NETANYAHU SI FA UNA “STRISCIA” - LA RISPOSTA DELL’ESERCITO ISRAELIANO PER L’OMICIDIO DEI TRE RAGAZZI RAPITI ARRIVA CON RAID AEREI E ATTACCHI DI DRONI – HAMAS PIANIFICA ASSALTI DAL MARE, GLI USA FRENANO I RAID: “NON PUNITE GLI INNOCENTI”

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1 - NELLA SALA DI COMANDO DI TSAHAL: “SAPPIAMO OGNI MOSSA DI HAMAS”

Maurizio Molinari per ‘La Stampa

israele   i tre ragazzi ebrei rapitiisraele i tre ragazzi ebrei rapiti

 

In una sala che misura quattro metri per tre c’è il comando delle operazioni militari di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza. Siamo nella base di Re’im, creata all’indomani del ritiro israeliano da Gaza nel 2007 come nuova sede delle truppe responsabili dell’area e dall’inizio dell’operazione «Brother’s Keeper» trasformata nella cabina di regia della difesa delle comunità del Negev bersagliate da un lancio di razzi sempre più fitto. E ora al centro della caccia ai killer dei tre ragazzi uccisi a Hebron. A comandarla è un ufficiale trentenne, veterano di operazioni coperte da censura militare e il cui nome è anche top secret.


Fisico asciutto, occhi piccoli e neri, inglese perfetto e ottima conoscenza della galassia jihadista, il comandante siede su una poltrona di finta pelle, davanti a una scrivania di legno rovinato e ha in mano una penna luminosa con la quale ci aiuta a comprendere cosa sta avvenendo a Gaza. La adopera per indicare, su una mappa interattiva che copre un’intera parete, i movimenti delle sei brigate di Hamas.

 

israele   caccia ai rapitori dei tre ragazzi ebreiisraele caccia ai rapitori dei tre ragazzi ebrei

La mappa copre l’intera Striscia, cm per cm. «La sigla dell’accordo di unità nazionale con Abu Mazen conta per i politici, forse, qui siamo militari e crediamo solo a ciò che vediamo», esordisce l’ufficiale, spiegando che la raccolta di informazioni con droni, palloni aerostatici, sensori sul territorio, informatori e infiltrati di ogni tipo consente di «conoscere quasi in tempo reale» cosa avviene dentro la Striscia.

obama netanyahu obama netanyahu


«I razzi partono da qui, qui e qui» sottolinea, indicando singole località nel Nord della Striscia, per poi correre con il fascio luminoso più a Sud, lungo il confine con il Negev per spiegare che «questa è l’area dei tunnel», creati a ripetizione da Hamas per mettere a segno rapimenti come quello di Gilad Shalit, «perché il loro obiettivo è ottenere in cambio dei sequestrati i detenuti palestinesi nelle nostre prigioni».

BIMBO DELLA STRISCIA DI GAZA BIMBO DELLA STRISCIA DI GAZA


L’escalation di violenze avvenuta negli ultimi, drammatici, 18 giorni, non lo sorprende. Ufficiali israeliani a Tel Aviv osservano che «il sequestro dei tre ragazzi israeliani ha galvanizzato Hamas a Gaza, spingendola a rafforzare un secondo fronte di attrito contro Israele, lanciando oltre 40 razzi negli ultimi 18 giorni». La risposta dell’esercito dello Stato ebraico arriva con raid aerei e attacchi di droni: l’intensità è crescente e le ripetute indiscrezioni sugli ordigni assegnati ai reparti corazzati di schierarsi a ridosso dei confini lascia intendere che un’escalation è possibile.

STRISCIA DI GAZA MILITANTI PALESTINESI STRISCIA DI GAZA MILITANTI PALESTINESI


È lo stesso premier Benjamin Netanyahu che lo ha confermato quando ieri sera, dopo il termine dei funerali a Modiin, ha dichiarato: «Indeboliremo Hamas nella West Bank e porremo fine al lancio di razzi da Gaza, se necessario espanderemo ulteriormente le nostre operazioni». Si tratta insomma di un’operazione su due fronti, che va ben oltre la caccia ai due sospetti sequestratori che - secondo alcune fonti arabe - potrebbero essere già all’estero. In Giordania, o forse in Egitto.


Ascoltate dalla base di Re’im le parole del premier portano a chiedersi cosa significa «espandere le operazioni». È una domanda a cui nessun militare è autorizzato a rispondere ma il comandante della base parla di «novità osservate di recente nei ranghi di Hamas».

naftali frenkel ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israelianonaftali frenkel ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israeliano

 

Ecco di cosa si tratta: «Stanno addestrando una sorta di commandos anfibi, si preparano a tentare operazioni di sabotaggio o terrorismo operando dal mare». Ciò significa che l’importanza della Marina per la difesa di Israele aumenta. Per il capo delle operazioni di Re’im tuttavia navi e marinai sono solo un tassello di attività più estese: se Hamas addestra commandos marini «dobbiamo essere pronti a combatterli» nelle acque al confine fra Israele e Striscia di Gaza.


