spataro intercettazioni

LA SENTI QUESTA VOCE - PER I GIUDICI NON SERVE UNA NUOVA LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI: BASTA APPLICARE LE REGOLE PER EVITARE CHE FINISCANO SUI GIORNALI (SALUTAME 'A SORETA) - A MILANO AI DIFENSORI DI PONZELLINI NEGATE LE CARTE, POSSONO SOLO ASCOLTARE I NASTRI…

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Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera

 

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Mica semplice, in tema di intercettazioni, far quadrare i principi del contraddittorio tra le parti, il diritto di difesa davanti al giudice, l' inutilizzabilità per legge di alcune categorie di conversazioni, e la tutela di quelle che contengano dati sensibili comunque non rilevanti ai fini della giustizia penale.

 

GERONZI PONZELLINI E LIGRESTI GERONZI PONZELLINI E LIGRESTI

E se le recenti autoprodotte circolari di procuratori della Repubblica come Spataro a Torino, Pignatone a Roma o Colangelo a Napoli puntano sostanzialmente a dire che non serve una nuova legge fatta dalla politica, ma bastano alcuni capi di Procure a trovare il modo pratico di far funzionare le norme già esistenti, ecco che queste circolari sembrano già quasi «surclassate» da ordinanze di Tribunale:

 

massimo ponzellinimassimo ponzellini

decisioni che legittimano - tra le proteste degli avvocati - prassi logistiche da mesi autonomamente adottate da singoli pm per «blindare» il più possibile la conoscibilità extraprocessuale - e in particolare giornalistica - delle intercettazioni ritenute (sempre dai pm in prima battuta) penalmente non rilevanti.

 

Nel processo all' ex banchiere della Popolare di Milano, Massimo Ponzellini, le difese lamentavano proprio che i pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici avessero sempre negato agli avvocati la copia integrale dei brogliacci su carta e delle intercettazioni su supporto informatico, costringendo i legali a poterle soltanto ascoltare nella «sala ascolto» della Procura (senza poterne fare copia) in orari definiti per complessivi 40 giorni.

armando spataroarmando spataro

 

Troppo poco tempo in rapporto alla quantità di intercettazioni, sostenevano i legali, che ritenevano «leso il diritto di difesa» e «in particolare inibita l' elaborazione delle scelte difensive»: non conoscendo cosa ci fosse in tutte le intercettazioni, gli imputati sostenevano di non aver potuto decidere se chiedere o meno un rito alternativo.

 

GIOVANNI COLANGELO GIOVANNI COLANGELO

Ma ora la prima sezione del Tribunale di Milano (presidente Guido Salvini, a latere Bruna Rizzardi e Chiara Nobili) ha respinto queste eccezioni, valorizzando il fatto che l' ascolto in Procura fosse avvenuto «con l' ausilio di brogliacci sul terminale»: «idonei», per il Tribunale, «a garantire la piena conoscenza del materiale investigativo» e quindi anche «a «selezionare preventivamente al terminale le conversazioni eventualmente rilevanti di cui chiedere la trascrizione, con piena garanzia in concreto del diritto di difesa nei termini evocati dai difensori».