URSULA VON DER LEYEN HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO…
Paolo Colonnello per “la Stampa”
Prima tramortita con un sasso, forse con un attrezzo, un colpo forte alla testa. Poi seviziata con un coltellino che le ha inciso le carni con ben otto fendenti, disegnando sinistri arabeschi sulla schiena, il petto, le cosce. «Tutte lesioni inferte quando Yara era ancora viva...». Quindi lasciata morire nella solitudine di una notte gelida, in parte dissanguata, in parte per il freddo e gli stenti. Sicuramente nel terrore. A dieci minuti da casa, nel campo abbandonato di Chignolo d’Isola, 26 novembre 2010.
Il racconto della morte di Yara Gambirasio scorre nelle fotografie che l’anatomopatologa milanese Cristina Cattaneo mostra nell’aula della Corte d’Assise di Bergamo e che inducono il presidente ad allontanare il pubblico per rispetto alla memoria della ragazzina di fronte alla quale soltanto Massimo Bossetti, unico imputato nel processo, sembra rimanere indifferente.
Il «Massi», dimagrito e sempre meno abbronzato, mentre le immagini del ritrovamento del cadavere della bambina si susseguono in un’aula attonita, mastica una cicca e sembra poco interessato ai dettagli che l’antropologa forense, considerata un’autorità indiscussa nel suo campo, rivela illustrando l’autopsia.
Distoglie lo sguardo in fretta dalle immagini e si concentra sulla scienziata, che smonta ogni fantasia e suggestione circolata in questi mesi, promanata da suggestioni difensive, sul corpo della ginnasta: che fu uccisa proprio nel campo dove venne ritrovata, che non fu tenuta in una cantina o avvolta in un chellophane per una settimana, che non fu trascinata per i piedi o le braccia nel prato ma vi arrivò con i suoi piedi, probabilmente terrorizzata da chi in quel momento la stava costringendo con la minaccia di un coltello. Un Opinel, o forse un Cutter, comunque un arma di non grandi dimensioni, scomparsa e mai più ritrovata.
E, fanno notare i legali di parte civile, è appena il caso di ricordare che durante un’intercettazione in carcere, Bossetti chiese alla moglie di far sparire un coltellino sfuggito alle perquisizioni dei carabinieri. Un’udienza, si lamentano le difese, dove secondo loro quelle che apparivano come incertezze nella relazione di 350 pagine della scienziata forense, si sarebbero trasformate in granitiche sicurezze.
bossetti arrestato per l omicidio di yara gambirasio
Ma la verità è che alcuni dettagli, come la presenza di calcina nelle ferite e di piccole sfere metalliche sotto le scarpe di Yara che dimostrano la frequentazione di cantieri del suo assassino, non sono mai state in discussione. Così come quel ciuffo d’erba ritrovato tra le mani della bambina, raccolto nel suo ultimo spasmo di vita e che dimostra, contrariamente da quanto sostenuto dagli avvocati, che Yara fu assassinata in quel campo e lì vi rimase finché tre mesi dopo non venne ritrovata per caso.
genitori di yara gambirasio 9c401bce3532bd5f3871918ef8d14934massimo giuseppe bossetti il presunto killer di yara gambirasio
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