Sono le avvisaglie di una sfida destinata a intensificarsi anche perché gli ufficiali di Re’im non credono nei lanci di razzi da parte di gruppi salafiti rivali di Hamas: «Non è vero nulla, i comandi di Hamas mantengono un saldo controllo del territorio, se la Jihad islamica o i salafiti lanciano razzi è perché glielo lasciano fare». E in questo perdurante controllo militare della Striscia c’è anche un messaggio per l’Autorità palestinese di Abu Mazen: «A Gaza il controllo delle armi resta nelle mani delle sei brigate armate di Hamas, le uniche che continuano a ricevere gli stipendi anche quando poliziotti e dipendenti comunali restano senza entrate per mesi interi».

PARENTI ASPETTANO LA LIBERAZIONE DI UN PRIGIONIERO NELLA STRISCIA DI GAZA PARENTI ASPETTANO LA LIBERAZIONE DI UN PRIGIONIERO NELLA STRISCIA DI GAZA

 

2. GLI USA FRENANO I RAID ESTESI: “NON PUNITE GLI INNOCENTI”

Paolo Mastrolilli per ‘La Stampa

 

La parola che usa la Casa Bianca è «restrain», cioè trattenersi, frenare, «evitare azioni che possano ulteriormente destabilizzare la situazione, da entrambe le parti». Lo fa con Ben Rhodes, vice consigliere della Sicurezza nazionale per la comunicazione strategica, che parlando con i giornalisti commenta la situazione in Israele dopo l’uccisione dei tre ragazzi.


La strategia che suggerisce Washington è quella di collaborare con gli Stati Uniti e l’Autorità palestinese, per cercare i colpevoli e portarli davanti alla giustizia, mantenendo l’attenzione puntata verso la lotta al terrorismo. Tuttavia, viste le violenze in Israele e in tutta la regione, il Consiglio è anche quello di «essere precisi, e non stendere una rete così ampia da far male a palestinesi innocenti».

 

palestinesi in corsa ad ostacolipalestinesi in corsa ad ostacoli

Lo Stato ebraico dunque deve «evitare passi che infiammino la tensione. Questo è il tipo di politica che continueremo ad incoraggiare. Le parti devono continuare a lavorare insieme per la sicurezza, e alla fine per la ricerca della pace fra israeliani e palestinesi».


Rhodes parte dalle condoglianze, che ha fatto lo stesso presidente Obama, e dalla solidarietà offerta allo Stato ebraico in questo momento difficile di sofferenza. «Israele fa molta attenzione alla sicurezza dei propri cittadini, e qui stiamo parlando di tre adolescenti uccisi. In situazioni delgenere deve esserci una risposta, e i responsabili devono essere portati davanti alla giustizia.

 

gilad shaar ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israelianogilad shaar ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israeliano

Anche i palestinesi devono capire che serve la loro collaborazione, e le dichiarazioni rilasciate dal presidente Abu Mazen vanno in questa direzione». Washington ha offerto la propria assistenza, «che è stata accettata. L’episodio però è avvenuto a casa loro, dove gli israeliani hanno notevoli risorse di intelligence e forze dell’ordine». Questa dunque è la strada che la Casa Bianca preferisce: collaborazione, pure con l’Autorità palestinese, per dare la caccia ai responsabili, che poi significa anche prendere le distanza da Hamas, se Abu Mazen avesse la conferma che quella è lamatrice dell’attacco.

eyal yifrach ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israelianoeyal yifrach ragazzino rapito da hamas secondo l esercito israeliano


A una domanda diretta sui raid a Gaza, però, Rhodes risponde invitando Netanyahu alla prudenza: «Quelle azioni sono in parte legate al lancio di razzi che avviene sul suo territorio. Comunque no, Israele deve evitare di avere una mano pesante, che porti a una ulteriore destabilizzazione. Deve rispettare la dignità dei palestinesi, essere preciso, e non stendere una rete tanto ampia da fare male a persone innocenti».

palestinesi solidarizzano coi prigionieri in israelepalestinesi solidarizzano coi prigionieri in israele


La Casa Bianca del resto è già impegnata a stabilizzare l’Iraq, dove giudica con favore i 500 milioni di aiuti offerti ai sunniti dall’Arabia Saudita, e a negoziare con l’Iran, tanto sul programma nucleare a partire da oggi a Vienna, quanto sulla creazione di un governo più inclusivo a Baghdad. Non ha bisogno di aggiungere un altro focolaio.