DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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Un "ladro di maratone" non solo truffaldino, ma anche profondamente stupido.
Perché dopo aver raccolto in terra quel numero di pettorale perso da un corridore, esserselo messo sul petto ed essersi presentato al traguardo di una maratona che in realtà non aveva mai corso, per farsi bello agli occhi dell'umanità ha postato trionfante sui social la propria foto con la medaglia che si era aggiudicato con l'inganno, lasciando in bella vista il numero di pettorale rubato.
Senza considerare che ogni numero, all'atto dell'iscrizione, viene associato al nome di un concorrente.
La sua "bravata" si è quindi trasformata in un boomerang: ora tutti sanno che, oltre a non aver mai portato a termine alcuna impresa sportiva, è anche un impostore.
Il "furto" è avvenuto domenica 22 aprile durante la maratona di Londra, quando il 28enne Jake Halliday, stremato dalla fatica, intorno al 38° km ha perso il pettorale ed è stato squalificato dalla giuria, visto che il regolamento non ammette corridori senza numero identificativo.
Deluso, ma comunque intenzionato a portare a termine la prova, Jake ha completato i 42,195 km del percorso in circa 3 ore e 45: niente medaglia ricordo, ma solo una soddisfazione morale.
Non sapeva ancora che il suo pettorale - il numero 35179 - era stato nel frattempo trovato in terra da un giovane spettatore che lo ha subito agguantato e si è poi presentato al traguardo per intascare la medaglietta e farsi addirittura riprendere nelle foto ufficiali della manifestazione.
Foto che hanno smascherato la sua truffa e lo hanno esposto sul web al pubblico ludibrio.
Peter Mowbray, un 51enne di Blackpool che ha corso la maratona, ha scritto un post su Facebook raccontando che all'arrivo si erano diffuse le voci sulla disavventura di Jake e sul furto della medaglia: «Non potevo crederci, poi sono andato sul sito della Virgin London Marathon e ho visto le foto di quel ragazzo a torso nudo che mordeva la medaglia e aveva il numero di Jake.
Correre una maratona presuppone allenamenti e sacrifici enormi, pensare che quel ragazzo abbia tentato di prendersi tutto il merito e la gloria di qualcun altro mi ha fatto davvero arrabbiare e mi ha portato a farmi delle domande sulla natura del genere umano».
Domande più prosaiche se le sta ponendo anche il team di London Marathon Events, che ha preso la vicenda molto seriamente e ha annunciato un'inchiesta.
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