aperimessa chiesa messa

PRENDETE E BEVETENE TUTTI – LE PARROCCHIE SE NE INVENTANO DI TUTTE I COLORI PER RACCATTARE I FEDELI CHE LATITANO ALLA MESSA: A SAVONA SI PUNTA TUTTO SULLA PAUSA PRANZO, CON LA CELEBRAZIONE DELLE 13 – IN PROVINCIA DI SPOLETO INVECE C’È L’APERI-MESSA: PROSECCO PER I GRANDI E RITAGLI DI OSTIE & CHIPS PER I PIÙ PICCOLI – BUONI CONFESSIONE, COVER SACRE DI CANTI PROFANI E ASILI NIDO DIETRO L’ALTARE: GLI ESPERIMENTI PIÙ CURIOSI – VIDEO

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Alfredo Arduino per “la Verità”

 

padre piergiorgio ladone

Ritmi frenetici, troppo lavoro, impegni che non danno tregua. Forse è anche a causa di questo logorio che i fedeli non riescono più ad andare a messa. Ne è convinta la Diocesi di Savona-Noli che ha deciso di puntare tutto sulla pausa pranzo. Da qualche giorno nella chiesa di San Pietro è stata inaugurata la celebrazione delle 13, organizzata ogni martedì. «Un modo», spiega padre Piergiorgio Ladone, che con altri due confratelli gestisce la parrocchia, «per dare l' opportunità di prendere parte all' eucarestia anche a chi in altri momenti della giornata è bloccato per motivi professionali».

 

calogero marino

Un esperimento unico nel suo genere in Italia e fortemente appoggiato dal vescovo Calogero Marino, che sta riscuotendo successo. I fedeli stanno aumentando settimana dopo settimana, e si respira un clima di rinnovato entusiasmo. Perché, in un momento storico caratterizzato da un diradarsi costante del gregge, sempre più pastori sono costretti a ricorrere alla creatività. E le idee non mancano: dalle cosiddette aperimesse arricchite dagli stuzzichini dell' happy hour, ai buoni confessione, agli asili allestiti dietro gli altari. E ancora l' uso sapiente dei social network, i canti, le cover sacre di brani profani e i balli di gruppo sullo stile gospel.

papa francesco

 

A fotografare il trend negativo dei fedeli che disertano le funzioni sono gli ultimi dati Istat. Chi sperava nell' effetto di Jorge Mario Bergoglio oggi deve ricredersi e fare i conti con un abisso delle presenze che non ha precedenti nella storia ecclesiastica. Basti pensare che se nel 2006 una persona su tre (il 33,4%) dichiarava di recarsi nei luoghi di culto almeno una volta alla settimana e oggi, nonostante l' impegno di papa Francesco, la percentuale è scesa al 29.

 

il buono confessione di don dino rampazzo

Anzi, i maligni sostengono proprio a causa sua. La fuga dalle chiese riguarda soprattutto i giovani, come prevedibile: i frequentatori più assidui sono, infatti, i pensionati (38,7%), seguiti dai ragazzini fino ai 13 anni (48,1%). Per gli adulti si può invece parlare di spopolamento: le donne sono le più devote e si attestano al 32,7%, al contrario gli uomini sono molto meno presenti (22,1%).

 

don dino rampazzo

E poi naturalmente ci sono coloro che ormai da anni non vedono più un prete neppure in fotografia: hanno raggiunto la quota record del 26,7%. Una situazione decisamente sconfortante per i parroci, costretti a inventarsi formule sempre nuove e originali per cercare di recuperare audience.

