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Paola De Carolis per il "Corriere della Sera"
«Avevo 11 anni quando un ragazzo mi ha convinto a farmi fare una fotografia in topless». Leggere le testimonianze inviate su Instagram a @everyonesinvited significa avvicinarsi ai problemi di ragazze giovanissime che ogni giorno, anche a scuola, affrontano un mondo pieno di insidie.
Body-shaming, commenti sull'abbigliamento, attenzioni indesiderate, pressioni sul sesso; alcool, molestie, stupro. Un universo in cui essere femmina vuol dire, anche, soffrire. Sulla scia del caso di Sarah Everard, 33enne rapita e uccisa mentre tornava a casa da sola a piedi di sera, le esperienze delle donne e ragazze che sui social hanno trovato il coraggio di raccontarsi mostrano ancora una volta che la violenza sulle donne è un problema che non coinvolge solo uomini adulti, che non conosce distinzioni socioeconomiche o culturali e che va affrontato non solo con leggi più severe ma anche con sensibilizzazione tra i banchi e in casa.
«La mia storia sembrerà banale rispetto a tante altre, ma nella mia scuola i maschi danno un punteggio alle gambe delle femmine quando siamo in pantaloncini per le lezioni di sport. Tengono foto di ragazze in bikini in "banche dati per la masturbazione". Fanno commenti inappropriati sul nostro aspetto, poi dicono che erano solo battute». La scuola è la Latymer, una delle migliori di Londra.
«Per un po' ho frequentato un ragazzo. Due mesi dopo uno che non conoscevo mi ha detto che aveva visto un video di me nuda. Il mio ex aveva fatto video senza che lo sapessi e li aveva fatti girare. Ho telefonato alla polizia e tante figure maschili che conosco mi hanno definita "pazza", mi hanno detto che non era un problema grosso ma "un'incomprensione". Siamo spinte ad accettare comportamenti che non dovrebbero essere tollerati e che invece vengono normalizzati».
Che scuola frequentano i ragazzi in questione? Eton. Nessun istituto è più colpevole di altri, perché i social evidenziano l'aspetto più raggelante: queste sono storie di comune quotidianità. Per Caroline Criado-Perez, autrice di Invisibili , un libro sulla discriminazione che ha vinto diversi premi, nessun uomo inizia un percorso violento stuprando e uccidendo.
«Ci sono sempre infrazioni minori prima, comportamenti inaccettabili sui quali viene chiuso un occhio». Come è successo con Wayne Couzens, formalmente incriminato nel caso di Sarah Everard, che poche settimane fa era stato accusato di oltraggio al pudore in un ristorante di Londra. «Non tutti gli uomini sono violenti, ma tutti gli uomini dovrebbero capire l'entità del problema. Non conosco una sola donna che non abbia provato paura», ha detto Martha Lane Fox, fondatrice di Lastminute.com oggi baronessa Lane-Fox di Soho, la donna più giovane ad arrivare alla Camera dei Lord.
«A 19 anni sono stata aggredita per strada, spinta per terra e presa a calci». Polly Mackenzie, a capo del pensatoio Demos, era ancora più giovane. «Quando avevo 14 anni sono stata assalita alle 8:15 del mattino, con addosso la divisa della scuola. Sono stata gettata in un cespuglio e palpeggiata. Lo dico perché la violenza esiste per ogni donna in ogni luogo, non solo la sera al parco».
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