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PER NETANYAHU SI APRE UN ALTRO FRONTE DI GUERRA: CON IL VATICANO – L’AMBASCIATA ISRAELIANA PRESSO LA SANTA SEDE HA USATO PAROLE DURISSIME (“UNA DICHIARAZIONE DEPLOREVOLE”)  PER REPLICARE AL SEGRETARIO DI STATO VATICANO, PIETRO PAROLIN, CHE AVEVA DEFINITO UNA “CARNEFICINA” LA SITUAZIONE A GAZA – DA OLTRETEVERE SI DICONO SORPRESI PER L’ATTACCO AL “PRIMO MINISTRO” DEL PAPA: “SIAMO DALLA PARTE DELLE VITTIME, ISRAELIANE E PALESTINESI”

Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”

 

papa Francesco e l ambasciatore d Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz

Quando a sera esce dalla basilica di Santa Sabina sull’Aventino non ha voglia di commentare. A conclusione del mercoledì delle ceneri presieduto da papa Francesco il cardinale Pietro Parolin si infila in auto e taglia corto: «Non ho letto le dichiarazioni ». Il tono è quaresimale.

 

Appena un paio d’ore prima l’ambasciata di Israele presso la Santa Sede, guidata da Raphael Schutz, sferrava contro il Segretario di Stato vaticano una critica particolarmente irruenta delle sue parole del giorno prima («deplorevoli»). [...]

 

All’origine dell’attacco dell’ambasciata israeliana ci sono le parole pronunciate dal cardinale all’uscita del bilaterale con l’Italia per l’anniversario dei Patti lateranensi, martedì sera. Il porporato veneto sottolinea la sintonia con Sergio Mattarella e il governo di Giorgia Meloni e i cronisti gli domandano delle dichiarazioni del giorno del ministro degli Esteri Tajani sulla reazione «sproporzionata» di Israele.

 

papa francesco pietro parolin

Parolin espone la posizione assodata della Santa Sede: «Da una parte – dice – una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco, una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo, ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è». Parolin cita Sant’Agostino per spiegare che «tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina, ma dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e di non perdere la speranz ».

 

È questa dichiarazione a essere bollata come «deplorevole» dall’ambasciata di Israele nel pomeriggio di ieri, mentre Parolin sale all’Aventino. In una nota durissima si legge che «giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate».

 

papa Francesco e l ambasciatore d Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz

La rappresentanza diplomatica puntualizza che i civili di Gaza hanno «partecipato attivamente all’invasione non provocata del 7 ottobre», sostiene che «la responsabilità della morte e della distruzione a Gaza» è «di Hamas e solo di Hamas», rivendica che le operazioni dell’esercito israeliano «si svolgono nel pieno rispetto del diritto internazionale » e sottolinea che rispetto agli interventi militari occidentali in Siria, Iraq e Afghanistan che hanno provocato la morte di «9 o 10 civili per ogni terrorista», a Gaza la proporzione è uno a tre.

 

Oltretevere si respira un’aria di sorpresa per un attacco di inusitata veemenza contro il primo ministro del Papa, che peraltro ha espresso una posizione che collima con quella dell’Italia e di numerose altre cancellerie.

 

papa francesco bergoglio e il cardinale parolin

Praticamente negli stessi minuti in cui l’ambasciata israeliana dirama la sua nota, su Vatican News il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, rilancia le parole di Parolin per spiegare che “per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti – un terzo dei quali bambini – uccisi dai bombardamenti a Gaza”. [...]

Papa Francesco saluta il Primo Ministro Netanyahu PAPA FRANCESCO A COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO NETANYAHU

papa Francesco e l ambasciatore d Israele presso la Santa Sede Raphael Schutz