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(ANSA) - Non hanno riconosciuto il "disvalore dei propri comportamenti", né si sono scusati il critico d'arte Vittorio Sgarbi e il suo autista Niccolò Mascellani, già condannati nel settembre scorso dal Tribunale di Milano rispettivamente a 5 mesi e a 4 mesi di carcere per violenza e minaccia a pubblico ufficiale nel processo con al centro un diverbio avuto dall'ex parlamentare con alcuni carabinieri davanti ad uno degli ingressi dell'Expo il 22 maggio scorso.
Lo scrive il pm di Milano Elio Ramondini nel ricorso in Cassazione con cui ha chiesto che vengano aumentate le pene fino a un anno e mezzo per l'ex sindaco di Salemi e a un anno di reclusione per il suo autista. Secondo la Procura, il giudice della quarta sezione penale di Milano Marco Tremolada non avrebbe dovuto riconoscere al critico l'attenuante del risarcimento del danno (diecimila euro ai quattro militari parte lesa, più mille euro per l'Arma dei carabinieri).
Secondo quanto scrive il pm nel ricorso, la cifra pagata da Sgarbi sarebbe stata "irrisoria in ragione di quanto patito in termini di dileggio". Inoltre, secondo l'accusa, il giudice non avrebbe dovuto concedere l'attenuante generica che tiene conto del rapporto di subordinazione lavorativa tra i due, in quanto l'avere agito su ordine di Sgarbi non fa che "mostrare il disvalore aggiunto nella condotta di chi - al soldo del potente di turno - è disposto a commettere gravi reati dalle conseguenze potenzialmente anche molto gravi".
Il 22 maggio scorso, si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna, Vittorio Sgarbi avrebbe "reiteratamente oltraggiato e minacciato" i carabinieri che gli hanno impedito di entrare con l'auto nel sito dell'esposizione senza autorizzazione "al solo scopo di arrivare in tempo all'inaugurazione di una mostra".
belen rodriguez e vittorio sgarbi costanzo show 31
Inoltre, si legge ancora nelle motivazioni, il critico d'arte ha "istigato" il suo autista ad "avanzare" con la vettura sulla quale viaggiavano nonostante davanti all'auto si fosse posto un carabiniere. Il 1 novembre scorso il difensore di Sgarbi, Giampaolo Cicconi, ha presentato ricorso alla Corte d'Appello di Milano perché venga annullata la pena per Sgarbi.
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