizia locale di Montichiari perché chiedeva di consumare rapporti sessuali non protetti.
A casa dell'uomo i vigili avevano trovato molti contatti sul telefonino ma anche su agende e quaderni. Già in occasione di quell'arresto gli investigatori spiegarono che il provvedimento rientrava in un'indagine più ampia e ancora in corso ma che "l'uomo andava fermato". Tonoli, due anni fa, era stato al centro di un caso giudiziario, quando un 13enne raccontò di essere stato avvicinato dall'uomo che gli aveva mostrato immagini pornografiche.
L'inchiesta, avviata nell'agosto dell'anno scorso dai carabinieri di Brescia e dalla Sezione di polizia giudiziaria, ha consentito di identificare quattro minorenni che avevano avuto rapporti sessuali a pagamento. I ragazzi coinvolti si presentavano come maggiorenni sui social network e, una volta stabilito il contatto, gli indagati avevano con loro rapporti sessuali in luoghi appartati in cambio di regali o piccole somme di denaro.
Secondo gli investigatori, sono stati numerosissimi gli episodi di rapporti consumati a bordo di autovetture in parcheggi di centri commerciali, in luoghi di intrattenimento e nelle abitazioni di alcuni degli indagati. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati anche numerosi computer.
Sono una ventina gli indagati nell'inchiesta. Oltre alle undici persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare (un'altra risulta irreperibile) e che sono ora ai domiciliari, ci sono almeno altre dieci persone indagate.
Sulla vicenda, dopo la notizia dell'inchiesta in cui è coinvolto anche don Diego Rota, che prestava il suo servizio a Solza (Bergamo) posto ai domiciliari, è intervenuta la Curia di Bergamo. "Le gravi accuse di cui è imputato suscitano nel Vescovo e nella nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore", si legge in una nota.
"Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno - spiega una nota della Curia - a seguito dei provvedimenti restrittivi messi in atto, riteniamo di dover nominare un amministratore
parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza".
"Siamo consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si affermino, confidando nell'opera di coloro che sono chiamati a garantirle. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente ad una preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo momento", conclude la Curia.
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