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IL PIANO DI TRUMP PER GAZA È L’UNICA SPERANZA CHE ABBIAMO, MA È MOLTO FRAGILE – I PUNTI CRITICI E CONTESTATI SONO MOLTI, A PARTIRE DAL DISARMO DEL MOVIMENTO TERRORISTA E DAL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO DALLA STRISCIA – PER LA PRIMA VOLTA HAMAS PROMETTE IL RILASCIO DI TUTTI GLI OSTAGGI, VIVI E MORTI, NEL GIRO DI 72 ORE. MA È REALISTICO, CONSIDERATO CHE FINORA HAMAS HA SEMPRE DETTO DI NON SAPERE DOVE FOSSERO TUTTI? COME FARANNO A CONTATTARE COMBATTENTI E CIVILI CHE TENGONO INCARCERATI I PRIGIONIERI, E A RECUPERARE I CADAVERI NELLE ZONE RASE AL SUOLO? IL NODO DELLA LIBERAZIONE DEL “MANDELA PALESTINESE”, BARGHOUTI, E IL NO DI NETANYAHU ALL’ANP DI ABU MAZEN (UNICA RAPPRESENTANZA “DEMOCRATICA” E MODERATA PALESTINESE)
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse
1. Quanti sono i punti del piano di pace per Gaza?
In tutto sono 20 punti, uno in meno rispetto alle bozze circolate prima che Trump e Netanyahu lo annunciassero. È stato cancellato il punto numero 18 che impegnava Israele a non attaccare più il Qatar, come ha fatto il mese scorso cercando di uccidere i leader di Hamas.
Cancellato anche perché lo stesso Netanyahu ha chiamato Doha per scusarsi e poi perché Trump ha firmato un ordine esecutivo che impegna gli Stati Uniti a garantire la sicurezza del Qatar: ogni futuro attacco al Qatar sarà come un attacco agli Usa.
DONALD TRUMP CON AL THANI IN QATAR
2. Quando e dove sono previsti i colloqui per arrivare all’intesa definitiva?
Le trattative partiranno oggi in Egitto, a Sharm el-Sheikh, dove saranno ospitate le delegazioni di Hamas e di Israele oltre che l’inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero del presidente Usa nonché «consigliere non ufficiale», Jared Kushner.
3. Perché sul sì condizionato di Hamas stavolta si ripongono più speranze?
Perché il sì riguarda il punto fondamentale del piano che è il numero 4: tutti gli ostaggi (48), vivi e deceduti, saranno restituiti entro 72 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo. In cambio Israele rilascerà 250 ergastolani e oltre 1.700 palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre.
BOMBARDAMENTO SU QUEL CHE RIMANE DI GAZA
Ci sarà però da discutere sui nomi degli ergastolani da rilasciare. Hamas vuole scegliere i detenuti in base all’anzianità, all’età, e alla data di arresto per ottenere nomi importanti come Marwan Barghouti, alto dirigente di Fatah in carcere dal 2002 con cinque ergastoli.
Inoltre le 72 ore sono considerate «irrealistiche» per contattare i combattenti carcerieri e liberare i rapiti, oltre che per recuperare i morti nelle zone rase al suolo dalle bombe.
4. A quali altri punti dell’accordo Hamas dice sì?
miliziani di hamas in tiro per la cerimonia di rilascio degli ostaggi
Ostaggi a parte, non ci sono dichiarazioni nette di accettazione di altri punti, ma su alcuni si può prevedere con ragionevole certezza un sì di Hamas.
Per esempio il punto 8 sulla distribuzione degli aiuti: non avrà più ruolo l’avversata Gaza Humanitarian Foundation (sede in Delaware, messa in piedi da Israele e Usa) ma la distribuzione sarà affidata, come il movimento islamista ha sempre chiesto, all’Onu e alla Mezzaluna Rossa […].
Ovviamente non è in discussione il punto 2 che dice: Gaza sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione […]. E nemmeno il punto 12 che promette: nessuno sarà costretto a lasciare la Striscia e chi lo desidera sarà libero di farlo.
I PUNTI DA CHIARIRE NEL PIANO DI PACE DI TRUMP - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
5. Quali sono i nodi dell’accordo riguardo alla futura amministrazione?
Uno è il ruolo della stessa Hamas, che vorrebbe avere voce in capitolo e che invece il piano esclude completamente.
Poi il ruolo dell’Anp: non ci sono dichiarazioni chiare ma il movimento fa sapere che accetterebbe un comitato palestinese indipendente sotto la sua responsabilità. L’accordo prevede che l’Anp abbia un ruolo nel futuro di Gaza «solo quando avrà completato il suo programma di riforme».
Ma ieri Netanyahu ha frenato gli entusiasmi di tutti: «Nessun rappresentante di Hamas o dell’Anp sarà coinvolto nel controllo della Striscia».
Da parte di Hamas c’è poi un rifiuto molto netto sul coinvolgimento di personalità straniere nella cosiddetta «fase di transizione». L’alto dirigente Musa Abu Marzouq ha detto: ««Non accetteremo mai che sia qualcuno che non è palestinese a controllare i palestinesi». […]
6. Qual è il punto più difficile da trattare?
BANDIERE DI HAMAS E HEZBOLLAH ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A ROMA
Il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza. Non è scontato che Hamas accetti una pausa fra il rilascio degli ostaggi e il ritiro dell’Idf che (da sempre) vorrebbe fosse totale (condizione inaccettabile per Israele prima della nuova Gaza «riqualificata»). Fonti del movimento hanno rivelato ieri all’emittente saudita Al-Sharq le presunte condizioni sul punto: il ritiro delle truppe dell’Idf nelle posizioni che occupavano a gennaio, ovvero al di fuori delle aree popolate della Striscia.
7. È possibile, a breve, smilitarizzare Hamas?
Seguendo le indicazioni del piano di pace, Netanyahu è convinto che Hamas «sarà disarmata e la Striscia smilitarizzata». Il movimento però risponde […] che «consegneremo le armi solo quando verrà creato uno Stato e un esercito palestinese». Smentita la voce secondo cui avrebbe potuto accettare un disarmo graduale con la supervisione internazionale.
bombardamenti israeliani a khan younis 2
video dei terroristi di hamas 1
il video del sequestro delle soldatesse israeliane da parte dei terroristi di hamas il 7 ottobre
il video del sequestro delle soldatesse israeliane da parte dei terroristi di hamas il 7 ottobre
bombardamenti su khan yunis striscia di gaza
donald trump e l'emiro sheikh tamim bin hamad al thani 5
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