DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Daniele Mastrogiacomo per www.repubblica.it
Il Messico quest’anno ha conquistato la Palma d’oro degli stupefacenti. Il mercato lo ha premiato: cresce la richiesta di fentanyl, crolla quello della coca. […] Hanno funzioni e usi diversi; le tendenze, le mode, gli imprevisti come il Covid, che impone lunghe soste, ne condizionano la produzione e il commercio. Il grande business dei narcotici, qualcosa che viene valutato in 350 miliardi di dollari l’anno, subisce le stesse contrazioni dei mercati ufficiali. […]
GLI UMORI DEL MERCATO
[…]I sensori che descrivono gli umori del mercato delle droghe sono altri: il flusso delle popolazioni, i terreni abbandonati, l’indice di violenza in alcune zone, le richieste dei precursori chimici che servono a trasformarle da naturali a sintetiche. Si è così notato, con un certo stupore, il crollo della cocaina. Tra il 2021 e il 2023 il prezzo medio di una balla di foglie di coca (circa 12,5 kg) è sceso del 32 per cento. Un chilo di pasta di coca, quindi foglie già macerate con petrolio o altri solventi ma ancora da trasformare in polvere, da 975 dollari è scesa a 240. […]
PIÙ VITTIME CHE IN VIETNAM
Questi dati, assieme ad altre rilevazioni sul campo, hanno spinto il presidente colombiano Gustavo Petro a dire davanti al Congresso che l’invio di cocaina verso gli Usa era diminuito mentre il flusso di fentanyl era aumentato. E visto che questo oppiaceo sintetico, 50 volte più potente di sua sorella eroina, si produce quasi esclusivamente in Messico, era l’occasione per aiutare i contadini a cercare un’alternativa. Gli Usa concordano con questa analisi.
La droga del nuovo millennio, come viene chiamata, ossessiona il presidente Joe Biden. L’anno scorso ha fatto una strage di tossici negli Stati Uniti: 110 mila vittime, più di quelle provocate dalla guerra nel Vietnam. Ha bisogno di fermare questa mattanza. A tutti i costi. Nel 2024 ci sono le nuove elezioni. Così, per la quarta volta in sette mesi, ha spedito in Messico una delegazione governativa per cercare di mettere a punto una strategia.
IL RUOLO DELLA CINA
Al vertice era presente anche il Canada che non è sfuggito all’invasione del fentanyl e alla mattanza che provoca. In remoto si è collegata la Cina. Era la prima volta. Non era un invito a caso: Pechino è ritenuta corresponsabile di questa tragedia, fornisce i precursori chimici ai Cartelli messicani che si sono tuffati sul nuovo corso del mercato. Si è discusso molto e a lungo. Ognuno si è difeso e ha respinto le accuse che gli venivano mosse. […] Tutti hanno convenuto che bisogna reagire e ognuno farà la sua parte.
[…]
LL PORTO DEI CARTELLI
Amlo, come viene chiamato Obrador, ha dato subito un segnale: ha annunciato nella sua consueta conferenza stampa delle 7 del mattino che erano stati sequestrati 1.700 chili di fentanyl nel porto di Manzanillo. […] Secondo stime delle diverse agenzie antinarcotiche da qui partono per gli Usa 5 tonnellate di oppio sintetico all’anno. Poche rispetto alle 125 di eroina. Ma tre volte tante se si considera che il fentanyl sono pasticche, facili da nascondere, comode da trasportare, occupano molto meno spazio e il loro effetto è 50 volte più potente.
La Colombia ha avvertito il cambio del mercato. Per la prima volta, in due anni, è diminuita la superficie di terreni coltivati a foglie di coca. Il dato è stato confermato in modo ufficiale. […] Molte coltivazioni hanno cambiato seme: adesso sono a papavero che serve per l’eroina e poi il fentanyl. Ma il lavoro è diverso.
LA FUGA DAI CAMPI COLTIVATI
Così 400 mila famiglie che vivevano attorno al business della cocaina si sono trovate di colpo disoccupate. Molte sono scese a valle e si sono buttate sulla pesca; altre hanno dirottato verso le miniere illegali. […]
La firma di pace con le Farc del 2016 ha creato un vuoto prima colmato dalla guerriglia che campava sulla droga. Lo occupano piccole gang locali che si ammazzano per conquistare pochi ettari di terra. Ma è una guerra che crea solo caos e violenza, spinge alla fuga decine di migliaia di abitanti. Pochi sono disposti a lavorare sui campi di coca.
Quelli che restano, senza molte alternative, sentono il fiato sul collo dei nuovi padroni che spingono per accelerare la produzione. Con sistemi chimici e altre tecniche che svalutano la qualità del prodotto. […]
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