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Fabio Scuto per “la Repubblica”
La polizia egiziana potrà espellere gli stranieri omosessuali e vietare il loro ingresso nel Paese. Lo ha stabilito ieri la Corte amministrativa egiziana, respingendo un ricorso riguardante una decisione del ministero dell’Interno in merito all’espulsione di un cittadino libico omosessuale. Il Tribunale ha riconosciuto legittimo il diritto del ministero di espellere stranieri omosessuali e di impedire il loro ingresso in Egitto.
STEFANO E FEDERICO COPPIA GAY A SANREMO
Una decisione senza precedenti subito riportata ieri pomeriggio dal sito di Al Ahram . «La Corte amministrativa dell’Egitto», precisa il quotidiano più antico del Medio Oriente «ha confermato ciò che ha definito essere il diritto del ministero ad espellere stranieri omosessuali e ad interdire il loro ingresso in Egitto».
Il tribunale ha confermato la decisione che nel caso specifico venne presa nel 2008, stabilendo che è stata assunta per preservare l’interesse pubblico e religioso e i valori sociali. L’omosessualità non è ufficialmente fuorilegge in Egitto, ma le persone accusate di essere gay vengono spesso incriminate in base alle leggi che puniscono la “dissolutezza” o la “corruzione della morale pubblica”, in pratica le leggi anti-prostituzione.
La decisione della Corte cairota rischia di dare un serio colpo anche all’industria turistica, già in difficoltà per il terrorismo islamico. I resort per stranieri lungo le rive del Mar Rosso sono (erano) tra le mete più ambite per coppie gay e rischiano adesso di perdere una importante quota di clientela.
I difensori dei diritti umani in Egitto denunciano una vera e propria campagna governativa contro i gay, arresti e persecuzioni contro gli uomini accusati di omosessualità sono aumentati drammaticamente negli ultimi mesi. Così come la gogna mediatica a cui vengono talvolta sottoposti gli arrestati. Ha destato scalpore lo scorso dicembre la puntata del programma tv “El Mestakhabi” (“Nascosto”) sulla retata anti gay della polizia in un hammam del Cairo, dove sono state arrestate 33 persone con l’accusa di “dissolutezza”.
Le troupe della rete Al Qahira wal Nas hanno accompagnato il blitz della polizia e gli arrestati sono stati trascinati fuori dal bagno turco in manette e seminudi sotto i riflettori delle telecamere. Ne è nata una forte polemica ma la polizia ha continuato in questi mesi a tenere sotto stretto controllo quel quadrilatero di strade fra la celebre Piazza Tahrir e Piazza Talaat Harb, dove tradizionalmente si ritrova la comunitàgay.
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