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Caterina Soffici per il “Fatto quotidiano”
Per la prima volta nella storia (“a memoria d’uomo”, scrivono i giornali inglesi) scioperano i meteorologi britannici. E vista l’ossessione tutta inglese per il tempo e le previsioni, il paese oggi andrà incontro a una vera crisi di nervi. Nel pomeriggio i lavoratori del Met Office, l’Ufficio Meteorologico Nazionale di Sua Maestà, incroceranno le braccia.
“Una cosa senza precedenti, nessuno riesce a ricordare l’ultima volta che in questi uffici le persone hanno scioperato. Deve essere decenni fa”, ha detto al Daily Telegraph, Gordon Hutchinson, il rappresentante della sigla sindacale Prospect, che ha promosso l’agitazione. Hanno aderito circa 950 persone, che nel pomeriggio lasceranno le proprie postazioni a Exeter, Edimburgo, Aberdeen per chiedere l’adeguamento dei salari ai valori del mercato e l’assunzione di personale competente.
Il Met Office è una istituzione, fondato nel 1854, con base nel Devon e stazioni di rilevamento in ogni più remoto angolo dell’isola. Funziona 24 ore al giorno, per 365 giorni l’anno e come si spiega in un volantino sindacale diffuso ieri: “La precisione delle previsioni del tempo dipende dal modello diffuso dal Met Office. Tale modello viene eseguito quattro volte al giorno su uno dei più sofisticati e complessi sistemi IT nel paese”.
Oggi pomeriggio il modello non verrà aggiornato. Non ci sono tifoni in arrivo e non sono previste altre situazioni estreme. Ma per gli inglesi questa “interruzione del servizio” è un trauma. Il tempo (The Weather) è l’argomento di conversazione. Chi pensa che sia il solito stereotipo, sbaglia di grosso.
L’inglese ama parlare del tempo, anche perché essendo una animale timido e impacciato socialmente, Il Tempo è un tema neutro. “Freddo eh?” non va preso alla lettera. Vuol dire: “Ti va di parlare?” E se uno per strada vi approccia con un Nice day, isn’t it? (Bella giornata, eh?), ci sta sicuramente provando. Ci sono libri dedicati al rapporto maniacale dei britannici con la meteorologia. In effetti le previsioni ci azzeccano e spaccano il minuto.
Se dicono “scrosci di pioggia dalle 2 del pomeriggio su Londra”, quando inizia a piovere potete rimettere l’orologio. Forse chi è andato più vicino a spiegare il mistero del rapporto tra inglesi e meteorologia è Jeremy Paxman (l’ex mitico conduttore dei Newsnight) il quale sostiene: “La fissazione non è tanto per il tempo in se stesso, ma per l’incertezza. La vita alla fine di un oceano e sul bordo di un continente significa che non hai mai la certezza di quello che ti può capitare”.
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