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Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera”
«Le dipendenti non devono indossare una gonna o un vestito che arrivino sopra il ginocchio, e gli stivali al ginocchio sono inappropriati durante il lavoro al banco»: questa circolare interna per e-mail è giunta qualche giorno fa al personale degli uffici comunali di Nieuw West, 133 mila abitanti, uno dei più grandi fra gli 8 distretti municipali di Amsterdam nonché uno dei più popolati da immigrati medio-orientali e africani di fede musulmana. E la mail è stata solo l’inizio del «tormentone», com’è stato definito più tardi sul sito Twitter dello stesso Comune di Amsterdam, bombardato da messaggi ironici o furiosi, in un senso o nell’altro.
Perché fin dal primo momento, con le dipendenti di quel municipio in subbuglio, la domanda è stata: possibile che ad Amsterdam, una delle capitali tradizionalmente più «liberal» d’Europa, patria di storici movimenti femministi e di tante rivendicazioni più o meno accese in tema di diritti civili, le autorità vietino le minigonne o gli stivali presunti «sexy»? E che lo facciano per non urtare i sentimenti o i pregiudizi degli immigrati musulmani abituati alle loro donne velate?
Movimenti e partiti di destra, a cominciare da quello di Geert Wilders, lo sostengono apertamente, parlando di «sottomissione all’Islam». E aggiungendo che la mail originale, non firmata ma proveniente da una dirigente femminile del personale, era ancora più dura di quanto rivelato, minacciava cioé provvedimenti amministrativi contro le presunte «spudorate». Vi sono segnali di preoccupazione anche fra gli intellettuali più moderati. Come Jeffrey Wijnberg, psicologo che dal giornale Der Telegraaf ammonisce: «Siamo diventati timorosi di provocare negatività o aggressione…».
Il «divieto» risulta finora ignorato, le impiegate municipali hanno onorato il «Rokjesdag», il primo giorno di primavera in cui tradizionalmente le olandesi abbandonano i pantaloni per la gonna o la minigonna. Ma la polemica è andata alle stelle da quando il comune di Amsterdam è sceso direttamente in campo con un comunicato ufficiale: «Non esiste alcun bando sulle minigonne», e quella mail non è stata scritta in seguito ai reclami scandalizzati di qualche utente, ma «a scopo di chiarimento dopo una discussione interna».
Non una sillaba di spiegazione in più. Spiegazione che però è stata proposta da una Tv privata: la «discussione interna» sarebbe nata dopo che un’impiegata si sarebbe presentata al banco di lavoro, terrorizzando la dirigente del suo turno, con una gonna così corta «che le si potevano scorgere le natiche».
E qualche altra collega avrebbe condiviso le preoccupazioni della dirigente, notando che la libertà non esime dallo stile o dalla buona educazione, specie in un luogo pubblico e in un quartiere così «sensibile». «Non ho idea del perché sia stata scritta quella mail — parola di Mario Soriano, portavoce del personale di Nieuw West — forse però si è temuto che le minigonne potessero sconvolgere qualche utente».
Via Twitter, il Comune ha ricordato che «i dipendenti pubblici al banco dovrebbero vestire in modo lindo e curato, “netjes kleden”, rappresentativo e professionale, e sta a loro decidere come farlo». «È così» conferma Abdeluheb Choho, nato in Marocco, assessore alla sostenibilità, che ha convocato i dirigenti municipali di Nieuw West ad una riunione.
Ma proprio con quel «netjes kleden», letteralmente «lindo vestire», le autorità hanno gettato benzina sul fuoco. «Che cosa significa?» si sono chiesti in folla su Twitter. Una fra tutti, l’avvocatessa Sascha Janssen da Utrecht, nota per la sua abilità dialettica: «L’espressione “netjes kleden”è estremamente soggettiva: forse che un impiegato maschio in blue-jeans e maglione sdrucito può essere definito “lindamente vestito”?».
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