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ANCHE PER ROMAN ABRAMOVICH SONO ARRIVATE LE SANZIONI: IL REGNO UNITO HA AGGIORNATO LA LISTA DEGLI OLIGARCHI RUSSI CONSIDERATI VICINI A VLADIMIR PUTIN E HA CONGELATO I BENI DEL PATRON DEL CHELSEA E DI ALTRI MILIARDARI - TRA QUESTI ANCHE OLEG DERIPASKA, IL RE DELL'ALLUMINIO ED EX GENERO DI BORIS ELTSIN, CHE SI ERA DICHIARATO CONTRARIO ALLA GUERRA IN UCRAINA...
Diana Calvalcoli per il corriere.it
Alla fine le sanzioni sono arrivate anche per il patron del Chelsea, Roman Abramovich. Secondo quanto riporta Reuters, il Regno Unito ha aggiornato nella giornata del 9 marzo la lista degli oligarchi russi sanzionati in quanto ritenuti vicini al presidente Vladimir Putin. Il governo guidato da Boris Johnson ha fatto sapere di aver imposto il congelamento dei beni per Roman Abramovich, Igor Sechin, Oleg Deripaska e Dmitri Lebedev. «Non ci possono essere porti sicuri per coloro che hanno sostenuto il feroce assalto di Putin all’Ucraina», ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson.
Le sanzioni contro Abramovich
Nel dettaglio ad Abramovich sarà vietato fare affari con persone residenti in Regno Unito e con aziende inglesi, in più non potrà viaggiare nel paese. Le sanzioni erano prevedibili tanto che il miliardario nelle ultime settimane aveva cercato di ‘liberarsi’ dei suoi asset. Pochi giorni fa il 55enne aveva annunciato la vendita del Chelsea Football Club e di voler donare il ricavato alle vittime della guerra in Ucraina.
Il deputato britannico, Chris Bryant, aveva poi dichiarato pubblicamente come Abramovich stesse cercando di vendere la sua villa di 15 camere da letto a Kensington Palace Gardens per evitare le sanzioni. In parallelo, lo yacht Solaris da 600 milioni di dollari legato ad Abramovich ha lasciato il cantiere navale di Barcellona dove era stato sottoposto a riparazioni. Anche Eclipse, l’altro superyacht da 163 metri dell’oligarca, attualmente si trova nei pressi delle Isole Vergini britanniche. Ben lontano da possibili sequestri.
Colpito anche Deripaska, il re dell’alluminio
Tra i sanzionati in Regno Unito anche il «re dell’alluminio» Oleg Deripaska che si era dichiarato contrario alla guerra in Ucraina. Il magnate che ha costruito la sua fortuna da 3,8 miliardi sulle materie prime russe ed è l’ex genero dell’ex presidente russo Boris Eltsin, aveva chiesto la fine della guerra in un post su Telegram. Il fondatore di Basic Element, gruppo industriale russo con interessi in alluminio, energia, costruzione, agricoltura, aveva scritto: «Il mondo è molto importante! I negoziati devono iniziare il più presto possibile».
Una posizione che non gli ha però risparmiato le sanzioni in Regno Unito. Colpito anche Dmitri Lebedev, presidente di Bank Rossiya, Alexei Miller, l’amministratore delegato della società energetica Gazprom, e Nikolai Tokarev, presidente della società statale di gasdotti Transneft.
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