FLASH! – NO, NON ERANO SOLO ILLAZIONI DI QUESTO DISGRAZIATO SITO: ROBERTO CERRETO, IL VISPO…
SONO FINITI I TEMPI IN CUI LACERENZA SOFFIAVA LA COCAINA NEL SEDERE DELLE RAGAZZE - DOPO ESSERE STATO ARRESTATO CON L'ACCUSA DI SPACCIO E FAVOREGGIAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, L'EX TITOLARE DELLA "GINTONERIA" HA INIZIATO UN PERCORSO PER DISINTOSSICARSI DALLA "POLVERINA", CHE VENIVA CONSUMATA IN QUANTITÀ INDUSTRIALE NEL SUO LOCALE (DAI 10 AI 20 GRAMMI A SERATA) - "IL KING" DELLE NOTTI MILANESI HA APPESO LO CHAMPAGNE AL CHIODO: ORA BEVE SOLO LATTE E ACQUA TONICA - IL VIDEO PUBBLICATO SUI SOCIAL DA LACERENZA IN CUI ANNUNCIA DI AVER "DISMESSO I VECCHI ABITI"
Estratto dell'articolo di Brunella Giovara per www.repubblica.it
Incombe uno spettro tragico sulla nuova vita di Davide Lacerenza, ed è la vita normale. No eccessi, no droghe, no alcol, no privé, no donne, insomma niente del rampante Davide che si era inventato la Gintoneria, locale di successo colpito e affondato da inchiesta giudiziaria, con lui dentro e non solo. Non riaprirà mai più, “This is the End”, direbbe qualche milanese imbruttito. Poi, vai a sapere, ma il locale è vuoto e da affittare. Tutto pignorato, al Lacerenza hanno appena restituito un frigorifero, le tende e qualche sedia.
E lui era il campione dei gestori di locali alla milanese, nella attuale Milano da bere che stiamo vedendo e talvolta vivendo, che è peggio di quella degli Ottanta perché più cattiva, estrema, anche pericolosa. Frequentata da personaggi che non hanno niente da perdere, da ragazze in cerca di soldi, da clienti pieni di soldi, professionisti in cerca di svago (di nascosto dalla moglie, o in trasferta aziendale, che è uguale) come quello che lo scorso febbraio scriveva la sua brava recensione:
«Non ricordo molto bene il Privé, perché lì io e il mio amico avvocato A.D. abbiamo iniziato ad andare in pappa». Però «bellissimo, clientela selezionata, anche se ci sono delle onlyfanser troppo appiccicaticce (con 10 $ vanno via per un mese)».
Tutto finito, eh. Il re caduto, altri hanno già raccolto la sua eredità perché a Milano i locali sono istituzione come il Duomo e i grattacieli. Ma lui ormai ha smesso con l’alcol e soprattutto con le droghe, e sappiamo che frequenta regolarmente il Serd per il percorso di disintossicazione.
Beve solo latte (anche acqua minerale e tonica, bevande perdonabili), ed è tornato gagliardo sui social, dove mostra orgoglioso centinaia di bottiglie di latte svuotate da lui medesimo, e tristemente declama: «Sono tornato. Qui comincia il mio nuovo percorso. La mia nuova vita». Ed ecco un crocefisso sul comò, intendendo dire agli amici che «questa non è più Sodoma e Gomorra!», ma un luogo quasi santo, «quello delle mie prigioni…».
Agli arresti domiciliari da marzo, infine libero lo scorso settembre, poi patteggiando una pena di 4 anni e 8 mesi, le accuse erano di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di droga.
La forse ex compagna Stefania Nobile invece ha concluso con una pena di 3 anni, e anche lì, parliamo della Nobile figlia di Wanna Marchi, che quando le due arrivano davanti a un pm, questo non può che pensare — certo di nascosto — «ancora tu, ma non dovevamo vederci più…», come cantava quello tanti anni fa.
Ma insomma, la galera anche domiciliare talvolta aiuta, raramente ma a volte succede, come è successo all’imprenditore Alberto Genovese, ora redento e apparso trasfigurato in un documentario Netflix. Bocconiano, poi manager di sicuro successo, milionario e quindi capace di dare feste da 150mila euro, poi condannato per due casi di violenza sessuale, e droga. La sua Terrazza Sentimento, in piazza Santa Maria Beltrade con meravigliosa vista sul Duomo, era una dimora privata dove succedeva di tutto, e si è visto com’è finita.
Beh, la situazione era uguale, sesso e droga senza rock’n roll, ma il Lacerenza è un altro tipo. Di pochi studi ma grande volontà, pronto a tutto pur di lasciare il faticoso lavoro di fruttivendolo ai mercati generali, dove si comincia che è ancora buio. [...]
Ci prova, seppure in versione bravo ragazzo (ma la settimana prossima ne fa giusto sessanta, tanto ragazzo non è più). Ma è filosofo: «Le scale, le si scende e le si sale…», che in fondo è la parabola di Milano: può andare bene o male, l’importante è ‘laurà’, e non importa il tipo di lavoro.
Al collo un crocefisso d’oro, o dorato, e guardatelo, malinconico e rassegnato agli eventi, «non sono semplicemente dimagrito, ho dismesso gli abiti che indossavo», che intanto getta alle spalle davanti al telefono che lo ritrae (il sorriso è incerto, diciamolo), anche se qualcuno già da tempo gli mandava a dire che erano falsi, Gucci farlocchi, roba da mercato, non di vera boutique. Oggi lavora come dipendente, in un posto che non si può dire perché sennò avrebbe la fila fuori. [...]
davide lacerenza spinge la cocaina nel sedere di una ragazza
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DAVIDE LACERENZA STEFANIA NOBILE
wanna marchi stefania nobile davide lacerenza
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DAVIDE LACERENZA
DAVIDE LACERENZA IN TRIBUNALE A MILANO - FOTO LAPRESSE - 1
DAVIDE LACERENZA SUL TRONO - GIUSEPPE CRUCIANI
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DAVIDE LACERENZA ALLA FINESTRA
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