DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE
Due candidati «interni» e due «esterni» per una delle poltrone giudiziarie più importanti d' Italia, certamente la più simbolica degli ultimi vent' anni, da Mani Pulite in poi (ma anche prima, per quello che poteva essere e non fu grazie agli «scippi» delle inchieste dirottate altrove).
Per la corsa al posto di procuratore della Repubblica di Milano comincia oggi un lungo rush finale, che dovrebbe concludersi nel giro di un mese. Una delle nomine più delicate per il Consiglio superiore della magistratura.
Stamane in commissione Incarichi direttivi la relatrice Elisabetta Alberti Casellati illustrerà la situazione e metterà sul tavolo una lista di quattro nomi: due procuratori aggiunti già in carica a Milano, Francesco Greco e Alberto Nobili, che rappresenterebbero - seppure con caratteristiche differenti - un segnale di continuità per un ufficio che da oltre trent' anni viene guidato da personaggi che già lavoravano nello stesso palazzo di giustizia;
o, in alternativa, due soluzioni che arriverebbero da fuori: Giovanni Melillo, già procuratore aggiunto di Napoli, oggi capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, e il più giovane Giuseppe Amato, attuale procuratore di Trento.
Tra le domande ci sono anche quelle di altre due toghe famose, molto diverse tra loro per storia e metodi di lavoro, che però vengono considerate fuori gioco poiché non troverebbero il necessario consenso dentro l' organo di autogoverno: l' altro procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini e quello di Reggio Calabria Nicola Gratteri.
Possibile che all' ultimo momento la relatrice (ex parlamentare di Forza Italia) faccia pure il nome di Gratteri, che corre anche per la Procura di Catanzaro e a Milano ha pochissime (o nessuna) possibilità. Il primo nodo da sciogliere è proprio quello relativo alla provenienza: proseguire con la tradizione, oppure mandare un segnale di rottura scegliendo un «papa straniero»?
Al momento solo il gruppo della sinistra giudiziaria chiamato Area, che riunisce Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, pare esplicitamente orientato: vogliono la continuità e vogliono Greco, magistrato che gode di grande stima,coordinatore del pool reati finanziari, valutato come il migliore interprete del lavoro svolto negli ultimi anni.
Ma proprio per questo, e considerate le vicissitudini attraversate dall' ufficio nella parte finale del mandato dell' ex procuratore Edmondo Bruti Liberati (entrato in rotta di collisione con l' ex aggiunto Alfredo Robledo) alcuni preferirebbero la strada che porta ad Alberto Nobili, non identificabile con nessuna corrente, già delegato ai reati informatici e con un lungo passato di indagini sulla criminalità organizzata, 'ndrangheta in testa.
PINOTTI ANDREA ORLANDO BEATRICE LORENZIN IN SENATO FOTO LAPRESSE
Nonostante non sia ancora venuto allo scoperto, c' è anche chi nel Csm gradirebbe di più una soluzione esterna; un po' come metodo (già sperimentato per Procure importanti come Roma, Catania e Torino) e un po' perché il candidato interno apparentemente più forte, Greco, non piace a tutti.
Ecco allora che il più accreditato per questa opzione diventa Melillo, che però per molti - a cominciare da Area, suo gruppo di riferimento - ha un handicap : lavora per il governo, non il miglior viatico per Milano. Questione d' immagine, non certo di professionalità, che lo stesso Melillo ha provato a sfumare non presentando il parere sul lavoro svolto al ministero, limitandosi all' attività giudiziaria.
Se le riserve dovessero rimanere, qualche chance resterebbe a Giuseppe Amato, dalla carriera meno intensa e vicino ai «centristi» di Unicost. Ipotesi residuale, comunque. Molto dipenderà da come decideranno di muoversi le correnti dei «togati». Oggi la «laica» di centrodestra Casellati non esprimerà preferenze, il dibattito in commissione proseguirà nelle prossime sedute e il voto (da cui usciranno i nomi da sottoporre al plenum del Csm) ci sarà probabilmente tra un paio di settimane.
Nel frattempo via libera a conciliaboli, trattative e contatti anche da parte del vicepresidente Giovanni Legnini che, come sempre per le nomine importanti, cercherà di arrivare a un nome che possa raggiungere la più ampia maggioranza di consensi.
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