 

Come quella dei «buoni confessione»: l' idea è di don Dino Rampazzo, sacerdote di Pressana e Roveredo di Guà, due paesini non lontani da Verona. Per ricondurre i cattolici alla messa, nei mesi scorsi la vulcanica tonaca ha iniziato a distribuire volantini negli esercizi commerciali, con annessa la «tessera per il perdono». Il foglietto recita: «Buono gratuito per una confessione e, come tutti i buoni che si rispettano, ha anche una data di scadenza».

don dino rampazzo 1

 

E quindi conclude: «Andate, Gesù vi aspetta per dirvi che vi vuole bene!». L' obiettivo è far rientrare più persone possibili in chiesa, ma anche ricordare l' importanza della confessione. Un sacramento divenuto demodé. Ma a quanto pare don Dino ha fatto centro: i volantini sono andati a ruba e le cappelle della zona sono tornate piano piano a vivere.

 

aperimessa

Proprio come quella di San Martino in Trignano, a Spoleto. Qui don Gianfranco Formenton ha escogitato la messa domenicale con aperitivo. Pubblicizzando l' iniziativa sulla sua pagina Facebook: «Locali climatizzati... e, per i possessori della Messa Card, aperitivo: prosecco di Conegliano Veneto per i grandi e... ritagli di ostie & chips per i più piccoli».

 

messa card

Insomma, nella cittadina umbra si prega, ma bevendo e mangiando qualcosa nel frattempo. Sacro e profano non sono sempre in contraddizione, E poi, grazie alla speciale tessera a punti, si viene premiati con panettoni natalizi e colombe pasquali quando si dimostra l' assiduità. Anche in questo caso la trovata non è passata inosservata, anche se ha collezionato anche parecchie critiche. Le più severe sono arrivate da Confcommercio, convinta che l' happy hour in chiesa possa metta in difficoltà i bar del territorio.

don gianfranco formenton 5

 

Ci permettiamo di obiettare che non ci paiono situazioni in concorrenza. Infatti anche altri parroci hanno seguito l' esempio. E così l' aperimessa è arrivato nella borgata marina dell' Addaura, a Palermo, e nella Pastorale universitaria di Trento. In altri casi i prelati più fantasiosi hanno deciso di scommettere tutto sulla musica, non quella sacra ma pop o rock. È il caso, per esempio, di don Bruno Maggioni, parroco della chiesa del Sacro Cuore, a Limbiate (Monza e Brianza).

 

Alla fine di ogni matrimonio, ma anche di ogni celebrazione, dedica una canzone ai presenti. A volte sceglie Mamma Maria dei Ricchi e Poveri, altre volte si diletta con Pazza Idea di Patty Pravo, che tra l' altro parla esplicitamente di sesso. Ormai i fedeli lo sanno, e spesso entrano in chiesa anche per non perdersi lo spettacolo, diventato cliccatissimo anche su Youtube.

 

 

don bruno maggioni 1

Pure in questo caso le voci dissonanti non sono mancate, ma lui si definisce «prete di frontiera», e sostiene che per avvicinare gli uomini del nuovo millennio a Dio deve usare un linguaggio diverso, coinvolgente, moderno e comprensibile. Quello della musica, appunto.

 

 

 

 

 

 

 

don roberto fiscer

La stessa cosa capita a Genova, grazie all' entusiasmo di Roberto Fiscer, viceparroco della chiesa di San Martino. Da qualche anno si è messo i panni di dj, riadattando le hit per trasformarle in originali canti religiosi. E così Andiamo a comandare, di Fabio Rovazzi, per lui è Ci andiamo a confessare. Mentre Sofia, di Alvaro Soler, è Eucarestia. Ma c' è anche chi, per convogliare le giovani coppie in chiesa, pensa a come intrattenere i pargoli. Succede a Tessarolo, un borgo vicino a Novi Ligure (Alessandria).

 

don marco visconti

Qui don Marco Visconti ha deciso di allestire un asilo nido proprio dietro l' altare. Per terra ci sono tappetini, giochi e peluche. E così mentre mamma e papà ascoltano l' omelia, i piccoli passano il tempo insieme senza annoiarsi. E se fanno un po' di inevitabile chiasso, al parroco poco importa. «Durante la messa preferisco le voci dei bambini ai pettegolezzi dei grandi», si giustifica il don. Difficile dargli torto.

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